lunedì 28 giugno 2010

Supernatural Activity - Capitolo 11- Ingessame er cazzo che me s'e' rotto…

Riassunto delle puntate precedenti:
Jean-Claude e Asher, i nostri amanti infelici, si sono incontrati alla festa di Belle e dopo essersi corsi incontro piangendo si sono rimessi insieme. Davvero? Nahhhhhhh!
In realtà Jean-Claude ha conosciuto il suo incarico, il Signor Darcy, ha sputato metaforicamente sulla fica di Yvette e ha litigato per l'ennesima volta con Asher che però gli ha testimoniato il suo sempiterno ammmore assicurandogli uno stupro in esclusiva. Insomma!! Ordinaria amministrazione...

Colonna sonora

Il Signor Darcy stava intrattenendo Asher e Jean Claude con un’amena conversazione. Accomodato tra i due vampiri nella carrozza a quattro posti che li stava conducendo verso la sua residenza, aveva le guance arrossate e il respiro corto, l’aria eccitata e insieme divertita. Non altrettanto si poteva dire dei suoi ospiti. “…e dovete sapere che mia moglie Elisabeth è la più audace cacciatrice di zombie di tutto il Regno Unito, nominata baronetto dalla Regina in persona per i suoi indiscutibili meriti!”
“Davvero lodevole da parte sua.” Sbuffò Asher guardando fuori dal finestrino.
“Non vedo l’ora di conoscerla Signor Darcy.” Replicò gentilmente l’altro strizzando l’occhio ripetutamente ad Asher per vedere di riportarlo alle più elementari norme della cortesia.
Darcy era completamente ignaro di ogni reazione che non fosse la propria. E quest’ultima era intensamente concentrata nelle sue mutande. “E lei non vede l’ora di conoscere voi. Cielo! Non posso credere alla mia fortuna. Sono seduto tra Jean-Claude e Asher, i famosi luogotenenti di Bellemorte! I sopravvissuti all’inquisizione del 47!!!”
Il sopravvissuto biondo digrignò le zanne. “Già. Proprio una fortuna.”
“Insomma Asher dovresti essere felice dell’apprezzamento che ti tributa Monsieur Darcy. Non ti lamenti sempre che nessuno ti vuole?”
“In verità Signori vi dico che non avevo idea che dietro cotanto orribile aspetto, non me ne voglia Signor Asher, si celasse un famoso personaggio. E così sexy poi! Quale inestimabile coincidenza!”
“Invero inestimabile!!!” disse Asher voltandosi verso Darcy e fissandolo con uno sguardo gelido che non raffreddò neanche di mezzo grado i bollenti spiriti del nobil’uomo.
“Ehm…e se parlassimo del tempo?” Provò a cambiare discorso Jean-Claude. “Non trovate che sia insopportabilmente umido?”
“Miei cari, io adoro le cose umide, rendono estremamente desiderabile starsene dentro al calduccio…” Cinguettò il Signor Darcy affondando le mani nei posti più caldi che aveva a sua disposizione: le brache dei suoi compagni di viaggio.
Asher si alzò di botto, sbattendo la testa contro il tettuccio della carrozza. “Anch’io Monsieur Darcy infatti penso che andrò a sedermi fuori accanto al cocchiere!”
Jean-Claude chiuse gli occhi e abbassò il capo sconsolato, preparandosi al peggio.
“Signor Asher” Lo pregò Darcy. “Se con la mia equivoca condotta vi ho turbato in qualsivoglia modo vi prego di scusarmi. In genere sono in grado di controllare i miei bassi istinti almeno finchè cortesia e pubblica decenza lo richiedono.”
L’altro lo fissò in silenzio. Poi si risedette. “Sarà.”
“E’ che siete così fichiiiiiiiiiiiiii! Squeeeeeeeeeee!” Strillò Darcy strofinandosi le manine.
“Bah.” Replicò Asher con una smorfia mentre Jean-Claude cominciò a fischiettare.
Darcy si allentò il nodo della cravatta. “E fa così caldo in questa carrozza. Voi non lo sentite?”
Asher rabbrividì, fissando Jean-Claude con sospetto. “Chissà come mai…”
All’ennesimo sguardo gelido del compagno Jean-Claude cominciò a sbuffare. “Senti, ma…non potremmo farla finita con questi sguardi del cazzo e scopare? E’ la parodia di un fanfiction di Morgana71! Morgana71 capisci? Già mi è incomprensibile come non stiamo scopando in questo preciso momento!”
