sabato 24 dicembre 2011

Supernatural activity - Capitolo 35 - Vuoi scartare il mio pacco?

Riassunto delle puntate precedenti:

Belle è molto contenta dei suoi emoderivati e li ha premiati con diversi gadget e una sorpresa. La sorpresa però è piaciuta solo a Jean-Claude: una serata libera con rappresentazione, nel suo vecchio teatro, di una delle sue tragedie preferite, L'Otello. Il "suo" Otello invece, infastidito dalle attenzioni che la troupe giovvine e bbella aveva riservato al boss in disgrazia se ne era tornato a casa senza partecipare ai festeggiamenti post recita. Poco male. Quando Jean-Claude era tornato nel tugurio gli aveva fatto la festa lui. Pure con gli extra!!! Una volta tanto il nostro Asher ha gradito...


Last Christmas - Wham


Asher aprì lentamente gli occhi…”QI formica…Gaaahhhh! Pompinooooo!”
Si era svegliato stranamente eccitato dal sonno diurno e grato che ai vampiri fosse risparmiato l’alito pesante perché si sentiva di averne combinate di cotte e di crude. Lo sentiva sulla sua pelle, calda come un wurstel appena rosolato, come un bratwurst con la pelle tesa fino a scoppiare, come un turgido wienerwurst, come -oddio, ma perché le uniche metafore che aveva in mente riguardavano wurstel? Doveva entrarci in qualche modo Jean-Claude, certamente dove c’era il suo zampino le salsicce piovevano come all’oktoberfest…
Il vampiro digrignò le zanne con tanta rabbia da rischiare la spuntatura: il pensiero di Jean aveva dato un senso a tutti gli indizi, pompino, notte brava, febbre suina, wurstel, come uno schema a punti unisci dall’1 al 27; il risultato, neanche a dirlo, fu un’incazzatura formato famiglia, soprattutto perché il posto letto accanto al suo era desolatamente vuoto e quindi quell’inondazione di collera non potè sfogarsi subito a suon di cazzotti e sganassoni e se erano sinonimi chi cazzo se ne fregava.
Non fece neanche in tempo a discuterne un po’ col suo alter ego immaginario, o a fare a coriandoli le lenzuola per stemperare un po’ l’astio, che la regina dei wurstel, cioè Jean-Claude, gli si catapultò in grembo riempiendogli le guance di bacetti umidi e le orecchie di gridolini inconsulti in cui Asher riuscì a discernere solo qualche parola: cose tipo fine, prigionia, Belle, culo. Oramai era bravo nelle sciarade e la vasta esperienza acquisita in quei …giorni…ehm…mesi? di prigionia gli consentirono di riempire i vuoti e ricostruire il discorso dell’amico: Belle avrebbe posto fine alla loro reclusione purché loro continuassero a dare via il culo. E non c’era bisogno di chiedere a chi!!!!
“Hai l’ardire di guardarmi in faccia ed essere felice?”
L’allegria di Jean-Claude non si smontò immediatamente.“Ma non hai capito quel che ti ho detto? Belle ha detto che presto saremo liberi!!!!” Del resto agli sguardi gelidi e al tono astioso ci si assuefa rapidamente.
“Certo che ho capito, e io ti ripeto: come osi venirmi a dire che devo continuare a farmi stuprare dai tuoi amichetti pervertiti con quel sorriso a 32 zanne?”
Stavolta la rabbia di Asher, solida e compatta come un muro di gomma, cominciò a smorzargli l’entusiasmo. “Bè, non è come se avessimo una scelta…e poi potrebbero tranquillamente continuare a violentarci in questa stanza! Se permetti preferisco essere stuprato con tutte le comodità.”
Asher lo fissò con sguardo gelido e anche un po’ schifato e anche un po’ attizzato. “Non cambierai mai, non è vero?”
“Certo che no!” Rispose l’altro abbracciandolo e facendogli i grattini. “E’ una parodia questa, mica James Joyce!!!”
Non gli disse però che i suoi monologhi stavano diventando più pesi di uno stream of consciousness.
E quel periodo, indubbiamente, fu palloso più dell’Ulysses: si stavano avvicinando al Natale, periodo nefasto per entrambi; si sa che gli emo durante le feste si suicidano e poi Jean-Claude doveva fare ancora tutti i regali e che cazzo non poteva ridursi all’ultimo momento! Ma soprattutto…Natale era la festa preferita della loro compianta Juli e questa era la prima volta che lo passavano insieme da quando era morta.
Il ricordo della donna era nell’aria, in ogni cosa che facevano e che pensavano: ah le risate quando avevano appeso insieme gli ornamenti sull’abete e questo si era incendiato perché aveva comprato delle croci…ah quando Belle si lamentava perché puzzavano dello zenzero e del panpepato con cui la loro piccola Julianne riempiva ogni angolo della casa…ah quando…oddio quegli orrori di berretti e sciarpe che si ostinava a sferruzzare non li rimpiangeva per nulla! Pungevano da matti e lo facevano sembrare un barbone…e se li doveva mettere per forza perché sennò la stronza teneva il muso e non gliela dava!!!!
Pensava a tutte queste cose, il nostro Jean-Claude, in una notte di fine novembre con la dura pioggia del tardi martedì che ticchettava insistente sul tetto, mentre Asher frignava come un disperato su una pagina della favola preferita della sua fu-serva umana: La principessa sul pisello.
“Lo so, Asher, lo so. Credi che io non ci pensi? Credi che non mi manchi?” In realtà stava praticamente parlando da solo in quanto l’amico non lo stava cagando di striscio.
“Allegria! E’ arrivata l’anima della festa!” La porta si era spalancata per rivelare il bel faccino blu del suo animale da chiamare. A dispetto delle parole scherzose, però, l’espressione su quel viso era più adatta a un corteo funebre.
“Oh Dori! Si può sapere che è successo? Vieni qui che ti tiro su il morale.” Lo chiamò Jean-Claude accogliendolo tra le sue braccia.
Asher lasciò cadere il libro e si voltò verso i due. Non potè fare a meno di notare quanto fossero simili. Certo, uno era blu e l’altro no, uno era alto e grosso e l’altro no, uno era liscio piastrato e l’altro no, uno era etero e l’altro…no? I due, dall’abbraccio affettuoso, erano passati agli slinguamenti profondi. Forse…dopotutto erano davvero simili e il blu della pelle di Dori faceva meravigliosamente pendant con gli occhi di Jean-Claude. Proprio vero che gli animali somigliavano al padrone.
“Buongiorno anche a te Dorino.”
“Oh ciao Asher! Vorrei poter slinguare anche te ma ultimamente ho già dato e la mia ipocrisia di eterosessuale omofobico ha ripreso il sopravvento.”
“Sopravvivrò. Che ci fai da queste parti?”
“Puoi cercare di convincermi se vuoi..."
Jean-Claude cominciò a sbuffare. "Si può sapere cosa c'è?"
"Sono qui per annunciarvi che Belle vi attende nei suoi appartamenti: adesso.”

