venerdì 24 settembre 2010

Supernatural activity - Capitolo 23 - W gli emoderivati!!!


Riassunto delle puntate precedenti:
Lo sanno tutti, Jean-Claude è molto più bravo di Asher a fare l'irritante (anche se è una lotta) e quindi il biondo viene istigato a suon di insulti a sfracicarlo di mazzate ferrate. In realtà Asher non fa neanche troppo ostruzionismo, magari però, nella foga del momento, si fa un po' prendere la mano... Riuscirà il loro ammore a resistere a cotanta prova?

Colonna sonora: Resistance (Muse)

Asher buttò la mazza chiodata a terra e si asciugò il sudore dalla fronte. Merda, sudare gli increspava i capelli! Possibile che fosse così fuori forma? Eppure al Consiglio si teneva in esercizio: ne frustava almeno tre al giorno!!! Forse aveva esagerato?
Pian piano, mentre la visione lateralperiferica tornava, l’adrenalina veniva riassorbita e, in poche parole, qualche barlume di buon senso faceva timidamente capolino nel suo cervello, si rese conto che qualcosa non andava. Cos’era quella roba rossastra appesa al muro? Non poteva essere un Picasso, Belle lo odiava da quando le aveva dedicato Les demoiselles d’Avignon, e quindi cosa cazzo era? Mentre si avvicinava e la sua mente finiva di snebbiarsi, la cosa emise un lieve gemito e la consapevolezza di ciò che aveva fatto lo colpì come un maglio.
“Jean-Claude sei tu?”
L’altro alzò il capo di circa mezzo millimetro inarcando, tra mille dolori, quel che restava del sopracciglio sinistro. Comunque l’espressione gne-gne gli veniva bene anche ridotto a una merda. “Non mon chardonnoret, sono la fatina dei denti e questo che vedi non è sangue, è marmellata di fragole..”
“Fanculo, lo vedi cosa mi hai fatto fare?” Gli urlò Asher tra le lacrime mollandogli uno schiaffone. “Sei il solito stronzo!”
Jean-Claude nondimeno riuscì a ridacchiare, cent’anni di stupri ti rendevano resistente, nulla da dire. “Dì la verità che volevi realizzare il tuo sogno e rendermi finalmente uguale a te.”
Il piede di Asher batteva impaziente sul pavimento. “Ecco! Dici queste cose e come faccio io a non odiarti?” L’altro gli sorrise enigmatico e poi chinò il capo e spirò. Asher cominciò a scuotere ossessivamente la forma esanime coperta di sangue. “Jean-Claude! Jean-Claude!” Come avrebbe fatto senza di lui? Cazzo, picchiare i pirla del Consiglio non l’aveva mai soddisfatto neanche la metà di quanto aveva goduto oggi. Come poteva tornare a quella vita? “JEAN-CLAUDE! Oddio non parla più!!”
Uno sfolgorante sguardo blu, che col rosso risaltava particolarmente bene, si fissò nei suoi occhi colmi di lacrime. “Scherzetto! Un tempo saresti stato contento di avermi fatto chiudere la bocca…”
“Te l’ho sempre detto che chiacchieri troppo…e poi preferivo chiudertela con altri metodi.”
“In una coppia ci vuole uno che parla, e anche uno che agisce.” Rantolò il tapino mentre l’altro lo stoccacciava in preda ai rimorsi, incurante delle ferite ancora fresche.
“Ma guarda cosa ti ho fatto! Guarda come ti ho ridotto! Sono un mostro! Sono cattivo! Sono perverso!” Asher si leccò le labbra. “Mmmm…sono eccitato!”
Jean-Claude a queste parole avvertì le vecchie speranze riaccendersi, anche se si sentiva ancora uno straccio: persino l’ardeur era in sciopero, lo percepiva talmente rintanato nelle profondità del suo essere da fargli sospettare che il suo demone allegro avesse finalmente scelto la clausura… “Ma se non hai neanche finito, sei arrivato appena a novantanove!!”
Asher sfoderò il suo sguardo gelido.“Ok.” E poi gli mollò uno sganassone.”Va bene così?”
“Meglio grazie.”
Lo sguardo gelido di Asher si sciolse come un fiordifragola ad agosto e il vampiro appoggiò con cautela la fronte su quella dell’amico. La sua voce era solo un sussurro, ma per l’altro era come musica sinfonica, come acqua per un assetato, come coca per una starlette in crisi di astinenza. “Oh Jean-Claude ti amo ti amo! Amo il modo in cui mi rendi pazzo, amo il modo in mi costringi a frantumarti le ossa, amo il modo in cui mia assolvi continuamente da tutti i miei peccati, qualunque cosa ti faccia.”
