venerdì 27 agosto 2010

Supernatural Activity - Capitolo 19 - Forse non ho capito bene...

Riassunto delle puntate precedenti:
I nostri emo-vampiri dopo mille peripezie sembrano giunti al bivio fondamentale della loro storia d'ammmore. Asher ha beccato Jean-claude in flagranza di reato con la vedette transessuale della sua compagnia teatrale. Se sono donne non importa, ma donne cazzute no, pliiis. Ci saranno ripercussioni? Pare di no ma Asher ha in mente qualcosa e, per quelli che seguono il blog di Flora, no. Non è una sega.


Colonna sonora: Killer queen (Queen)


Asher stava percorrendo i lunghi corridoi della residenza di Belle fischiettando. Ebbene sì, il nostro tormentato vampiro era incredibilmente di ottimo umore e dopo aver fatto sbandare con un calcio ben assestato il bimbo biondo in triciclo che lo stava per sorpassare a destra si mise pure a ridacchiare. Cosa poteva essere mai successo?
Era tornato bello bello bello in modo assurdo? No, era bello e basta. La Francia aveva vinto i mondiali di calcio. No, e Domenech stava sul cazzo pure a lui. Aveva vinto al Superenalotto? No, non era stato ancora inventato. E allora?
Asher camminava felice ripercorrendo passo passo i momenti salienti della sua ultima trasferta di lavoro. Estremamente soddisfacente. Ogni tanto ci voleva una pausa defatigante dall’atmosfera ipersessuata e densamente spermatica della corte di Belle e lui ne aveva approfittato in pieno ! Si era immerso anima e corpo nell’atmosfera rilassante delle inquisizioni del Consiglio tanto da finire il suo lavoro qualche giorno prima. Fruste, borchie, tori di Falaride… aveva un sacco di figurine nuove da scambiare con quella troietta di Valentina e un bel po’ di trofei da mettere in mostra sopra al caminetto accanto al ritratto di lui, Juli e Jean-Claude. Doveva appendere la collana di orecchie o mettere le unghie strappate nel pout-pourri? Tanto a quel coglione di Jean-Claude avrebbe detto che erano funghi secchi e petali di rosa…
“Asher, caro...”
Il vampiro si arrestò di colpo; era talmente assorto nei suoi pensieri che non si era neanche accorto di essere arrivato nella sala principale. E soprattutto non si era accorto dei suoi due occupanti: Belle e Jean-Claude. Asher represse a stento un brivido, per una volta non provocato da ardeur vogliosi o sguardi gelidi di sorta. A fargli capire di essere nella merda bastava il labbruzzo tremolante e gli occhioni lucidi del suo ex che si fissava ostinatamente le fibbie d’argento delle scarpe come se fossero gli oggetti più belli al mondo. Jean-Claude era una troia con le scarpe, ma non fino a quel punto.
Bellemorte era assisa sul suo trono alto dodici metri. Il piedistallo disponeva di altrettanti gradini che mostravano chiaramente il favore di cui godevano i suoi occupanti: Jean-Claude in quel momento occupava il terzo, seguendo in volata Musette, che stava allestendo piste di neve sul bracciolo Luigi something con una mano mentre eseguiva un massaggio shiatzu ai regali piedini con l'altra, e il pappagallo Aldo, che sventolava la sourdre de sang sbattendo le ali, ma Asher aveva il sentore che ben presto ci sarebbe stata una mischia.
“Giusto il vampiro che ci serviva.” Sibilò melliflua la voce di Belle.
Ora, la sua sire, nonostante i tremila e passa anni sul groppone, disponeva solo di quattro toni di voce: il vuoto assoluto di cui solo gli antichi sono capaci, e che Belle non usava mai perché una vera signora non rivela la sua età, il sexy tone contralto da gatta in amore, buono per il sesso, le constatazioni amichevoli e le torture, l’incazzatura conclamata all’ottavo grado della scala richter, un passepartout, e questo: il tono da quiete prima della tempesta che accarezza e blandisce per lasciarti solo presagire il carico di merda che ti avrebbe seppellito di lì a poco. Asher avrebbe anche scommesso sulla quantità di merda in cui sarebbe affogato, ma vale la pena vincere facile quando stai per morire e non puoi goderti la vittoria?
“Asher, mio caro fantasma dell’operetta da due soldi, vai pure a sederti vicino al tuo compare di merende e illuminami d’immenso! Solo tu puoi risolvere il famoso caso dei documenti scomparsi.”
“Documenti?”
Le unghie di Belle cominciarono a scavare solchi nel legno dorato del suo scranno e la temperatura salì di parecchi gradi obbligando il povero Aldo a fare gli straordinari. “Sì, documenti, mia ripugnante progenie, hai in mente la carta? Quei bei fogli bianchi su cui geroglifici di varia natura sanciscono passaggi di proprietà e ricchezze generalmente a mio favore? Ti sovviene?”
“Oui, mi sovviene.” Sospirò Asher chinando il capo.
“E ti sovviene anche di quali documenti, nello specifico, stiamo parlando? No, non ti disturbare a rispondere caro, non vorrei che le tue cellule cerebrali degenerassero ulteriormente nello sforzo di ricordare, lo dirò io. Sto parlando dei documenti che avevi preparato per l’annessione del Parco delle Rose al Teatro del qui presente imbecille.”
“Veramente…” Provò a replicare timidamente Jean-Claude.
Belle afferrò Aldo per la coda e schiaffeggiò il vampiro insolente con il becco. “No Jean, non parlare neanche tu, ho deciso che imbecille d’ora in poi sarà il tuo nuovo nome. E tu che ne dici?” Continuò insinuante rivolgendosi all’altro.
Asher ci riflettè qualche secondo e poi annuì con convinzione. “Trovo che gli stia molto bene, mia Regina.”
“Parlavo dei documenti idiota!”
“Non so che dire Belle.” Borbottò tornando all’espressione falsamente contrita.
“Ma io sì. Pensa che li hanno trovati oramai inservibili e zuppi d’acqua. E dico acqua, non sperma o lubrificante. Pensa che l’imbecille qui accanto” e scoccò un’occhiata gelida a Jean-Claude ”mi ha raccontato che ce li aveva in bocca un cane…”
“Veramente ho detto che un nano vestito da ballerina mi ha fatto lo sgambetto e mi ha fatto cadere sulla sedia che ha rovesciato la scrivania che ha spostato l’armadio che ha alzato una folata di vento di potere che ha fatto volare i documenti che sono stati raccolti da un cane mannaro rogue su cui ho prontamente fatto mettere una taglia. Dead or alive.”