Il volto di Asher si rabbuiò. “E se dicessi no grazie?”
“Non credo che un no sia previsto.” Sospirò Dorino. “Secondo me vi vuole invitare alla festa di Natale.”
Gli occhi di Jean-Claude cominciarono a luccicare come quelli di un bambino davanti a un cesto di gormiti. “Festa di Natale?”
“Già. Io sono obbligato a partecipare e solo Manitù sa quanto spesso mi si veda alle feste di voi pervertiti parvenu. Dovrò turarmi il naso e sforzarmi.”
Asher represse a fatica un sogghigno. “Più che turarti il naso ti consiglio di turarti altri orifizi, decisamente più in pericolo.”
“Ma è una festa di Natale!!!!”
“Appunto!” Continuò Asher. “Belle trova particolarmente eccitante scopare a Natale.”
Jean-Claude cominciò a ricordare i bei vecchi tempi con occhi sognanti. “Scartare cazzi sotto l’albero…”
“Squarciare gole davanti al caminetto acceso…”continuò Asher.
“Accendere candele profumate e infilarle in-“
Dorino aveva gli occhi sgranati per la sorpresa. “Mi state dicendo che trasformerà il tradizionale cenone di Natale in un orgia?”
“Proprio così.” Dissero in coro i due vampiri.
Dorino rimase in silenzio, poi scrollò le spalle. “Chissà…magari è comunque meglio che strafogarsi di piatti bisunti comprati alla gastronomia dell’esselunga e giocare a tombola coi fagioli…”
“Bravo!” Si complimentò Jean-Claude dandogli una pacca sul sedere. “Pensa positivo.”
Asher invece incrociò le braccia. “Comunque io non ci vado da Belle.”
“Ma si incazzerà!” Si lamentò l’altro.
“Digli che sono ancora svenuto per l’ardeur…magari ti ci scappa pure una sveltina…”
“Occhei.” Il vampiro gli prese il viso tra le mani e lo baciò al sangue tre minuti per lato. “Ahrrrrrrrrr!” Ruggì all’amico rimasto senza respiro. “Vado, faccio sfracelli e torno.” Poi si voltò e se ne andò, subito seguito dal mannaro.
Rimasto solo, Asher tornò a sedersi in poltrona. “Dov’ero rimasto? Ah sì!” Si disse il vampiro ricominciando a leggere. “…la mattina dopo le chiesero come aveva dormito. "Malissimo!", si lamentò la fanciulla, "non ho praticamente chiuso occhio per tutta la notte! Chissà cosa c'era in quel letto…” a quel punto chiuse nuovamente il libro, mentre una lacrima solcava sanguigna la sua guancia pallida. Rimase così, a fissare il vuoto, il tempo che scivolava via come sabbia portata dal vento. Quello era il pezzo preferito di Juli! Quante risate quando, tutti nel lettone, andava alla ricerca del pisello…
“ E ne trovava sempre uno!”
Asher si voltò al suono della voce Jean-Claude che gli accarezzava le orecchie. “Già fatto?”
L’amico si strinse nelle spalle. “Niente sveltina.”
“E allora cosa voleva Belle?”
Jean-Claude sprofondò il viso sul suo collo e sospirò, quasi infastidito. “Aveva ragione Dori: ci vuole al ricevimento della notte di Natale; sarà una notte speciale, ha detto, non una delle sue solite feste: pare che stavolta il palazzo sarà stracolmo di vampiri, licantropi e umani.”
“E che c’è di diverso dal solito?”
“Mio dio, Asher, trasformerà la notte più sacra dell’anno nella più grandiosa e oscena delle orge!”
“E che c’è di diverso dal solito?”
Jean-Claude sbuffò. “Oh, e che ne so! Forse parteciperà anche il papa stavolta…purchè non invitino Bocelli a cantare!!!” Poi indicò gli sfarzosi vestiti sul letto. “Ci ha persino fatto confezionare degli abiti apposta per l’occasione.”
Asher diede un’occhiata alle sete posate sulla coperta e sospirò.
“Rassegnati mon chardonnoret. Perchè noi pacatamente, serenamente, ci saremo.”
Gli occhi gelidi dell’altro mandarono un lampo. “Col cazzo!”
Jean-Claude fissò perplesso l’amico. “E con cosa sennò?”