“In secula et secolurum, amen.” Il sorriso di Jean-Claude risplendeva di luce propria, le sevizie quasi dimenticate. Cazzo, pensava il vampiro, quella puttana di Belle aveva avuto ragione anche stavolta e adesso chi la sopportava quella sborona? Ma del resto le troie non hanno sempre ragione? Ma non era una troia anche lui? Ma Belle era la più bagascia di tutte.
“Lo sai che sei sexy?” Gli alitò Asher sulle labbra intingendo un dito nel suo sangue e leccandolo.
“Ti piacciono gli hamburger?”
“Il rosso era il colore preferito di Juli.” Disse Asher mentre procedeva con cautela a liberare l’amico dai catenacci.
“Lo so. AU mi fai male!”
Asher se lo caricò su una spalla come un sacco di patate. “Quante storie…pensa alle macchie sul mio vestito!”
Una volta arrivati nella camera di Jean-Claude, Asher depose il suo prezioso carico sul lettone orgy size, non prima di averci steso sopra un bel telo protettivo. Chi la sentiva Musette altrimenti? Poi si guardò intorno. “Ma dov’è?”
“Chi?” Sussurrò Jean-Claude.
“Quando tu hai finito con la tortura c’era…c’era il lupo Dorino che mi aspettava. Per te non c’è nessuno?”
Jean-Claude lo fissò un attimo in silenzio, preparandosi per la prova del nove. La sua vita, la sua felicità, dipendevano da come Asher avrebbe reagito nei prossimi cinque minuti. Cazzo se era messo male. “No.” Due secondi di pausa. “Era previsto solo per te.”
Asher sbarrò gli occhi cerulei e poi gli mollò l’ennesimo sberlone. “Cazzo Jean-Claude potevi morire!!!”
“Ahi!” Protestò il vampiro.”Guarda che sono sempre in tempo!” Poi, dato che la percentuale di pelle sana cominciava a superare quella al sangue, si concesse un’espressione sexy. “Puoi sempre baciarmi…e leccarmi le ferite come ho fatto io nel capanno, e darmici un bacino che mi passa la bua…e farmi gustare il tuo sangue…”
“Ummm…ho come la sensazione che tu e Belle abbiate predisposto tutto…”
“Chi, io? Sarei capace di fare qualcosa di così intelligente? Voglio stare con te o no?”
“Hai ragione, hai ragione, lo so che hai ragione. Però…”
Jean-Claude riuscì a mettersi seduto e a posare le mani sulle spalle dell’amico. “Guardami negli occhi. Ho detto negli occhi! Hai un copione nel culo anche stavolta?”
Asher si diede una palpatina al retro delle braghe.“Sigh. No. Se Morgana71 ci provava l’avrei uccisa col tubo delle pringles. ”
“E allora dai il via alla libidine, oramai hai detto che mi ami. Puoi anche stuprarmi, picchiarmi, torturarmi, uccidermi.” Gli occhi del vampiro mandavano bagliori blu mentre si fregava le mani come uno strozzino in tempo di crisi e ripeteva ossessivamente.” L’hai detto! L’hai detto! L’hai dett-“
“Ok. L’ho detto, ora basta però.” Disse Asher tappandogli delicatamente la bocca con una mano. Poi cominciò a spogliarsi mentre l’altro lo guardava adorante.
“Oh! Hai ancora i fiorellini con cui ti ho decorato l’uccello!!!”
Asher riuscì ad arrossire. “Sì. L’ho messo tra due fogli di carta assorbente…”
“Che tenero.”
“Ora non alzare la cresta. Non so se riuscirò a sopportarti.” Replicò Asher sistemandosi di fianco all’amico e sfiorando con un dito le sue ferite. Se univi gli sbreghi dall’ 1 al 27 ottenevi Winnie the pooh che stuprava un vasetto di miele.
Jean-Claude lo prese per i capelli, i loro visi erano a un millimetro di distanza. “Sopportarmi? Ma è ovvio che non ci riuscirai! Io ti farò impazzire, ti ballerò la macarena nudo tutte le sere, ti farò sentire le intercettazioni dei miei randevous, ti obbligherò a vedere tutte le puntate di Sex & City e nei momenti di intimità ti chiamerò Samantha! Ti addomesticherò, vedrai.” E poi lo baciò e lo baciò e lo baciò. Notorius e Ingrid Bergman gli facevano una pippa!
Ad Asher gli ci volle qualche minuto per riprendersi e tre tentativi per ritrovare la voce. “Addomesticarmi? Impossibile.”
“Prendimi le ciabatte.”
“Le prendo in bocca?”
“In bocca devi solo prendere il cazzo.”
Asher fece per raccoglierle e poi si fermò. “Non puoi addomesticarmi Jean-Claude, non puoi.”
Il vampiro gli baciò le cicatrici sul lato sfregiato del viso, una per una fino all’orecchio e poi disse piano. “Allora vuol dire che mi dovrai uccidere.”
“Ok, ci penserò.” Rispose Asher prendendo il viso dell’amico tra le mani e portandogli la testa davanti alla propria carotide pulsante. “Dopo aver scopato però.”


Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Flora. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

venerdì 17 settembre 2010

Supernatural activity - Capitolo 22 - Ora sì che mi sento meglio!

Riassunto delle puntate precedenti:
Dopo l'ennesima marachella Belle punisce i suoi due bamboccioni a modo suo: dovranno prendersi a mazzate vicendevolmente. Per Asher non è una novità ma per Jean-Claude sono grossi problemi anche perchè l'oggetto scelto dalla sua sire per torturare l'amico è davvero tra i più temibili: una copia di Cioè. Riuscirà il nostro Asher a rimettersi? E cosa c'è in serbo per il povero Jean-Claude?

Colonna sonora: Satisfaction (Rolling Stones)

Jean-Claude cadde per terra piangendo calde lacrime sul giornale arrotolato. Si accorse con orrore che il poster del licantropo Jacob era leggermente macchiato di sangue e pianse più forte. Il sangue di Asher, aveva versato il sangue di Asher!
“Ti pregherei di non frignarci sopra” sbuffò Belle avvicinandosi al vampiro inginocchiato.”Non l’ho ancora letto.”
“Ecco sei sempre la solita!” Sbottò Jean-Claude fulminandola con lo sguardo mentre Aldo gli volteggiava sulla testa a mò di avvoltoio.” Dici che mi vuoi aiutare e poi ti rimangi tutto in meno di cinque minuti. Perché illudermi dicendomi che vuoi fare la mezzana tra me e il mio Ashy? Come pensi che mi guarderà adesso dopo tutto quello che gli ho fatto?”
“Cazzo Jean-Claude! L’hai frustato con una copia di Cioè! Vabbè che quel giornale ha rovinato intere generazioni, ma Asher dovrebbe essere in grado di sopportarlo! L’ho pure mandato a rifocillarsi con uno dei miei mannari preferiti!”
Il vampiro tirò su col naso. “Tu non capisci Belle, ne ferisce più la penna che la spada!”
“IO NON CAPISCO?” Urlò Belle.”No, direi proprio che non capisco come un vampiro osi parlare in questo modo alla sua sourdre de sang e sperare di restare vivo per raccontarlo!”
“Lo termino?” Chiese Musette speranzosa, Aldo si era stufato dei croccantini per gatto e cambiare dieta gli avrebbe certo giovato all’umore.
“No mia cara, questo idiota non aspetta altro che il colpo di grazia, non gli darò questa soddisfazione. E poi manca ancora l’altra parte dello spettacolo!”
“Già. Quella in cui Asher punisce me.”
Belle fissò gli occhi liquidi del suo protetto e si intenerì. Maledicendo il suo buon cuore abbracciò il tapino sistemandogli la testolina ricciuta sul florido seno. “Anche se non sembra, tu sei un uomo Jean-Claude e come tale non capisci un cazzo. Che ne vuoi sapere di strategia amorosa? La tua idea di conquista consiste nello sbattere i tuoi occhioni blu e sbottonarti la patta dei pantaloni! Ti concedo che lo fai con molta grazia e che nella maggior parte dei casi umani che intrattieni basti e avanzi ma Asher è fatto di una stoffa diversa e la tua tattica dovrebbe essere più raffinata del metterti a tappetino implorando di farti fare qualunque cosa.”
“Ma un tempo funzionava!!!” piagnucolò il vampiro.
“Appunto! Un tempo! Quel tempo è passato mio caro, è giunta l’ora di cambiar musica. Asher ha bisogno di capire che razza di mostro, orrendo, perverso, deviato e cattivo sia diventato.”
“Orrendo, perverso e deviato. Sicuro! Questa sì che sarà musica per le sue orecchie…”
“Deve accettarlo Jean-Claude, deve accettarlo, sfogarsi e andare avanti con la sua vita e tu lo devi aiutare.”
“Ma come?”
Belle gli accarezzò i capelli guardandolo con malcelato compatimento. “Lo saprai mio caro, lo saprai e farai la cosa giusta.” Gli sussurrò posandogli un bacino sulla fronte.
Le gocce di sangue per terra si congelarono istantaneamente: un Asher di nuovo in splendida forma fece la sua comparsa entrando come un turbine e dispensando sguardi gelidi a un’inesistente platea. “Ecco, me ne vado per un secondo e voi due mi trombate alle spalle e proprio sul mio letto di tortura. Non c’è più religione…”
“E per fortuna, aggiungerei io.” Disse Belle sistemandosi crinolina e parrucca andate a ramengo nel pastrugnamento consolatorio. “ O forse senti la nostalgia di un bel bagno rilassante nell’acquasanta? Posso dar fondo alle mie scorte e organizzarti subito un bell’idromassaggio! Le bollicine le vuoi alla mirra o all’incenso o-” Il resto della frase non la capì nessuno perché Jean-Claude si mise a piangere così forte che persino Aldo si ammutolì.
Belle sospirò, oramai prossima alla debacle psicofisicaattitudinale. “Visto cosa mi fai fare Asher? Il bambino si è turbato!”
Il vampiro degnò il suo compare in lacrime di una fuggevole quasi tenera occhiata e poi alzò il mento e gonfiò il petto, rivolgendosi orgogliosamente alla sua sire. “So qual è il tuo piano Belle. Vuoi far vedere a Jean-Claude il mostro che sono diventato, vuoi che non mi ami più, che non mi resti neanche la sua pietà!”
“Impossibile! Impossibile!” cantilenava Jean-Claude tra un singhiozzo e l’altro.
Belle contò mentalmente fino a dieci consapevole che per calmarsi arrivare fino a mille non sarebbe bastato. “Cazzo Asher! Una ci prova a fare la gentile con te, ma tu le sberle me le cavi a forza dalle mani!!! Forza che mi sono rotta i coglioni di questa farsa! Scegli l’arma e procedi. E vedi di fare un lavoro migliore come torturatore che da torturato non sei riuscito neanche ad istigarlo a dovere!!!”
“Ma Belle! Dopo due secoli che lo prendo a pesci in faccia senza una reazione cosa cazzo dovevo dirgli?”