“Mi trovate sicuramente d’accordo.”Annuì Darcy a più riprese.
Asher spalancò la bocca e poi la richiuse in un gesto di stizza. “Ma vuoi che mi dimentichi tutto quello che mi hai fatto? E a proposito siamo arrivati?”
“In verità no.” Rispose Darcy completamente ignorato dagli altri due.
“Ma sono passati più di cento anni cazzo! Non so se mi spiego cento anni!” Jean-Claude si fermò per riprendere fiato perché i vampiri non ne hanno bisogno, ma quando ci vuole ci vuole. “E comunque finiremo in ogni caso per scopare. Perché non risparmiarci 170 pagine di sguardi gelidi e farlo subito?”
Darcy si leccò le labbra, guardando con adorazione prima un vampiro e poi l’altro. “Posso ribadire il mio accordo?”
“Ecco! Sei sempre il solito tu! Fai presto a parlare…un secolo di sevizie e vorresti che facessi finta di nulla. E i miei bisogni? E i miei problemi dove li mettiamo?”
“Avevo giusto in mente un posticino molto privato in cui metterli…” borbottò Jean-Claude.
“Sì, vabbè, siamo arrivati?” continuò Asher.
I capelli di Jean-Claude cominciarono a levitare, il calore nella carrozza raggiunse limiti insostenibili, la tensione sessuale era palpabile. Quantomeno dal Signor Darcy.“No! Non siamo arrivati cazzo! Quando saremo arrivati te ne accorgerai perché la carrozza si fermerà! Non sei capace di non essere te stesso per cinque minuti? Per cinque fottutissimi minuti?”
Gli occhi di Asher lanciarono lampi gelidi. “Ma non-“
“NOOOOOO! Non siamo arrivati! Stiamo andando a Molto Molto Lontano che per l’appunto è MOLTO MOOOOLTO LONTANO! Se ti annoi in mia compagnia intrattieniti da solo! Puoi sempre rimuginare per l’ennesima volta su tutto quello che ti avrei fatto.” Urlò Jean-Claude prima di rinchiudersi nel mutismo più assoluto.
“Sì, certo! Intrattieniti da solo! E’ un secolo che mi intrattengo da solo se proprio vuoi saperlo, eccettuato gli stupri ovviamente. Se avessi un po’ di privacy lo farei!”
Jean-Claude si mise a ridere. “Privacy! Credevo che tu e la privacy fossero due concetti inconciliabili!”
“Oh Oh! Ora il piccolo Jean-Claude sa il significato di paroloni come concetto e inconciliabile! Il tuo demone, il tuo ardeur del menga è cresciuto un poco e ora ti senti un cazzo e mezzo, vero? Non puoi fare a meno di ostentarlo come una vecchia baldracca da due soldi che fa ondeggiare la borsetta in mezzo alla via, è così?”
“Signori?” Azzardò timidamente il Signor Darcy.
“Ma quello più forte sono io. SONO. SEMPRE. STATO. IO.”
“Se lo dici tu…” Sussurrò Jean-Claude esibendosi in una delle sue irritantissime scrollate di spalle corredate di sorrisetto gne-gne.
“Signori?”
“CHE CAZZO VUOI TU? Non è abbastanza ridicolo parlare di una moglie che uccide zombie come di un vanto? Come se noi vampiri avessimo per servo umano una donna che chiama gli zombie…” Lo apostrofò con rabbia Asher.
“Mon Dieu.” Ridacchiò Jean-Claude.”Non riesco proprio a immaginarmelo…”
Il Signor Darcy tossicchiò discretamente e poi fece un cenno indicando il finestrino. “Ecco, volevo solo dire che ORA siamo arrivati.”
“Bene!” Concluse Asher scendendo al volo dalla carrozza. “Andrò a vedere se nelle stalle l’aria è più respirabile.”
Il Signor Darcy si voltò verso il vampiro rimasto, indeciso se chiedere lumi o meno su quell’incresciosa situazione.
“Signor Jean-Claude. E’ stata colpa mia? Ho forse detto qualcosa che non va?”
“Non Monsier Darcy.” Rispose Jean-Claude con un mezzo sorrisetto di soddisfazione.”E’ una cosa tra di noi. Una vecchia questione.”
“Questione di terre e denari?”
“Non mon ami, di dimensioni. Lo sa com’è, non? Vince sempre chi ha l’uccello più grosso.”
“Bene.” Approvò il Signor Darcy compiaciuto. Mai come in quei casi valeva il vecchio detto “tra due litiganti il terzo gode”. E lui si aspettava di godere molto.