sabato 17 dicembre 2011

Supernatural Activity - Capitolo 34 - Non c’è cazzo senza spine!

Riassunto delle puntate precedenti:
I nostri emovampiri si avvicinano faticosamente alla fine delle loro avventure in un processo che ovviamente abbonda di lacrime e sanguinaccio. Ma forse Belle ha in serbo una sorpresa per loro. Gli piacerà? Voi che dite?

Who are you – The Who

Il Viaggiatore era tornato soddisfatto nella sua suite, la prova settimanale era stata superata e il budget di cui i nostri vampirelli potevano disporre si era ulteriormente incrementato: fiori, cuscini, profumi, tutti gli almanacchi di Topolino con i gadget di Paperinik e delle Giovani Marmotte, creme idratanti di lusso, qualche camicia di seta per Jean-Claude e manette d’argento per Asher! Oramai il tugurio si era trasformato in un luogo accogliente non fosse per le dimensioni. Purtroppo però, perché c’è sempre un purtroppo, i due non erano nello stato d’animo migliore per approfittare di cotanta generosità. La prova settimanale aveva lasciato Asher estremamente provato: oramai vedeva la presenza del viaggiatore ovunque e dovunque. Jean-Claude era costantemente sul chi vive: ogni sua parola o gesto appena fuori dall’ordinario provocavano nel compagno una vera e propria crisi isterica.