“Zitto imbecille! Ti ricordo che dal terzo gradino alla botola il passo è breve.” Belle si rassettò nervosamente la crinolina e respirò a fondo. “Torniamo a noi Asher…quando sei andato dall’imbecille prima di partire per la tua vacanza in Consiglio ce li avevi i cazzo di documenti, li ho visti io!!!”
“Sì è vero.”
Belle sbattè gli occhioni più volte, presa alla sprovvista. “Come sì è vero… non mi dici neanche una panzana, una balla qualsiasi, non ci provi neanche a difenderti?”
“No.”
“Ma se ce li avevi l’imbecille li ha visti. Allora è tutta colpa sua!” Ruggì alzandosi in piedi di scatto, mentre l’imbecille in questione provvedeva a stilare testamento: avrebbe lasciato le sue scarpe ad Asher, i suoi vestiti ad Asher i suoi sex toys…
“No.” Ripetè l’altro sfidando la Sire con il suo sguardo più gelido.
“No?”
“No.”
Belle si abbandonò sul trono con una mano sulla fronte. “Cristo Musette! Vammi a prendere la colombiana e non sognarti di tagliarla.” Poi sospirò rivolgendosi di nuovo a quel figlio per lei più misterioso delle parole crociate senza schema e senza indizi della Settimana Enigmistica. “ Allora? Dicevamo che tu avevi questi documenti. E come mai non li hai dati all’imbecille? L’hai beccato a farsi il primo attore? Mhuamhuamhua!” Belle scoppiò a ridere fragorosamente. “Bella questa! Non è bella? Ridete su! Anche tu Aldo.”
Asher annuì senza neanche scoprire mezza zanna." Oui."
“Sì?” Ripetè Belle. “Sì cosa? Porcacacca, sarò mica io l’imbecille?”
“Sì, l’ho beccato, anche se in realtà era con la prima attrice.”
“Attrice?” Belle si grattò la parrucca e poi si voltò inviperita, fulminando Jean-Claude con lo sguardo. “Vuoi dirmi che ci sono donne nella tua compagnia?”
“Sta parlando di Cinzia, quella che mi hai raccomandato tu.” Si schermì il poverino.
“Cinzia-Ci-Ahhhhhhhhhh! Cinzia! Sì, certo, davvero una donna con le palle, di quelle che piacciono a te. E quindi? Hai beccato il nostro Jean a farsi Cinzia, bene. E i documenti che cazzo c’entrano? Li hai usati per fare una pippa a tutti e due? Perchè sai, potrei perdonare un affare sfumato tenendo conto di creatività e intelligenza nell’uso ardito di materiale d’ufficio…”
“No. Mi sono incazzato e li ho buttati via.”
“Ti sei incazzato e li hai buttati via.” Ripetè Belle a pappagallo, senza offesa per Aldo. La donna scoppiò in una risatina forzata. “Dai, non scherzare che non è il momento. Non li avrà veramente mangiati il cane?” Si interruppe davanti allo sguardo gelido del suicida biondo e si premurò di controllare con il bugia-detector vampirico il suo stato mentale. Poi sussurrò: “Asher, dimmi che li ha mangiati il cane”.
“No. Mi sono incazzato e li ho buttati via”.
“Ti sei incazzato e li hai buttati via. Hai sentito Musette?” La voce della Sire era un crescendo di ira e potere represso, prossima alla deflagrazione. “Si è incazzato e li ha buttati via! MhuaMhuaMhua!”
Musette tirò fuori dalla gonna lo sfigmomanometro. “Signò, la pressione…”
“NO, MUSETTE, HAI SENTITO? SI E’ INCAZZATO E LI HA BUTTATI VIA. CAPISCI?” Urlò Belle lacerando timpani a chilometri di distanza. Poi ci fu un momento di quiete insostenibile o forse erano diventati semplicemente tutti sordi.
“Dimmi Asher…vuoi morire? Vuoi porre fine in questo modo inglorioso alla tua miserevole vita?”
“Perché no?” Scrollò le spalle il vampiro mentre Jean-Claude si mordeva a sangue le dita. “Sono brutto, non scopo e sono stufo di pringles, senza contare che la panna acida è un gusto da crucchi. Fai un po’ tu…”
“Aghhhhhhhhhhhhh! Mi prendi per il culo? Allora seccherò l’imbecille!!!”
“Ehi! Io voglio solo soffrire, non morire!”
Musette si chinò per sussurrare nell’orecchio della sua padrona. “Signò…ti ricordo il tuo mal di testa…i tuoi problemini...
“Ehm…ok. Non seccherò l’imbecille, ma lo torturerò, lo schiavizzerò lo sevizierò per altri cent’anni di turpitudine così sarai ulteriormente in debito con lui e non ci sarà manovra finanziaria che potrà risollevarti dal baratro del rimorso e Moody’s ti declasserà in emoisterico di classe Z-Twilight. E tu Jean-Claude non venirtene nelle mutande al pensiero che mi rovini l’effetto.”
“Nooo!” Gridò Asher, finalmente riscosso dalla sua imperturbabilità. “Lui non c’entra, uccidi me! Non posso sopportare un altro secolo di Guarda come sono buono a sacrificarmi per te brutto pezzo di merda però ti amo tanto!”
“Però ti amo tanto…” Pigolò Jean-Claude.
“Ti piacerebbe che ti uccidessi, eh?” Ridacchiò Belle, felice di averlo finalmente colpito nel suo posticino privato. “Purtroppo il tuo degno compare, nell’indecoroso e quantomai idiota tentativo di coprirti, e certo che veramente solo un imbecille cercherebbe di coglionare me per salvare il culo di uno stronzo come te, anche se è l’unica parte ancora buona, si è reso correo del delitto della mia lesa maestà che ovviamente non può passare impunito. Siete due vampiri ultracentenari della linea di sangue di Bellemorte e al vostro confronto Edward Cullen diventa un luminare della scienza!!!”
A questo punto Jean-Claude protestò indignato. “Ma io non sono mai stato bocciato!”
“Non me ne frega un cazzo, al massimo è la dimostrazione che frustare i bambini dà ottimi risultati! I miei figli possono scopare, stuprare, torturare e che non si dica in giro che sono una mamma apprensiva o castrante, ma non possono, NON POSSONO rendermi ridicola o fottermi soldi. Sono stata chiara?” I due vampiri la fissarono in silenzio mentre Musette ripeteva le ultime parole di Belle come un’eco. “Non ho sentito bene, SONO STATA CHIARA?”
“Sì, Belle.” Risposero i due chinando il capo.
“Dovete dire “Sei stata chiara”, imbecilli!”
“Sei stata chiara, imbecilli” replicarono in coro.
Belle ringhiò in un improvviso impeto di umorismo. “A quanto pare, vi occorre un ripasso intensivo delle basi fondamentali. Che ne dite di un bel revival?”
Jean-Claude battè entusiasta le manine, pensando alla sua porpora preferita. “Medioevo o impero romano?”
“Musette? Vai avanti a lucidare l’attrezzatura, sbrigati!” Ordinò Belle scrollando le spalle. “E quanto a voi…”
Sussurrò passando tra i due vampiri, l’aura intorno a sé così intrisa di potere da farla apparire imponente, un colosso di energia diabolica che li fece sussultare senza neppure sfiorarli (e anche questo giuriamo che c’è nell’originale). “Seguitemi.”


Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Flora. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

sabato 21 agosto 2010

Supernatural Activity - Capitolo 18 - Ma lo sai che preferisco le donne!!!

Riassunto delle puntate precedenti:
Jean-Claude e Asher sono due ex amanti da duecento anni sull'orlo di una riappacificazione/crisi di nervi/overdose (barrare la casella giusta a seconda dell'umore) e da quando è iniziata questa fanfiction passano fasi alterne di ti amo ti odio ti amo ti odio ti amo ti amo anch'io ma Morgana71 non è d'accordo. Questo matrimonio non s'ha da fa e Carneade, chi era costui? Forse una visione avuta da Asher sotto anfetamine mentre era sulla riva della Senna a contare barboni e montare pecore. Ma Asher non sta con le mani in mano, in genere sono nei pantaloni, ma non questa volta. Deve sbrigare affari burocratici con Jean-Claude e no, adesso le cosacce non si chiamano così, deve davvero fargli firmare delle scartoffie e quindi si dirige di malavoglia a teatro dove lo sorprende a ... fumarsi la pipa? Guardare l'ennesima replica delle Sorelle Mc Leod? Fare le parole crociate? Sì, lo so, qualsiasi persona dotata dell'immaginazione di una formica ha già capito ma non è mica colpa nostra se questi due fanno sempre le stesse cose!!!!


Colonna sonora : Macho man (Village people)