Jean-Claude tirò su col naso e annuì. “Povero Ashy, mica ha tutti i torti… e poi tentare di farmi soffrire di meno è stato comunque il gesto più bello che ha fatto per me da tantissimo!”
“Dio santo. Dovrei farvi la lampada e dimenticarmi della vostra esistenza ma per vostra fortuna ho un cuore grande e un portafogli bucato. Vuoi scegliere l’arma o no?”
“Dov’è il giornale?” Chiese Asher guardandosi in giro.
“Giornale? Mhuamhuamhuamhua! Hai sentito Musette? Il pirla cerca “il giornale”! Non è tenero?”
Musette sgranò gli occhi cerulei con aria innocente. “Lo termino signò?”
“Vai a giocare con Valentina mia cara, mi sembri leggermente monotematica…” sbuffò Bellemorte. “Tornando a noi Asher, una domanda simile me la sarei aspettata dal tuo compagno di merende…ti facevo più sgamato.”
Gli occhi di Asher si strinsero sospettosi, passando velocemente da una ridacchiante Belle a uno Jean-Claude che si stava ammanettando al palo con l’aiuto di Musette, vestito solo di uno straccio bianco modello Gesù Cristo senza croce o pannolone per anziani. “Cosa vorresti dire?”
“Voglio dire che “Cioè” era l’arma di Jean-Claude, non la tua.”
“E la mia qual è? Ragazza moderna? Top girl?”
“No.” Bellemorte si fermò qualche secondo per garantire la necessaria suspance e poi, con un mezzo sorsetto soddisfatto, sparò.”Una bella mazza chiodata.”
“Ahhhhh!” Asher sospirò di sollievo scostandosi i capelli dalla fronte.”Una mazza chiodata.” Poi strabuzzò gli occhi.”UNA MAZZA CHIODATA?”
Jean-Claude sospirò con aria rassegnata. “Dov’è la mia corona di spine? Perdonatelo, o lettori, perché non sa quello che fa.”
“Sì miei cari una bella mazza chiodata. Non sentivi la mancanza dei bei vecchi tempi? Ecco qui la tua occasione. Carpe diem! Approfittane!”
“Ma io non posso…” Sussurrò il vampiro fissando prima l’amico che aveva già rivolto l’estatico viso verso il cielo in cerca di spiritosi santi e poi l’orrido bastone irto di punte di argento lucente che gli porgeva la sempre servizievole Musette.
Jean-Claude fissò l’ordigno reprimendo un brivido di orrore. “Ma almeno l’avete sterilizzato? Che schifo i germi…“
“Su Ashy, fai vedere a Jean-Claude quello che sai fare.” Lo incitò Belle fregandosi le mani.”Facci vedere come intrattieni il consiglio. Musette? MUSETTE? Portami l’ombrello che non voglio schizzarmi di sangue la crinolina.”
La vampira si sistemò su una poltroncina in prima fila, ma non troppo, vedi schizzi di sangue come sopra, l’ombrellino plastificato in una mano e un vodka martini agitato, non mescolato, nell’altra. Musette si sistemò tra Asher e Jean-Claude in posizione defilata col ciack in mano. “Vai con la prima.”
Asher chiuse gli occhi e piazzò una botta con la mazza chiodata. Ce la mise tutta per colpirlo senza fargli male ma riuscì in ogni caso a fargli saltare un’unghia del piede.
“Ahio!” si lamentò la vittima.
A Belle andò di traverso il martini. “Ahio? Ma che è questa roba? Stai a pettinà le bambole? Vuoi che prenda io la mazza ferrata e gliela infili nel culo? Dagli una botta decente o gli raddoppio la dose!”
Asher era sull’orlo delle lacrime e Jean-Claude impietosito, si risolse a toglierlo d’impaccio. Forse Belle aveva ragione, forse il suo Ashy aveva bisogno di sfogarsi un poco.”Hai sentito stronzo? Vuoi che le prenda pure doppie?”
“Tanto lo so che lo fai apposta per fartele dare. Non ci casco. Sono troppo furbo.” Jean-Claude rise di gola, la testa riversa all’indietro per quanto glielo permettessero le catene che lo bloccavano.
“Sì, sì Juli me lo diceva sempre che eri un furbone. Specie quando sparlava di te.”
Asher intanto, andava avanti a colpire, prima l’altro piede, poi una ciocca di capelli, poi qualche pelo della gamba destra. “Non attacca Jean-Claude, sono troppo furbo.”
“Diceva che ti sopportava solo perché io ero tra i benefit e che era stufa di rammendarti i calzini e di raccattare i capelli che lasciavi in giro. E ringraziava il cielo che non portavi le mutande.”
Belle deliziata, tirò su una bella sorsata di martini con la cannuccia. “Però, che colpo basso…”
“Tanto lo so che è tutta una finzione! Non ti sento lalalalalalala!”
“Una finzione?” Ripetè Jean-Claude ancora ridendo. “Certo! Eri la nostra barzelletta preferita, e a proposito di finzione…”
“Lalalalalalalala!” continuava a berciare Asher ad occhi chiusi.
“Fingevamo tutti gli orgasmi!” urlò Jean-Claude.
“Ohhhhhhhhhhhhh!” fecero in coro Belle e Musette.
“Cosa?” Strabuzzò gli occhi Asher. Jean-Claude chiuse gli occhi e incassò la testa nelle spalle aspettandosi una bella legnata che non si fece troppo aspettare.
Il volto di Asher era distorto dalla rabbia, le zanne scoperte e i capelli all’aria sembrava il volto stesso del terrore. “Vediamo chi ride ora, beccati questa!” La mazza ferrata colpì Jean-Claude in pieno volto lasciandolo per metà simile a polpa di pomodoro rustica.
Belle si alzò in piedi di scatto. Cosa avrebbe fatto se Jean-Claude fosse stato rovinato per sempre? Merda, non era nemmeno assicurata! Poi si tranquillizzò, Jean-Claude era potente e avrebbe guarito questo ed altro. L’obiettivo era stato raggiunto, pensò, fissando Asher che completava i suoi cento colpi ridendo isterico come sotto l’effetto di una dose massiccia di elio o di anfetamine, non c’era più bisogno di lei.
“Fingevi gli orgasmi? Fingi questo! Mhuamhuamhuamhua!”
Bellemorte raccolse le gonne e se ne andò in tutta fretta: l’ombrello non bastava più e la muta era poco sexy.