“Oddio il Viaggiatore!” Strillava Asher arrampicandosi sulla tenda. ”Lo so che sei lui, non mi freghi stavolta!”

“Ma Ashy! Mi prudeva il culo!”

Per di più Asher non toccava l’amico neanche col dito mignolo per paura di vendette o ritorsioni da parte del Consigliere: niente più frustate a lume di candela, niente più romantici sganassoni, niente più calci e mazze ferrate. Il povero vampiro aveva il terrore che il Viaggi gli rendesse le sue attenzioni con gli interessi.

La cosa per Jean-Claude si era fatta davvero irritante, oramai sentiva il bisogno quasi fisico di essere maltrattato! Stava addirittura pensando di andare nel confessionale a sbeffeggiare Belle o di vandalizzare le videocamere o di mostrare il culo a Musette. Tutto per una punizione!!!

Questo stava pensando quella mezzanotte di un tardi martedì dopo la dura prova settimanale, e Dio se era stata dura, mentre se ne stava a mollo nella tinozza ad occhi chiusi. Era stranamente solo. In realtà era entrato nella vasca senza chiamare Asher pensando di farlo incazzare ed ora ne sentiva la mancanza. Se l’avesse chiamato avrebbe pensato che fosse il Viaggiatore? Forse poteva spruzzare ardeurormoni nell’aria per richiamare il maschio o forse poteva alzarsi e gonfiare il collo come una strolaga o forse…sentendosi osservato alzò lo sguardo e i suoi occhi blublublublu di Paul Newman incontrarono altri occhi blublublublu di Marmaduck il Siberian husky.

C’era un balloon sulla testa di Asher: “Posso entrare a farti compagnia?”

Jean-Claude era terrorizzato che qualsiasi sua risposta potesse essere fraintesa come l’ennesima prova della presenza del Viaggi, quindi optò per un semplice mimo. Alzò la mano, una parola, due lettere e poi annuì. Asher comprese e si sedette nel suo solito posto, sopra il suo cazzo, strusciandosi adeguatamente ed emettendo sospiri e mugolii soddisfatti.

“Cos’è che ti tormenta?”

Jean-Claude ci pensò un attimo, poi alzò la mano, due parole, la prim-“E che cazzo!” Sbottò Asher. “L’ho capito che non sei il Viaggiatore!” Poi più cauto. “Vero?”

Jean-Claude lo attirò a se e baciò ogni millimetro della sua pelle a portata di bocca. Gli divorò le labbra come se non ci fosse un domani e lasciò scie di fuoco sulla sua guancia fino all’orecchio. “Gli ascolti sono alle stelle” sussurrò. “La prova settimanale è superata, Belle è al settimo cielo e ho il sentore che la nostra reclusione stia per finire. Quando usciremo di qui saremo solo io e te.” Mordicchiò il lobo dell’orecchio di Asher e continuò a bisbigliare. “Chiunque si metterà tra noi, i consiglieri, Belle, la regina d’Inghilterra, non mi interessa: saremo comunque e sempre solo noi.”

“Ti avevo chiesto cosa ti tormentasse.”

“E io ti ho risposto.”

Asher meditò se sbattergli ripetutamente la testa contro il muro, si voltò più e più volte per controllare che il Viaggiatore non fosse nascosto in una bolla di sapone o in una pianta grassa e poi rivoltò il suo amante come una cotoletta e lo baciò a più riprese, dorandolo a puntino. E che il Viaggiatore si vendicasse se voleva. Tanto lo sapeva che il Viaggi era come Pretty woman: tutto ma non i baci, pliiiisss. Anche i perversi hanno uno standard!

Dopo un po’ aveva lasciato un attizzatissimo Jean-Claude a macerarsi nella tinozza ed era andato in camera ad asciugarsi i capelli. Meglio non svegliare il can che dorme e niente sesso siamo inglesi.