Asher sgranò gli occhi per la sorpresa dimenticandosi del suo solito sguardo gelido e perfino di nascondere il lato sfregiato dietro il suo amato ciuffo di capelli.
Era possibile? Doveva davvero credere ai suoi occhi? La coca con cui si stordiva ultimamente aveva cominciato a rodergli quel poco che restava del suo cervello?
Jean-Claude era in ginocchio sul letto, dimentico, completamente immerso in ciò che stava facendo e una donna mooolto alta e con due enormi seni estremamente rigidi lo stava cavalcando da dietro. Lo stava cavalcando? Una donna?
“Jean-Claude!!”
Il vampiro fece un salto e si scheggiò le unghie sul capezzale del letto orgy size per lo spavento. “Oh cielo!” Squittì. “ Mio marito!”
“Sei sposato?” Chiese la donna dietro di lui con una gradevole voce baritonale.
“Non ma cherie, è solo un modo di dire. Ne ho tutte le rogne senza neanche un benefit!”
Asher squadrò gelidamente i due piccioncini, che nonostante l’intrusione non avevano neanche fatto finta di smettere, emettendo balloon zeppi di improperi con la nonchalance tipica degli antichi. “Bene, bene, bene. Eccolo qui il nostro piccolo Jean beccato con le mani nel vaso di marmellata.”
“Veramente non sono io ad averci messo le mani.” Precisò Jean-Claude tergendosi il sudore dalla fronte.
“Veramente non sono le mani.” Chiarì ulteriormente la donna depositando un bacino sulla spalla del compagno.
“Finitela!” Latrò Asher gettando nel cesso la nonchalance e tirando lo sciacquone. “Non me ne sbatte un cazzo! La verità è che dopo tutte le promesse e i bacetti e i perdonami siamo di nuovo al punto di partenza: io che ti becco a farti la prima minchia che passa!!!”
“Ma Ashy, non conta mica! E’ una donna! Lo sai che le preferisco.”
La donna in questione si voltò verso Asher, senza staccarsi dall’altro vampiro, porgendo una mano da muratore. “Piacere caro, mi chiamo Cinzia!
“Ha la barba Jean-Claude.”
“E allora? Donna baffuta sempre piaciuta.”
“Ha il cazzo.”
“Oh insomma! E’ una donna come piace a me, di quelle che hanno quel qualcosa in più.”
“E che qualcosa!!!” Esclamò Cinzia sorridendo. “Vuoi unirti a noi tesoro? Puoi chiedere al carabiniere dietro al paravento se ti fa un po’ di posto!”
I capelli di Asher cominciarono a levitare rovinandogli il ciuffo a schiaffo accuratamente predisposto. “Gesù Jean-Claude, ora devo anche intrattenere i tuoi ganzi?”
Jean sbuffò presagendo l’arrivo dell’ennesimo j’accuse. “Excuse moi ma cherie, ho bisogno di un po’ di privacy.” Sussurrò alla compagna fissandola negli occhi e schioccando le dita; la coscienza della donna evaporò come neve al sole.
“Uhhh il super master al lavoro! Cos’ha il QI di una formica che con gli occhi ce la fai pure tu?”
Negli occhi di JEen-Claude balenò un lampo di rabbia. “Senti bbbello, mettiamo le cose in chiaro: primo Cinzia è la mia prima attrice e anche se ha le guance un po’ ruvide merita tutto il tuo rispetto. E’ una donna con le palle, sai?”
“Non ne dubito…”
“Zitto. Secondo mi hai mollato stronzo! Mi hai mollato come fai sempre. Te la sei fatta addosso per la paura!” Facendogli il verso con una vocina stridula.”Oddio ha l’ardy! Oddio è più potente di me! Oddio mi renderà suo schiavo! E allora? Quante volte sei arrivato vicino a rendermi il tuo schiavo?”
Asher scoppiò in una risata agghiacciante. “Vicino?”
“E adesso mi fai tutto il macho men solo perché il mio demone è più gasato del solito.” Lo ignorò l’altro. “C’hai rotto er cazzo Asher. A me e al mio ardeur: se la nostra pappa preferita non vuole più giocare con noi pazienza, chi si accontenta gode e io voglio godere, godere, godere!!! Cos’hai da dire ora?”
Asher rispose a modo suo. Scoccò a Jean-Claude uno sguardo gelido e prese il volo.
Qualche minuto più tardi il vampiro si ritrovò sull’ermo colle che sempre caro gli fu se non fosse per la cazzo di siepe che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude e rovina il panorama.
Il fiume scorreva lento, panta rei, indifferente alla sua sofferenza. Non c’era più religione.
Il rumore della dura pioggia del tardi martedì si confondeva col battito del suo cuore impazzito come le alucce di uno chardonnoret in una gabbia per criceti , e le gocce di pioggia bagnavano il suo viso celando le lacrime di rabbia che non era riuscito a trattenere e menomale che non usava il kajal come Jean-Claude.
“Cosa ho fatto stavolta per meritarmi tutto questo?”
La voce triste e mesta di Jean-Claude gli giunse alle spalle inaspettata. Bè, diciamoci la verità, sarebbe giunta inaspettata solo a un’idiota, ma del resto dai nostri vampiri non ci si può aspettare più di tanto, no? Asher inspirò profondamente e si voltò.
Jean Claude era davanti a lui, nudo, a parte il mantello spiegato dietro le spalle, bagnato e gocciolante, quasi fosforescente sotto i pallidi raggi lunari. Che novità, praticamente, era in quelle condizioni dal primo capitolo…
“Che palle! Ma mi segui sempre? Torna da Natalie.”
“Cinzia. “
“Cinzia, Jessica, Desiree…quel che cazzo ti pare. Io sono stufo e voglio solo contare le pecore erranti dell’Asia sul mio ermo colle e odir il vento stormire tra le piante.” “Non è il vento, è un barbone ubriaco che vomita.” Disse Jean-Claude stancamente. “E le pecore le conti o le monti?”
“Com’ è tipico da parte tue rinfacciarmi queste meschinità quando sai benissimo che per il mio animo puro non conta la forma ma solo l’amore. Sai qual è la verità?” “No Asher.” Replicò l’altro con tono provocatorio. “Sputala fuori questa cazzo di verità che son due secoli che ce l’hai sul gozzo!”
“La verità è…La verità è…La verità è…” Il vampiro si fermò, fissando l’amico che pendeva dalle sue labbra in attesa di una risposta. “La verità te la dirò la prossima puntata. Cliffhanger! Mhuamhuamhuamhua! Dio come sono cattivo!”
“Eddai Ashy” protestò Jean-Claude con voce lamentosa.”Va bene il sadismo ma ora si esagera! “
“Occhei. La verità è che avevo una gran voglia di uccidervi.”
“Mon Dieu! Questo sì che è uno spoiler…”
Asher cominciò a parlare fissando il vuoto come se stesse guardando un film girato solo nella sua testa.
“Se fossi rimasto un minuto in più, mi sarei nutrito di lei fino ad ucciderla; l’avrei dissanguata e buttata via per poi dedicarmi a te.”
Jean-Claude sbadigliò. “E fammi indovinare: avresti ucciso anche me?”
“Credo di sì.” Rispose Asher con uno sguardo gelido. “Probabilmente me l’avresti impedito dato che adesso sei il più forte, pare… ma alla fine sì, avrei ucciso anche te. Basterebbe giocare sporco e distrarti con robe come pompini e simili.”
“Quindi mi avresti ucciso dopo avermi scopato fino allo sfinimento, immagino, no?”
“Ehi! Ma quando ti ho detto i miei piani?.” Ringhiò prima di tornare imperturbabile allo sguardo gelido d’ordinanza.”Ma aspetta, mi stai prendendo per il culo?”
“Gesù! Te ne accorgi solo adesso? ” Jean Claude si avvicinò pericolosamente. “In ogni caso l’idea mi attizza. Quando lo giriamo questo snuff movie?”
“Sei un bambino mooolto malato. “
“Cazzo Asher. Siamo stati insieme per anni! Avrei potuto sopportarlo altrimenti? “
“Mi stai dando del mostro?”
“Uffaaaaa!” Protestò Jean mimando conati di vomito. “ Ancora ‘sta storia del mostro!”
“Certo! Perché gira gira ti sei fatto l’amante e naturalmente è pure un pezzo di fica seppur di sessualità dubbia.“
Jean-Claude si erse in tutta la sua dignità di masochista emo tormentato e sfiguez, puntando il dito indice dritto in mezzo al petto di Asher. Aveva proprio un bel petto.
“Senti caro il mio cicci-pucci, dubbi ne ho assai pochi, ma non è questo il punto. Il punto è: a te che cazzo te nefrega? Ti ho servito il mio uccello, le mie palle, il mio culo, i miei sentimenti e tutto quello che mi rende una persona, più o meno, su un piatto d’argento e tu c’hai sputato sopra. Io mi sono semplicemente stufato. Vado avanti.”
Asher tirò su col naso. “Senza di me. Ce l’hai un kleenex?”
“Voglio semplicemente qualcuno che non mi rifiuti e che non mi desideri solo per il mio potere.” Continuò l’altro porgendogli un angolo del mantello bagnato. “Li ho finiti, soffia qua. E’ un peccato così imperdonabile?”
“Bè, è seta, non verrà più via.”
“Intendevo volere qualcuno che non desideri solo il mio ardy.”
“No, Jean.” Sussurrò l’altro alzando le spalle. “Non è un peccato, è solo un desiderio irrealizzabile in questa fanfiction.”
“Senti me Ashy…prova a far far la pace al tuo cervello e al tuo uccello, e decidi cosa vuoi veramente. Così sembri soltanto un arrogante, viziato e perennemente insoddisfatto.”
“Una volta era proprio questo che ti piaceva di me.”
“Ma una volta mi scopavi! E scusa se è poco.”
“Una volta ero fico e questo è tutto quello che conta.”
Jean-Claude chiuse gli occhi sconfitto, indeciso se strapparsi i capelli o mettersi a urlare. Poi decise che di rovinarsi i ricci non se ne parlava e che urlare era fiato sprecato. “Cosa sei venuto a fare a teatro?” Mormorò infine in modo quasi impercettibile.
Asher lo fissò gelidamente. Ma poi, d’improvviso, arrivò la primavera e il ghiaccio si sciolse. E’ superfluo ricordare che i cambiamenti repentini di temperatura favoriscono le slavine?
“Niente d’importante.” Rispose tranquillo. “Domani finalmente torno in missione per il Consiglio, e starò via per un bel po’.” Lo squadrò con uno sguardo strano, un’ultima volta. “Volevo solo salutarti. Tutto qua.”
Jean-Claude si grattò la testa, pensando che con quell’uomo non c’avrebbe mai capito un benemerito cazzo. “Vabbè allora ciao.”
“Ciao.” Rispose enigmaticamente l’altro spiccando il volo. Nessuno gli avrebbe impedito di montare, cioè, contare le pecore, nemmeno Jean-Claude!
Questo sì che era un cliffhanger, porcapaletta!!!