Asher vagava nei possedimenti di Darcy da non sapeva neanche lui quanto. La tenuta di Molto Molto Lontano era davvero fantastica: la visita al Dojo di Elisabeth era stata istruttiva, aveva sniffato piadine, fatto almeno dieci giri sul brucomela e evitato come la peste il Niagara: non aveva nessuna intenzione di mettersi in costume!!! Tutto ciò era stato inutile purtroppo. Nonostante il suo frenetico sbattersi in un’attività dopo l’altra che neanche il Signor Rossi il mese di agosto nel villaggio vacanze, il demone di Jean-Claude aveva continuato a chiamarlo con la sua voce suadente “A’ bbiondo! Nun me fa aspettà accidenti alli mortacci tua!” e lui non riusciva a far finta di nulla. Dolori ossei, vampate di calore, irritabilità e depressione, mastodinía, perdita di memoria, cefalea e, a volte, spotting! Tutto ciò gridava a gran voce un colpevole che lui conosceva da molto tempo: l’ardeur. Il demone di Jean-Claude, a differenza di quello di Belle, aveva da sempre mostrato una predilezione nei suoi confronti e, in sua presenza, assumeva una forma particolare e non del tutto sgradita. Solo che cent’anni fa era un ospite benvenuto mentre adesso tutto quello che desiderava era un’overdose di trattamento ormonale e dimenticarsi ogni cosa. Jean-Claude e Belle e il loro ardeur e Darcy e sua moglie e…e…cosa cazzo voleva dimenticarsi? Ebafanculo pure alle perdite di memoria, se l’era dimenticato…

Ridendo poco e scherzando ancora meno si rese conto, a un paio d’ore dall’alba, di essere giunto davanti alla residenza padronale. Casualmente si trovava su un albero che casualmente si ergeva proprio davanti alla camera da letto di Darcy; ovviamente era una camera con vista! Casualmente la camera era occupata. Da Darcy, sua moglie e Jean-Claude, che sicuramente passava di lì per puro caso. Il caso volle che fossero impegnati. A scopare ovviamente. Asher maledisse in 960 lingue la casualità. Non a caso era un vampiro colto.

A quel punto tanto valeva approfittare della situazione: Analità campagnole era rimasto a Parigi e Jean-Claude in preda all’ardeur geneticamente modificato pro domo sua (peli sul petto, catenaccio d’oro, bicipiti gonfiati ed eloquio da quadrivio) era sempre stato uno spettacolo. Non valeva la pena di menare il can per l’aia, pensò Asher. Quindi si sistemò meglio sul ramo davanti alla finestra, si tirò su le maniche e si apprestò a menare qualcos’altro.

Intanto la coppia di sposi, ignara di quanto stava succedendo a qualche metro di distanza, stava bruciando calorie e cervelli in complesse coerografie ginniche con uno Jean-Claude in grande spolvero che, meritatamente, si stava guadagnando la pagnotta col sudore di parti un po’ più a sud della sua fronte.

Intrappolato tra i due consorti, la signora sotto e il signore alle spalle, aveva deciso che era il momento di cambiare posizione.