“Fermo così! Non ti muovere! No, un po’ più a destra…un po’ più a sinistra…”

“Cazzo Musette!” Sbuffò Asher annoiato alla vista della siniscalco. “Se avevo voglia di imparare il tip-tap andavo a ballando con le stelle, ti pare?”

“ Uffa! E’ che dall’angolazione giusta mi facevi venir voglia di scopare.”

“Ah.”

Musette agitò minacciosamente la ramazza che stringeva tra le mani. “E’ che sono stufa di spazzare topi di lana, quello stronzo del tuo compare perde capelli a tutta birra! Non lo puoi rapare a zero?”

Asher scrollò le spalle. “Tanto gli ricrescono…comunque se hai bisogno delle figurine per farti venire la voglia il compare sta facendo il bagno. Scommetto che è disponibile.”

“Sì Musette, vieni qua, dai!” Urlò Jean-Claude dalla stanza da bagno. “Puoi darmi la scopa sul groppone se ti va!”

“Gesù che puttana…” Mormorò Musette portandosi una manina alla fronte. “Ma gliene ho date così tante che non c’è più gusto…invece sono qui per un altro motivo.”

“Credevo fossi qui per scopare i topi di lana.”

“No, i topi di lana sono il mio animale da chiamare, in realtà sono qui perché Sua magnificenza è mooolto contenta di voi.”

Asher inarcò un sopracciglio e mise su l’espressione gnegne.“E allora perché ci ha mandato te?”

“Cretino!”

“Tu sei cretina mille volte più di me.” Ribattè il vampiro facendole la linguaccia.

“Specchio riflesso, specchio riflesso!” Urlò Musette tirando fuori lo specchietto da borsetta che subito andò in mille pezzi. “Oh. Si è rotto.”

Asher sorrise compiaciuto. “Essere un cesso serve ancora a qualcosa…”

“Insomma!” Sbuffò la siniscalco, non stava andando per nulla come previsto. “Io sono qui per darvi una sorpresa, siate sorpresi!”

“Sorpresa?” Ripetè Asher.

“Sorpresa?” Echeggiò Jean-Claude uscito dal bagno.

“Ho detto sorpresi, non sordi. O forse l’acqua vi ha gonfiato il cerume che avete nelle orecchie?”

Dal soffitto calò un enorme schermo a cristalli liquidi su cui campeggiava un altrettanto enorme palcoscenico. Il tendaggio di velluto scarlatto era chiuso.

Musette si rivolse a Jean-Claude. “Lo riconosci?”

“Il mio teatro! Squeeeeeeeeeeeeee!”

“Sì, è il tuo teatro e sta per andare in scena una delle tue opere preferite.”

“Mamma mia?” Chiese Asher.

“Priscilla, la regina del deserto?” Continuò Jean speranzoso.

“No. L’Otello.”

“Ohhhhhh!” Tubò il vampiro occhi al cielo e mani giunte. “Adoro l’Otello! Mi ricorda così tanto il mio Ashy…”

Il suo Ashy lo guardò in gelido cagnesco. “Ma se l’è un negher!!!”

Musette agitò minacciosamente la scopa. “Santa Polenta protettrice dei razzisti, aiutami tu! Lo spettacolo sta per iniziare e la mia Badrona vi ha riservato due posti in prima fila.”

Gli occhi di Asher erano ridotti a una fessura da cui trapelavano gelidi spifferi. “Hai cancellato Frocio chi si siede?”

“No” Scrollò le spalle Musette.” Mi pareva indicato.”

“Oh Asher, sbrigati e andiamo!” Cinguettò Jean-Claude spingendo l’amico verso l’armadio.”Non vedo l’ora, sarà bellissimissimissimo!”

“Ci saranno tutti i tuoi attori manzi…”

“Sìììììììììì!”

“E Cinzia….”

“Sììììììììììì!”

Asher sospirò rassegnato. “Occhei. Aspetta che mi spalmo in faccia un po’ di lucido da scarpe e vengo subito.”

“Mbah?”

Qualche tempo dopo erano comodamente sistemati nei loro posti e seguivano estasiati lo svolgimento della tragedia, scortati da Musette. Diciamo che tra tutti e tre il più estasiato era Jean-Claude, giusto un filino…

“Oh Ashy! Guarda Cinzia, non è una splendida Desdemona? E’ così femminile!”