sabato 14 agosto 2010

Supernatural activity - Capitolo 17 - Il capitolo è un po' emùùù, ma Asher di più...

Riassunto delle puntate precedenti:
Asher, in meditazione allucinogenamente assistita sulla riva del fiume, aspetta il cadavere del suo nemico. Non arriva un cazzo ovviamente, un po' perchè sono troppi un po' perchè al decimo barbone il nostro si è stufato di aspettare. Sta, stranamente, meditando di farsi fuori quando arriva il settimo cavalleggeri in uniforme d'ordinanza. Che sarebbe Jean-Claude nudo...
Asher messo di fronte al bivio se fosse meglio morire o una fetta impanata di culo fa la sua scelta. Secondo voi qual'è?


Colonna sonora: Spirit in the sky (Dr. & the Medics)

Morgana71 aveva detto NO. Non solo No, ma Hell no!

Asher a dire la verità ci aveva provato a farla ragionare, perchè parlando proprio papale papale quell’offertina del suo piccolo Jean di fargli da zerbino non gli faceva più tanto schifo: insomma, certo non avrebbe ceduto subito e l’avrebbe fatto ballare ancora un po’, però insomma almeno un giretto si poteva fare senza drammi, in fondo la sessualità era un lato importante di un’anima afflitta, no? E poi le fan volevano vedere nudo anche lui, eccheccazzo, almeno le donne etero e i masochisti, e tutta questa sfiducia sulla sua capacità di tenere il muso se smetteva di passare le sue notti da solo a deprimersi era ingiusta e ingiustificata, e ledeva la sua dignità e la sua reputazione di checca isterica sexysadica.

Ma l’Autrice aveva detto no, rivelandogli in gran segreto per convincerlo il numero totale dei capitoli, e promettendogli un sacco di momenti emo, di Pringles e di altro per impedirgli di rovinare il suo capolavoro. E il vampiro aveva concluso che se cuccava offstage poteva resistere ancora un po’, mentre Morgana71 si era messa a ragionare su qualcosa di grosso e drammatico, che li facesse incazzare di nuovo in grande stile.

Così non l‟aveva mai fatto. Non una volta si era rivolto a lui. Quanto tempo era trascorso? Dieci anni? Cinquanta forse. Strano come il tempo perda qualunque valenza quando sei immortale e la tua esistenza è piena di noia ma costellata di begli omicidi e tortura.