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Flora. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

venerdì 10 settembre 2010

Supernatural activity - Capitolo 21 - Cioè? Da urlo!!


Riassunto delle puntate precedenti: Jean-Claude e Asher l'hanno combinata grossa. Hanno fatto sfumare un'affare alla loro sire Bellemorte per cui il denaro viene secondo solo al sesso e solo perchè prima si scopa e poi ci si fa pagare. Bellemorte ha deciso di punirli in modo esemplare e insieme alla fida Musette li conduce nel suo lunapark preferito: la sala delle torture.
Dalla sua scatola magica fanno capolino attrezzi davvero speciali che riempono di orrore persino Musette. Cosa mai saranno?


Colonna sonora: "For word" Foo Fighters

“Dai, Jean-Claude, non fare il coglione”. Asher aveva afferrato il polso dell'altro e lo fissava con aria di superiorità.
“Non ho alcuna intenzione di farti male, Asher.” Rispose l‟altro ricambiando lo sguardo con una labile vena di incazzatura. Sarebbe toccato a lui cominciare questa agonia, perchè Belle non voleva Asher full power e col permesso di riempirlo di botte, e non voleva prolungare ancora l‟attesa; così, una volta ripresosi dallo shock di aver guardato nel baule di Pandora, aveva afferrato uno degli attrezzi più leggeri, ma l‟altro lo aveva fermato.
Cosa conteneva il mefitico cassone? Qualcosa di molto semplice, tradizionale, e immensamente sadico: giornali. Di ogni genere, forma e dimensione, arrotolati e con copertina rigida, borchiati e di carta velina, quotidiani e rotocalchi, in bianco e nero e a colori, d’attualità e astrologia. Imbarazzante, vero?
“Sai benissimo che il Corriere dei Piccoli non è sufficiente. Dovresti avere capito che se cerchi di coglionare Belle è peggio, vabè che sei scemo e vedi le fruste a cuoricini, ma così si esagera”.
Quando Asher accompagnò la sua mano verso qualcosa di più grosso, un’edizione rilegata in piombo e a forma fallica dimensioni Arturo plus del libro Cuore, Jean Claude spalancò le dita e sgranò gli occhi, mostrando tutta la sua repulsione all‟idea di dover usare un tale orrore. “E tu non mi costringerai a compiere un‟azione tanto odiosa!” Replicò deciso. “Non solo mi hai messo nei casini apposta, ma adesso vuoi farmi stare ancora peggio. Mi hai anche rovinato il record, il mio preziosissimo record personale di 2 anni meno 2 giorni senza punizioni tranne le sberle che non contano”.
Musette tossicchiò con intenzione: “Coraggio, detieni ancora il record di 13 anni 8 mesi e 29 giorni consecutivi di frustate”, cercò di consolarlo a suo modo.
Lui si massaggiò automaticamente le sue parti preferite. “Sono il re dei bambini fortunati, eh?” Poi tornò a rivolgersi ad Asher: “Comunque, cavolo, sei veramente un bastardo, ma non potrei farti una cosa del genere nemmeno se ti odiassi. E non ti odio.” Non sempre, aggiunse mentalmente.
“Perché?” Lo rivoltò con forza per il polso, costringendolo a fronteggiarlo e prendendolo tra le braccia con rude romanticheria. “Come fai a non odiarmi? Cioè, sinceramente io non mi sopporto neanche da solo.”
Il luccichio nei suoi occhi anticipò la risposta. “Perché il vuoto che mi lascia la tua assenza è talmente profondo da inghiottire qualunque altra emozione.”
“Gah?”
“Che confusione, sarà perchè sono scemo. E’ un’emozione crescerà piano piano, stringiti forte e vieni più vicino, ascolta bene quello che ti cantiamo. Parole e ritmo ti tolgono il respiro, solo di culi dicono che parliamo, un po’ troppo emo ritengono che siamo, ascolta bene: abbasso il puritano! E con il cazzo si sa, sempre più in alto si va, se il tuo ragazzo non è dotato come vuoi te, con i Gem Boy vedrai che basta una nostra canzone come un pisellone entrar dentro di te.”
“Eh??”
“Sarà perchè ti amooooooo!”
Asher mollò la presa. “Oh, ok”. E per una volta sembrò quasi convinto. Si voltò lentamente e si diresse verso le gogne al centro della stanza. Improvvisamente si rese conto che forse tagliare corto gli 85 capitoli e mezzo di tortura poteva essere una buona idea. Anche perché il pensiero che Jean Claude non solo avesse il permesso ma si adattasse senza protestare a fare il dominante era per lui un dolore più devastante di qualunque altro avesse mai subito. In più aveva anche il sospetto di aver esagerato con le cazzate.
Sollevò gli occhi verso Belle Morte: lei lo sapeva. Nel preciso istante in cui i loro sguardi si incrociarono, la Master appoggiò la canna che la sua fida arcontessa le aveva giustappunto rollato e si avvicinò a lui, nel suo volto soltanto pessimismo e fastidio. Il vampiro fece per sfilarsi la camicia ma lei glielo impedì strillando di scatto con voce acutissima: “Nonono, schifoschifoschifo, ci manca solo di vederti nudo per rendere terminale questo già deleterio strazio”. Poi gli serrò il collo e i polsi nella gogna rosa di Barbie, tritandogli orribilmente i capelli nelle cerniere.
“Sei proprio una piattola, Asher. Sei sadico o no? Prima fai l’orgoglioso finchè la gelatina non ti va al cervello, poi combini guai e ora ti dispiace che il povero piccolo tenero dolce caro buon vampirino soffra e cadi dal pero se lui ti dice che ti ama, quando tanto lo sai che lo ami anche tu. Ma sei scemo, mangi sassi o hai un problema con l’alcool?”
Il vampiro cercò di trovare una posizione comoda e di liberare i capelli impigliati per coprirsi la faccia, senza riuscirci. “Ma sarai troia eh? Se ce l’hai con me perchè non te la prendi con me?”
Lei arretrò e lo fissò sprezzante. “Non hai capito, Asher. Questa punizione E’ per te. Il suo coinvolgimento è solo un incidente di percorso, perchè è l’unico imbecille che ha ancora un ruolo nel tuo autismo galoppante e quindi per farti soffrire bisogna tirarlo in mezzo, ma sentirlo piangere tutto il tempo ti strazierà le orecchie. E soprattutto, mi avete rotto il cazzo. Cioè mi avete proprio smerigliato le ovaie. Non vi ho ancora chiusi in galera buttando via la chiave solo per esigenze di copione, ma guardate che siete una barba di noia. Almeno così dovrete confrontarvi per forza e vediamo se uno dei due per caso impara qualcosa: qua o tu ti decidi a dargli il cazzo regolarmente così si cheta, o l’imbecille deve capire che non può affogarsi il cervello nella bava e rompere a merda ogni volta che si parla di te”.