“Oh sì” Ridacchiò Musette ciucciando pop-corn e sputandolo a terra. “Quel cobra le dà proprio quel tocco in più. Ops! Volevo dire boa…”

“Già.” Sbuffò Asher. “Forse se le avessero messo una gonna invece che una calzamaglia col conchiglione…”

“Ma questa è un’attualizzazione dell’opera, non capite?”

“Ma dai, non capisci?” Motteggiò Musette dando di gomito al biondo.

“E guarda Jago! E’ il bel Coso, Vito, Truzzo…” Continuò Jean-Claude completamente perso nel suo paese dei balocchi.

La voce di Asher risuonò come una campana di bronzo. A morto però. “E’ il bell’Andrè.”

“Grazie, non ci sono proprio per i nomi…comunque non è bravo? Con quei baffetti da sparvieroooo!”

“Ma se sono finti!” Brontolò Asher.

Musette si spanciava ad ogni commento di Jean-Claude, Asher mandava fumo dagli occhi e il pop-corn finì insieme alla tragedia. Quella sul palco. L’altra, tra i sedili, aspettava giusto le ultime mosse…

E precisamente, fatti gli inchini, consumati gli applausi, gettati i fiori, tutta la compagnia aveva circondato il boss redivivo all’inno di “Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!” E chi lo tirava per la giacca, e chi lo tirava per i capelli, e chi lo tirava per il cazzo…

“Giovani, carini e disinibiti. Vero?” Disse Musette con una voce carica di edulcorante cariogeno e cancerogeno.

“Da morire…” Replicò Asher sibilando tra le zanne.

“Ci sta bene il tuo Jean lì in mezzo, non trovi?” Ridacchiò la vampira prima di eclissarsi.

Asher restò lì, impietrito come una statua di sale, indeciso se mettersi a frignare indecorosamente, sgozzare tutti compreso il suo Jean o tornarsene nel tugurio con le pive nel sacco.

“Ashyyyyyy! Vieni dai!” Urlò il suo Jean tra la folla.

I guitti balestrati e bisunti d’olio si girarono tutti dalla sua parte continuando a cantare “Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!”

Asher trasse un gran respiro, salutò educatamente tutta la compagnia, diede un bacino al suo Jean raccomandandosi di divertirsi anche per lui e di indossare la maglia di lana. Poi prese il volo e se ne andò.

Qualche ora dopo il nostro era alle prese con un solitario. Ma che andate a pensare? Di carte, maliziosi, di carte!!! Uno stronzissimo hearts che non ne voleva sapere di venire, giusto per non farci mancare neanche un doppio senso. Improvvisamente un tre di bastoni cadde a terra…Asher alzò la testa, annusando l’aria: l’atmosfera si era fatta pesante, calda, umida… le mani del vampiro cominciarono a tremare.

La porta si aprì di botto, spalancata da una folata di un vento caldo di potere e poi fece la sua comparsa Jean-Claude: sorridente, muscolare, pelosissimo, gli occhi fosforescenti di magia che parevano truccati con l’uniposca.

“Mo te dai ae carte? Meno male, che pensavo de trovarte alla finestra, co' qua'a vestagliaccia che m'aspettavii…

Asher cadde in ginocchio, gli occhi sgranati per la sorpresa. “Mbah?”

“Famo er pokerino piuttosto.” L’altro rimase in silenzio, ancora a bocca aperta. ”Che fai, te caghi sotto? Ma vedi d'annattene, va'che te prendo a selciate…"

Al povero Asher ci vollero tre tentativi prima di riuscire ad articolare una risposta. “Hai bevuto.”

“Po’ esse.” Sogghignò Jean-Claude, estremamente compiaciuto di se stesso.

“Sei sbronzo come una capra.”

“Ma li amichetti miei insistevano! A’ Cinzia alla vodka, o’ cespuglio all’assenzio, o’ coso al red bbull…”

“Red Bull?”

“Red Bbull ti mette le ali e ‘un volevo tornà a casa en tassi.”

“Che vuoi da me?”