L‟esilio parigino non era stato finora eccessivamente penoso. Belle era diventata inspiegabilmente tollerante verso di lui, e le solite urla disumane “Sei un mostrooo” si erano gradualmente trasformate in semplici pugni in faccia quando le veniva voglia di scoparlo e si ricordava tardi del problema Mezza faccia. Evidentemente, riavere Jean Claude in uno stato semicoerente e voglioso di interagire e di farle regalini le aveva dato una calmata. Il flusso di gente che arrivava in tapis roulant alla camera della zoccoletta era pressochè continuo: non che Jean-Claude fosse l’unico professionista in attività a corte, ma era così felice di poter finalmente saziare la fame atavica da mangiapatate anoressico che non gli bastava mai. La cosa si univa mirabilmente al mondo che si era ampliato in modo inaspettato, e le potenzialità di questa estensione non erano sfuggite alla sua Master che voleva di più: più ricchezze, più potere, più territori. Più vittime per lei; quindi, per Jean Claude.

Asher sbuffò in modo nevrastenico. Era in piena crisi emo. Aveva tergiversato per tutta la serata, indeciso se aspettare il suo ritorno o andare lui stesso nella bocca del lupo. Purtroppo non poteva più evitarlo: il giorno dopo sarebbe partito per conto del Consiglio, e c‟erano un paio di questioni in sospeso che non potevano più essere rimandate fino al suo ritorno.

Dite che è la scopata d’addio? O che vuole lasciargli il suo criceto mannaro in giacenza? Maaannnòòòò.

Jean Claude aveva avuto un’idea geniale e aveva deciso di acquistare lo spazio che si estendeva dal suo teatro fino alla riva della Senna. Già, proprio fin dove lui amava trascorrere il suo tempo lontano dal mondo a guardare i barboni vomitanti. In realtà gli era sorto il dubbio che l‟avesse fatto apposta, anzi, ne era certo e gli avrebbe sicuro tenuto il muso per questo, ma, in effetti, aveva dovuto ammettere con sufficienza che forse una distesa di verde da sfruttare nei mesi estivi, durante i quali quella sua bettola avrebbe potuto dare dei party tra le zanzare, potesse essere economicamente sensato.

Questo lo avrebbe costretto a trovarsi un altro rifugio solitario dove farsi le … ehm, dove rilassarsi, ma doveva ammettere che era il luogo migliore e più logico in cui realizzare un simile progetto. E dato che era sempre lui ad occuparsi delle influenze in burocrazia e legge di Belle, gli toccava. Aveva già preparato i canonici 10 kg di scartoffie, e torturato alcune segretarie fannullone: mancavano soltanto alcuni dettagli da definire e un paio di firmette.

Perché si era ridotto ad aspettare fino all‟ultimo momento? Perchè regolarmente aveva trovato scuse o si era preso male o non aveva voglia di vederlo, e comunque avrebbe potuto pensarci Jean-Claude per tempo. Fatto sta che, alla fine, aveva deciso di andare da lui, nella speranza di trovarlo fuori dal teatro e fargli una scenata in mezzo alla strada, così magari avrebbe potuto resistere alla voglia di scoparlo, o lui sarebbe scappato piangendo. A Morgana71 sarebbe sicuramente piaciuto.

Quanto aveva voglia però di smetterla con questa farsa: vivevano nella stessa casa che, per quanto immensa, non gli impediva di incontrarsi; i loro sguardi si incrociavano ogni notte, a volte più di una volta, cosa che per lui era stata, e continuava ad essere, una sfida continua, una lotta contro la sua stessa capacità di tenere il muso. I momenti peggiori erano quelli in cui Belle e Jean-Claude si mettevano a scopare con l’ardeur, lo invitavano e poi gli facevano trovare la porta chiusa. Aveva urlato, aveva bestemmiato tutti i santi conosciuti, aveva devastato un sacco di stanze e consumato Analità campagnole e Belle l’aveva costretto a spostare mobili per domeniche intere. Ma non aveva ceduto, mai una volta.

Adesso non poteva farne a meno; tra pochi minuti sarebbero stati loro due, faccia a faccia. In realtà avrebbe potuto benissimo mandare un fattorino, ma la sua scelta di fantasie erotiche iniziava ad assottigliarsi, e in fondo erano almeno due capitoli che non lo picchiava. Piuttosto che andare in volo, aveva preferito camminare per potersi così scervellare con mille illazioni su come sarebbero andate le cose, caricandosi per una bella scena isterica. Ma non si sentiva uno stupido. Era solo un emo terminale pieno di gelatina e con… diciamo in mano… un copione allucinante. E poi doveva pur succedere qualcosa, altrimenti facevamo girare i pollici ancora un paio di capitoli poi ci infilavamo un bel matrimonio con Jean-Claude vestito da Rossella O’Hara.

Per eccitarsi un po’ di più si era fatto passare da Belle un po’ di anfetamine, in modo da arrivare completamente strafatto: ultimamente lei lo teneva ben rifornito di droga purchè lui non spaventasse la gente ai suoi ricevimenti, mentre quel bastardo di chiodo fisso si comportava in modo umile e sottomesso, senza mai provocarlo o dargli un assist. Non c’era ragione di pensare che avrebbe fatto il figo proprio oggi, probabilmente l’avrebbe trovato a sbronzarsi con la troupe, che ovviamente gli leccava le suole come tutti gli stupidi umani. Certo che Jean-Claude aveva proprio un debole per la plebaglia: non che la corte di Belle fosse il massimo della vita, ma la deriva adolescenzial-comunista da figlio di papà era veramente poco dignitosa. Insomma, sarebbe stata una noia mortale, magari ravvivata da un paio di battutacce.