A’ bbello! Che ne dici se ce cambiamo de posto?”

Ah-Perché-Ah-Signor-Ah-Jean-Ah-Claude-Ahhhhhhhhh?”

A ‘stronzo, perché lo dico io! Me fate sangue e ve vojo provà. C'avete un bugio der culo che se lo mettete fori da la finestra ve ce fa er nido le aquile!”

Elisabeth arrossì. “Oh! Signor Jean-Claude, è così eccitante!”

Te piacciono le parolacce a’ maialona?”

Una voce in preda all’estasi riempi la stanza come un’eco. “Sìììììììììììì, ahhhhhhhhh, cosììììììììììììììì, non vi fermate!”

E’ stato lei a parlare Signor Jean-Claude?” Chiese il Signor Darcy.

Cor cazzo!” Sogghignò Jean-Claude. “ Io ‘sta voce la conosco…”

Il vampiro si alzò e andò alla finestra, oscurata da uno spesso strato di condensa, scrisse scemo chi legge e poi la aprì.

Asher!” Esclamò dandosi una vigorosa grattata al pacco. “Che ci fai qui?”

L’altro risucchiò buona parte della bava che gli colava sul mento, pur restando affascinante, prima di riuscire a balbettare. “Ehm…passavo per caso?”

Jean-Claude alzò un braccio verso la finestra, gli occhi di fuoco blu, i capelli che ondeggiavano al magico vento del suo potere. E ruttò. “Anvieni da me. Aò!”

No, non posso.” Strinse i pugni Asher.

Che c'hai, er teschio disabbitato?” Replicò Jean-Claude abbassando lo sguardo e attirando l’attenzione sui suoi posticini privati. “Amò', su 'sta fava nun se scureggia!”

L’altro quasi piangeva, in preda a una vera e propria crisi di coscienza. “Nooooo, non possoooo!”

Te prendo, te pijo e te apro in due come una mela.” Continuò quello insinuante.

Asher spiccò un salto mortale con triplo avvitamento carpiato atterrando come neanche l’Alitalia a Punta Raisi. “Fanculo la coscienza!”

Il viso di Jean-Claude si aprì in un sorriso di pura gioia. “Era ora!” Sussurrò prendendo l’altro per i capelli e sbattendolo sul letto insieme agli altri due senza troppi complimenti. “Chi è il più forte adesso?” Gli urlò in un orecchio mentre gli strappava i vestiti di dosso. “Chi è er più macho tra noi?” Continuò a sbraitare davanti agli altri due, che sempre sotto l’influsso dell’ardeur, coadiuvavano entusiasticamente il protagonista e la guest star.

Oh piccolo Jean…quanto mi piaci quando fai il duro…” tubò Asher in brodo di giuggiole.

E c’hai ancora da assaggià ‘o sventrapapere!!! Forza amò! Scardiamoci i muscoli! Tu co’ la maialona ed io co’ ‘sto stronzo spaccacojoni!”

In stuprotandem come ai vecchi tempi?”

Troppo gggiusto! Diamoce sotto!”

Come in una pornomoviola i due vampiri presero gli attoniti coniugi e se li spartirono, sbattendoli sul materasso, ovviamente orgy size, senza troppe cerimonie.

I gemiti, le urla e gli orgasmi mono e multipli raggiunsero presto il settimo grado della scala richter disturbando la servitù, i cavalli e qualsiasi essere dotato di ormoni nell’intera regione, isole comprese.

Ma in un picco al ribasso dei ferormoni, Jean-Claude stava pensando alla lista della spesa, la presa sulla mente umana di Elisabeth si allentò. La giovane donna sbattè gli occhi, mise a fuoco e si ritrovò davanti il profilo di Asher. Quello sbagliato.

Aghhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!” Urlò respingendo il vampiro e afferrando con mossa fluida la katana sotto il cuscino. “Uno zombieeeeeeeeeeeeee! E va pure veloceeeeeeeee!”

Asher allargò le braccia e fece una smorfia. “As hard and fast as I can!”


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