La stanza si riempì di un suono che non aveva nulla di umano, sembrava più l’uggiolare di un cane morente. Asher era atterrito. I suoi occhi si spostarono su Jean Claude: era lui a frignare come uno scuoiato vivo, e tra le sue mani tremava una specie di quadernetto, su cui campeggiava una foto plasticata di un licantropo minorenne riempito di steroidi, contornata da immagini più piccole di due Tokio Hotels, la femmina e quello in overdose da viagra.
“Sì, ebbene sì, onorevoli imbecilli, abbiamo oggi per voi un raro esemplare di Cioè! Addirittura con poster di Jacob in 4D in regalo. Non è un amore? E c’è anche il profumo di cane bagnato” spiegò Musette.
Asher iniziò a rendersi conto di che diavolo avesse fatto: i lamenti erano agghiaccianti, e il nome maledetto e impronunciabile fu per lui come un colpo di campana sul cranio. “Cazzo, Belle, avevi proprio ragione, questo suono è raccapricciante, sembra che stia per morire. Devo ammettere che mi dispiace? Ok, mi dispiace. Dai, ti prego, mollalo…”
“NO!” Ringhiò lei alzando le spalle. “Ormai ho deciso così.” Un sogghigno diabolico colorava ora il suo volto di crudeltà e malefica soddisfazione, per non parlare delle fiamme infernali che le uscivano dai capelli, gli artigli, la coda uncinata e altri simboli di umana bontà per niente esagerati. “Soprattutto perchè poi viene la parte eccitante, quando mi crogiolerò nel piacere che proverai quando sarai tu a picchiarlo, quando i tuoi colpi andranno a infierire tra le cicatrici che già disegnano il suo corpo, a dimostrazione che la devi piantare di fare il figo, e che io sono la cattiva, e che voi siete la coppia più bella del mondo e vi dispiace per gli altri mentre invece siete solo uno sfigato e un malato col QI di una formica in due”.
Asher sentì tutta la verità di quelle parole serrargli la gola, e gli venne un po’ da piangere anche a lui. Finché improvvisamente la voce della sua Master risuonò nella sua mente, fredda ma sincera. “Vuoi davvero far progredire un po’ questa telenovela e dimostrargli un po’ d’affetto? Sii ciò che sei, Asher. Usa la tua superbia, la tua crudeltà innata e il culo distorto che gli sbatti in faccia ormai da un secolo. Rendigli il compito meno difficile. Renditi odioso. Fallo incazzare. Meglio ancora, sveglia il suo ardeur. Pare ti riesca benissimo.” Il vampiro guardò innanzi a sé, e vide Jean Claude che si avvicinava. La sua mano stringeva le pagine con tanta forza che sembrava volesse stropicciarle. Si fermò a pochi passi da lui: il pallore del viso rigato di lacrime sanguinolente donava molto ai suoi occhi, donandogli oscura profondità.
“Tutto quello che lei ha detto è vero: prima il dovere e poi il piacere.” Mormorò. “Preferirei due secoli di sevizie e maltrattamenti, piuttosto che eseguire quest‟ordine.” Alzò improvvisamente il braccio mollando una giornalata con celerity e potence sulla guancia non sfregiata. Asher sgranò gli occhi completamente colto alla sprovvista. “Ahia, che cazzo fai?”
“Sta zitto e cagami, perchè hai rotto il cazzo un po’ anche a me”. La seconda frustata lo colpì sull’altra guancia, lasciando una graffetta incastrata sulla pelle prima intatta. “Io ti amo, bastardo” Sferzò la terza. “E’ così dal primo momento che t’ho visto.” La quarta. “Però sei uno stronzo”. Il quinto colpo gli cadde sul naso con una violenza tale che persino Belle si ritrovò a guardarlo incredula. Jean Claude si fermò: in effetti era rilassante.
Asher gli lanciò uno bacino, inarcando un sopracciglio. In questo lui era sempre stato più bravo. “Non dici sempre che ti piaccio di più con le cicatrici, Jean?” Lo incalzò con voce sexy, gelida come i suoi occhi. “Ora puoi finire il lavoro, se non sei troppo fifone” Quando vide l‟altro che si fermava a pensarci rincarò la dose, sperando di eccitarlo. “E lo sappiamo tutti che preferiresti due secoli di sevizie a stare con me, porcellino mio!” “Non capisco davvero come fai a sopportarlo ancora!" La voce di Belle rimbombò arcigna, ma lei restò seduta, placidamente intenta a fumarsi la sua canna. “E per tua informazione, Asher, i tuoi sfregi sono già una punizione sufficiente anche per me. Così a metà sei un’attrazione turistica, ma se diventi un nosferatu ti dovrò terminare.” Con un sospiro scenografico, si riassestò la gonna e appoggiò il braccio allo schienale. “Su, Jean Claude, prosegui; mi piace il tuo stile, sei quasi più bravo di me. E spero che prima o poi ti renderai conto che è troppo noioso: meglio un bel manzo buono solo per il letto come Arturo.”
Gli occhi dei due vampiri si cercarono simultaneamente per l’ottava volta in due pagine. Le ferite sul viso di Asher si erano già rimarginate, la sua espressione era quasi simpatica. O così almeno sembrava. “Daaaai, plliiiiiiis, io ho tanta volia, io fare amore lungo lungo, suchiasuchia per cento flustate e cinque dola, la mamma mi ha detto così”. Lo incitò. Le parole gli uscirono di bocca liberamente, spontaneamente. Se fosse proprio ciò che pensava o l‟unico modo per istigarlo, non lo sapeva neppure lui: voleva solo tornare ad essere protagonista. “Dai, muoviti che tiriamo mattina.” Non riuscì neppure a terminare, che l’ardeur di Jean-Claude iniziò la trasformazione, e il vampiro gli tirò una botta su un orecchio, di taglio, che ruppe la pelle.
I loro occhi si incontrarono per la cinquantasettesima volta.
“Aò, eccerto che du’ pizze te ce stanno proprio, che te sei tutto scemo sei. Che cazzo c’avrai poi, du lingue, quattro zinne, otto cazzi? Boh. Mi sa che er teschio disabbitato lo tengo io.” Sollevò una mano a palpargli il culo. “Amò, ormai er casino s’è fatto, però noi a Roma se esce er fiume se spostamo, mica s’affoga: anvedi mai che se se pija ‘na bira e un calippo e stiamo a scopà un par de settimane non ce sistemiamo”.
E da quell‟istante in poi, cominciò a sfracicarlo di giornalate, magno cum gaudio, fino alla fine della pasticca.

Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Flora. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.

venerdì 3 settembre 2010

Supernatural activity - Capitolo 20 - Chi l'ha detto che l'inferno non è un bel posto?

Riassunto delle puntate precedenti:
Asher è tornato dal viaggio premio al Consiglio rilassato e felice, ma lo stress da ritorno dalle vacanze è in agguato. Un affare importante è sfumato per colpa sua e di Jean-Claude e Bellemorte è fuori dalla grazia di dio. Quale punizione avrà in mente la loro augusta sire? La pena capitale? Un po' di spanking? Un cd di Gigi d'Alessio?

Colonna sonora: Hells bells (AC/DC)

Belle fece strada addentrandosi negli oscuri meandri della sua corte,evitando corpi allacciati, siringhe e preservativi usati e pensando seriamente di organizzare una raccolta differenziata porta a porta. I due vampiri la seguivano in silenzio, chiedendosi se la loro vita sarebbe finita quel giorno o se ci sarebbe stato ritorno, mentre la loro Sire sproloquiava ad alta voce cercando di sfogare la sua incazzatura repressa.
"Ma io dico, ma è impossibile, se lo racconto a quelli del Consiglio mi prendono per il culo per almeno cent'anni. Ce lo vado già quello stronzo del Viaggi che mi fa le battutine sarcastiche come se non mi toccasse già ridere per finta ai suoi scherzi di merda che lui è più potente di me. E quel puzzone di Mortino? Stendetegli pure il tappeto rosso già che ci siamo... forse dovrei mollarvi a quella bagascia immonda di Yvette."
"Ma Belle!"
"Zitto Jean, non sto parlando con te ma con Aldo!" Belle grattò la cresta dipiume del pappagallo, offrendogli un biscottino."Che ha più neuroni nel becco di quanti tu ne abbia in tutto il corpo." Poi sospirò." Comunque puoi star tranquillo, non ho voglia di sottoporti di nuovo al processo di disinfestazione..."
"Dove stiamo andando mia sire?"
"Oh il nostro caro Asher si degna di parlare. E per elargirci queste perle poi. Secondo te dove stiamo andando? A un pic-nic? In gita scolastica? Al centro commerciale? Oh, ma ora comprendo gli occhi torvi e i faccini preoccupati... avete paura! Pensate forse che mamma vostra vi voglia seccare?”
I due tapini si scambiarono un fuggevole sguardo impaurito per poi tornare alle occhiate gelide d’ordinanza. "Effettivamente..."
"Non ci vuoi seccare?" Chiese Asher.
"Non sai quanto, mia insana progenie, ma ragioni di opportunità e di mera convenienza me lo impediscono. Non posso seccare Jean-Claude perchè perderei una merce di scambio troppo importante."
"Sigh.” Sospirò Jean-Claude. “Sono solo un uomo oggetto..."
La vampira sbuffò. "Magari fossi un oggetto! Purtroppo parli! E Asher non lo posso seccare perchè altrimenti tu mi andresti in para e dio solo sa quanto sia inutile una puttana che non si concentra e finge male gli orgasmi."
“Ma Belle!” Replicò Jean-Claude gonfiando il petto. “Oltre alla palle c’è di più!!!”
Bellemorte proruppe in una fragorosa risata. “Davvero? Uomini! Cosa diavolo vogliono da me? L’amore?” Nel silenzio tombale che seguì il sopracciglio sinistro della vampira si inarcò pericolosamente. “Non sento ridere alla mia battuta.”
“Scusa. Non avevamo visto il gobbo. Ah. Ah. Ah.”
"Ma allora dove stiamo andando?" Chiese Jean-Claude dopo aver dato un calcio a Quasimodo.
Belle gli strizzò un occhio maliziosamente. "Mhuamhuamhuamhua all'inferno! E dove se no?"
"Per le zanne di dracula!” Imprecò Asher. “Al tuo villaggio vacanze?"
"Naturalmente minchioni. E ricordatevi di pagare il biglietto!"
Jean-Claude cominciò ad accarezzarsi le parti del corpo a cui teneva di più sperando che non fosse l’ultima volta che le vedeva. “Sigh…almeno è andata e ritorno…”

Asher ebbe la decenza di mostrarsi afflitto e tentò di fare il bel gesto, probabilmente nel tentativo di non alienarsi del tutto le simpatie delle lettrici non masochiste: “Dai, Belle, lascia stare il piccolo, lo sai che non è colpa sua”.