Avrebbe preferito continuare con le sue seghe mentali, invece si ritrovò di fronte all‟edificio. Finse di cercarlo fuori ma era deserto, guardò anche sul tetto, e chissà perchè avrebbe dovuto essere lì, e alla fine si convinse che per non sembrare psicopatico oltre il necessario doveva entrare.

Qui abbiamo altre quindici righe su Asher che sta sotto la pioggia a rompersi le scatole, bagnare documenti, piangere senza essere visto, meditare oscure trame, fingere di pensare agli affari, immaginarsi Jean-Claude nudo, contare le pecore, dare calci a barboni eccetera.

Comunque alla fine entra eh? Giuro.

Aveva appena messo piede nell‟atrio, quando la sua mente registrò qualcosa di inaspettato. Lasciò cadere immediatamente la sacca e la tensione che aveva provato fino a quel momento lasciò il posto a un feroce istinto animale: i suoi occhi si accesero, squarciando l‟oscurità che avvolgeva l‟intera sala, e le sue labbra si piegarono in un ringhio rabbioso che gli snudò le zanne. Tutti i suoi sensi erano all‟erta. Era odore di sangue quello che impregnava l‟aria. Odore di sangue e di sesso. Si lanciò di corsa all‟interno, a scandagliare come un cane da tartufo ogni angolo del parterre, tra le poltrone, dietro gli immensi tendoni, in preda per una volta a una vera crisi isterica. Dopo aver controllato l‟intera platea, balzò sul palco vuoto e lo attraversò come una furia, tirando giù un pezzo di sipario, mentre passava dalla crisi emo schizofrenico-aggressiva alla crisi emo depressivo-ansiosa. Nella sua mente iniziò a farsi un viaggio, in parte causato dalla droga: Jean Claude nelle mani dei consiglieri, il suo corpo in balia di Morte D‟Amour, di Padma, di Yvette... i suoi bellissimi occhi spenti dalla rassegnazione. Era già un po’ eccitato.

Senza rendersene conto, si scagliò in volo verso la destra del palco e scaraventò giù la porta del camerino riservato agli attori.

Ta-dàààà!

Qualcosa dentro di lui si ruppe irrimediabilmente. Irrimediabilmente è un parolone, ovvio, però al momento si incazzò come una bestia.

Il suo cuore si fermò, per poi riprendere a scalpitare impazzito come un canarino idrofobo nel petto o nel torace; faceva male, un dolore lancinante, come se qualcosa glielo volesse strappare via dal petto riuscendo solo a lacerarlo. Bè, sì, un canarino sanguinolento avrebbe in effetti cercato di uscire. I suoi occhi si inondarono di lacrime, finché non pensò di vedere doppio.

Era la possibilità numero due.


lunedì 9 agosto 2010

Supernatural activity - Capitolo 16 - Dimmi cosa vedi. Ehm…un pony arcobaleno?


Riassunto delle puntate precedenti:

Belle e Jean-Claude hanno avuto una bella chiacchierata chiarificatrice; gli ha rivelato la vera natura di Asher e ciò che è diventato. Naturalmente il povero vampirello ha fatto finta di non capire perchè la vie en rose è la sua canzone preferita e quando indossi gli occhiali di lolita vedi a cuoricini anche le fruste. Riassumendo brevemente...per il nostro Jeasn-Claude non c'è speranza, se mai c'è stata, e per Asher...a proposito, dov'è Asher?


Colonna sonora: A tout le monde (Megadeth)

Ci scusiamo con i gentili lettori per l’inconveniente, ma il capitolo che vi presenteremo fra poco ha nell’originale una lieve devianza verso la poeticità hardcore. Si ritiene dunque appropriato mantenere lo stile voluto dall’autrice.

Din sulla vetta della torre antica, il passero solitario alla campagna cantando va, finchè non muore la notte, ed erra l’armonia su questa valle. Primavera d’intorno brilla nell’aria e per li campi esulta, sì che a mirarla intenerisce il core. Sempre cara gli fu quell’erma radura, e quella Senna, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando interminati film di là da quella, e sovrumani pettegolezzi, e profondissimo ardeur lui nel pensier si finge, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento ode stormir tra queste piante, i suoi vecchi amanti va comparando. E gli sovviene la voglia di spararsi.

Traduciamo. Asher stava a farsi una canna nel solito prato vicino al teatro di Jean-Claude. Non era ai livelli danteschi di Glauco che dopo aver mangiato l’erba si crede un tritone marino e si butta in acqua e muore, ma almeno a quelli emo del pastore errante che dopo aver visto per la quarantasettesima volta Analità campagnole guarda il cielo e ha le visioni sì. Poi guardò gli alberi. Poi guardò la luna. Poi guardò il fiume. La cosa lo ispirava a farsi delle menate, ma delle menate, ma delle menate che voi non ne avete un’idea, e considerate che stiamo parlando del re della gigapara, che Jack Leopard I gli può puppare la minchia, ergo se Morgana71 ci viene a raccontare che Asher sta seduto in un prato con una canna a fissare il vuoto e a crogiolarsi cupamente nel suo dolore peggio del solito siamo a cavallo.

E lucean le stelle… e olezzava la terra... stridea l'uscio dell'orto... e un passo sfiorava la rena… Entrava ella, fragrante… mi cadea fra le braccia… Oh dolci baci, o languide carezze… mentr'io fremente… le belle forme disciogliea dai veli! Svanì per sempre il sogno mio d'amore... L'ora è fuggita… e muoio disperato... e muoio disperato... E non ho amato mai tanto i pompini…”

Muori, cane!” gli urlò un barbone prima di gettarsi nell’acqua fangosa della Senna.

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita...”

NB: I puntini di sospensione rendono il tutto più lagnoso e da fallomarmocchio (bimbominkia ndr).

Traduzione: Asher mentre si fa una canna e si deprime inizia a pensare alla sua triste vita, a quanto era viziato da vivo, e quant’era bello avere una donna bionda e sottomessa come Julianna, a cui piaceva rammendare calzini e far trovare la cena pronta al suo signore e padrone. Ora invece si sente una merda: è un cesso, è antipatico quasi come Yvette, non ha più una dignità, è pieno di gelatina e Belle è una troia, e Jean è una troia, e li ha beccati, e non c’è niente che lo renda felice. Gnegnegne.

Essere o non essere, questo è il problema! Mi lascio drogare come Sparrow, scopo e mi metto tranqui o continuo a fare il gelido? Quali sono i lati negativi della prima opzione? Dunque, calcoliamo i pro e i contro come direbbe Donna Letizia: pro è scopare, contro è non essere lo re dell’ardeur”.

Era un sacco di tempo che voleva suicidarsi, dato che era così sfiguez. Perchè non l’aveva ancora fatto? Perchè da bravo emo di merda gli piaceva molto di più lagnarsi e pettinarsi i capelli davanti agli occhi, tagliandosi magari ogni tanto per bellezza. Però se Jean Claude tornava con Belle non gliel’avrebbe perdonato, ah questo no! Sì, forse l’aveva abbandonato per cento anni a prenderlo nel culo tutto da solo, e l’aveva anche stuprato davanti a tutti, e gli faceva fare una vita d’inferno. Ma cazzo lui si era preso l’acquasanta e quindi meritava un po’ di leccate. E poi non poteva funzionare: era troppo geloso, e comunque voleva la libertà di farsi altre persone per rassicurarsi, mentre Jean Claude avrebbe dovuto diventare monogamo e pensare solo a leccargli la suola delle scarpe, eccheccazzo!

E tanto sono brutto e tutti mi odiano, ma lui mi ha fatto un pompino, ma lei è morta, ma lei non mi vuole, che sia perchè l’ho mollata dandole della brutta troia insensibile?, e sì e no e sì e va bene, vedo non vedo, voglio non voglio, e tanto mi lascerà magari tra 2000 anni ma mi lascerà e io non posso certo sopportarlo è inutile mettersi in una storia senza futuro, in fondo ha patteggiato 100 anni, mica di più, significa che non mi ama abbastanza anche se ne vorrebbe ancora ma tanto ne vuole da tutti perchè è una troia. Avrei dovuto morire da piccolo con i peli del culo a turacciolo che morire da vecchio soldato con il pelo del culo bruciato. Io non posso restare seduto in disparte nè arte nè parte, non sono capace di stare a guardare quegli occhi di brace e poi non provare un brivido dentro e correrti incontro gridarti TI AAAAAAMMOOOOOO, ricominciaaaaaamooooo. E invece no, io non aprirò, perchè se usa l’ardeur vuol dire che non vuole lasciarsi picchiare e quindi che non mi ama, ecco. OOOOOhhhhh cazzo, non mi viene una ragione sensata per non rimettermi con lui felici e contenti. Mi suiciderò.”

NB: Questo tira e molla ecc ecc ecc continua per circa 5 pagine.

E alla fine grazie a Dio Asher decide di aspettare l’alba e morire.

Possibile? Mannnòòòòò. Perchè a un certo punto Belle si era stufata di giocherellare con Jean-Claude, e gli aveva dato una gomitata: “Dai, Asher si sta suicidando, vai a salvarlo che se no ci finisce la fan fiction!”

Inutile a dirsi, il vampiro si era precipitato a rotta di collo ancora nudo, trascinandosi dietro solo un lenzuolo, inciampandoci dentro e atterrando di schianto sopra colui che cercava.

Certo che sei una sega anche a volare, oltre che coi sassi. Mi hai fatto male, stronzo. E sei arrivato all’ultimo momento come al solito. Finito di scopare? Tanto non mi sposti, vuoi vedere? Ormai cazzi tuoi.”

Andiamo, Asher.” Miagolò la voce familiare. “Si è fatto tardi. Non spaccare i coglioni.”

Le parole erano spavalde, ma il tono era terrorizzato e gli battevano i denti. Asher si sollevò sui gomiti e si voltò. Jean Claude era in ginocchio davanti a lui, offrendogli la pancia in segno di sottomissione, con un sorriso disarmante e due occhi dolcissimi che luccicavano ansiosi, in attesa di una risposta.

I due rimasero a scrutarsi in silenzio, due ombre che i riflessi dellalba sullacqua cominciavano lentamente a colorare.

Sentiiii” Bisbigliò improvvisamente, senza staccare lo sguardo dal suo. “Cercherò di fare tutto quello che vuoi, se mi vuoi fuori dal cazzo mi eclisso come un lombrico, se mi vuoi sul cazzo ci vengo meglio di Skytg24 sulla notizia. Ti chiedo soltanto una cosa.” Continuò balbettando spiritato “Ogni volta che ne sentirai il bisogno, in qualunque momento, per qualunque cosa... vieni da me. Fammi quello che vuoi. Cioè, intendo tutto-tutto, anche se vuoi picchiarmi. Ti porto la colazione a letto. Ti rammendo i calzini. Ti faccio tutti i pompini che vuoi. Ti lucido le scarpe. Ti pettino i capelli davanti agli occhi. Ti do una fetta di culo impanata.” Allungò un braccio verso di lui e gli porse la mano. “Non avrai bisogno di implorarmi, basta che mi costringi, lo sai che mi piace di più.” Sospirò. “Pliiiiiiiiis”.

Vabbè, se me la metti così mi degnerò di concedermi per stamattina. A portare avanti la ff ci pensiamo domani”. Gli prese la mano sentendosi subito meglio, e tornarono a casa svolazzando romanticamente.