Ashyyy come sei carinooo! Questa che non hai voglia di vedermi piangere e implorare me la segno sul calendario.” Esclamò Jean-Claude a metà tra commozione e ironia.

Ma brutto coglione, secondo te che cosa vi dovevo dare, un premio? Come se non fosse prevedibile che il signor Non sono mai stato bocciato qua avrebbe reagito con una delle sue solite crisi emo invece di andare dalla tua segretaria a farsi ristampare quei documenti di merda”.

Ufffffaaaa, ve ne approfittate di me perché sono un isterico sadico piccolo e nero”.

Stai zitto Asher” risposero in coro gli altri due e il pappagallo, meditando tristemente sul perché non potesse andare per locali come tutti gli altri.
Intanto una rutilante Musette in trampoli da sera e boa di struzzo li aspettava all’entrata di un luna park molto particolare. ”Venghino signori venghino! Visitate il Tortura Park! Attrazioni mirabolanti, spettacoli spettacolari, effetti speciali più veri del vero! Non starete più nella pelle. Letteralmente!”
Belle annuì compiaciuta rivolgendosi poi ai due vampiri che fissavano l’entrata con espressione stolida. “Da dove vogliamo cominciare ragazzi? E per favore levatevi quell’espressione ebete dalla faccia che poi la foto ricordo non viene bene.” Si lagnò la sire mentre crepitavano i flash e una voce meccanica li avvertiva che avrebbero potuto ritirare il loro souvenir nell’area recupero, sempre che fossero sopravvissuti.
“Che ne dice della sedia mediaset Signò?”
“Sarebbe?” Pigolò timidamente Jean-Claude.
Bellemorte sbadigliò con ostentazione prima di rispondere. “Una sedia di contenzione in cui si è obbligati a stare ad occhi aperti e vedere a ripetizione solo reti mediaset.”
“Anche rai.” Aggiunse Musette. “Tanto sono uguali…”
“Orrore!!!!” Risposero all’unisono Asher, Jean-Claude e Aldo.
“Preferite l’isola dei suicidi?” Chiese la sourdre de sang.
“Cioè una stanza con sabbia, rumore del mare, filmati sensoriali su albe e tramonti e colonna sonora dei 30 seconds to Mars. Finora il record di sopravvivenza è stato quattro giorni, dopodichè il malcapitato non ha resistito al richiamo del sole.” Si affrettò ad aggiungere Musette senza peraltro che qualcuno le avesse richiesto il surplus informativo.
Asher inarcò le sopracciglia dorate.”Bello, molto emo.”
“Emo ma definitivo.” Commentò Bellemorte scuotendo la testa.”Jean-Claude non resisterebbe neanche dieci minuti.”
“E quella cos’è Musette?” Chiese quest’ultimo indicando una piccola ghigliottina posta accanto alla più canonica versione a grandezza naturale.
“La ghigliottina?”
“Non quella grande, quella piccola! E’ di Valentina?”
“Sì.” Rispose Musette.
“La usa per le bambole?” Continuò Jean-Claude incuriosito.
“No.” Risposerò in coro Bellemorte, Musette e lo stesso Asher.
Jean-Claude si grattò la testa, indeciso se dar voce alla propria confusione e rischiare di far brutta figura o star zitto. Poi decise che peggio di così non poteva andare e che tanto valeva togliersi lo sfizio. “E allora per cos-“ Improvvisamente la comprensione lo illuminò d’immenso. “Oh. Prende quel piccolo arnese e mette il nostro piccolo arnese in quel piccolo buco…”

E zack, vi spunta la punta!” completò Musette sbavando.

Mi sono ricordato che ce l’ho già a casa, scusami.”
“Quante storie…tanto ricresce!!!” Chiosò una Bellemorte estremamente annoiata.
“Basta!” Sbottò Asher poco prudentemente, data la precarietà della situazione. “Mi avete fatto venir voglia di autoinfliggermi un toro di Falaride, o una bella Ruota della sfortuna o una sana battuta delle piante dei piedi. Cristo santo Belle, ma qualcosa di tradizionale no?” Intanto il povero Jean-Claude tentava disperatamente di entrare nell’isola dei suicidi, ma fu ripreso per la collottola da una sempre attenta Musette.
“Vedo che smembrare malcapitati per il Consiglio ti ha trasformato in un noiosissimo conservatore mio caro Asher. Se mi diventi anche repubblicano ti termino sul serio.” Tuonò la Sire sul punto di deflagrare.”Vuoi la tradizione? E tradizione sia. Musette? Passami il baule di palissandro nel ripostiglio.”
La già cadaverica factotum sbiancò se possibile ancora di più.
“Quello”?
“Sì, mia cara.” Sogghignò Belle.”Proprio “quello”.”


Parodia di No rest for the wicked di Morgana71, scritta insieme a Flora. Non c'è scopo di lucro. I nomi di alcuni personaggi appartengono a Laurell Hamilton. Vari tratti di ambientazione appartengono alla Whitewolf. I personaggi originali appartengono a Morgana.