Jean-Claude fece un passo avanti e cominciò a sbottonarsi la camicia. “O’ sai…”

Asher, ancora in ginocchio, fissò ammaliato l’amante mentre avanzava ancheggiando verso di lui si apriva la patta dei pantaloni e gli sbatteva il pene in faccia. Il vampiro alzò il viso e incontrò gli occhi alieni dell’altro. C’era una sola cosa da dire.

“Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!”

mercoledì 7 dicembre 2011

Supernatural activity - Capitolo 33 - Noooooooooooooooo! Il Viaggi nooooooooooooo!

Riassunto delle puntate precedenti:
Bastaaaaaaaaaa! Non se ne può più! Ma che devo riassumere? Due porci vogliono scopare ma siccome sono disadattati non ci riescono. Punto.


Tapparella - Elio e le storie tese

Questa stanza è tranqui, questa corte è Funky, perchè io in galera ci vado con i guanti.
Slega i legamenti, se mi senti piangere ti accendi, dei vibratori segui i movimenti. Zanne sorridenti e beviamoci un licantropo, poi scendi giù in vasca, se non ti piace il ritmo Hasta la vista, vai in bara via, è Belle l'animatore che sta sulla regia, Jc è l'intrattenitore che viene dal podere, Ashy muovi il tuo sedere e fammi fare il mio coniugal dovere.
Sai che Tranqui significa tranquillo, e su questo Funky mi masturbo e non strillo come il Parmaculo: Accattativillo, dimmi sai il mio nome? SI. E allora dillo: JAAAY CIIIII! E tranqui Funky è il nome del mio porno.
Scopami tranqui Funky, slega i sentimenti col tranqui Funky, segui gli ordinamenti tranqui Funky e le vibrazioni del tranqui Funky. Quattro zampe e poi respira, ogni nota è l'atmosfera, e questa sera è un pò speciale, se lo vuoi, trenino tranqui Funky con noi.
Mi ricordo i tempi in cui eravamo in venti a morderci col Funky, oggi siamo in tanti e domani saremo: SEMPRE DI PIU'!
E adesso succhia un po’ me, alla frusta c’è Muset, butta su il pisello che siamo al grande fratello ambientato in un bordello, come sempre rigorosamente in francese, scacchinelculo, oggi sangue cinese. BA BUDUBUBA BA Baciami piccino sulla PUDUPUPO DIPIDIDIPIDI punta, piccolino.
Muoviti arrapato tipo playmate di Playvamp, okey?, tutto fila liscio se scopi Casadei. Hey, ci sei, ci siamo, andiamo, sono pagato niente ma vi amo. Ci amiaaaamo! Basta che poi ci decidiamo!
Di voglia di parlare ne ho mooolta, ma è inutile parlare se Asher non ascooolta. Dunque io ringrazio tutti quanti, specie la mia mamma che mi ha abbandonato così funky. A me piace scopare quando trasmette sentimenti, dire le mie cose con i complimenti: bere sangue, fare l’alba e, accidenti, ballare con i tipi con i vari strusciamenti.
Sono in posizione, portare l’ardeur nella mia nazione è la mia missione, se vuoi darmi una botta fatti avanti, guardami in tv tranqui e ballati 'sto funky!
Questa è la traduzione di una lunga descrizione di ere ed eoni in cui anche alla morte veniva voglia di morire. La tensione rimase… blabla… sfide a “scacchi”… intimità limitata… blabla.. sottese provocazioni reciproche a base di pose ambigue, strusciamenti sospetti e sfoggio impudico di nudità.
Ndr: Morgana71, ma come cazzo stai? Parla come mangi, per dio!
In realtà Jean Claude non reggeva molto bene la tensione, e stava uscendo di testa peggio del solito, che non è poco. Negli X mesi di cui stiamo parlando, infatti, possiamo elencare questi suoi comportamenti:
1- Si parte con l’infoiamento da panico pa-panico pa-panico pauuuura che er Piotta je fa ‘e pippe, e Tony Manero non è abbastanza ggiovane pe’ ffasse ‘na bira e un calippo. Un urlo e un lampo ed è sul palco: ardeur, maestro, vai cor disco, niente fiaschi, mi faccio le piste e Belle non è più triste e mi passa i mangianastri a palla, i pantaloni a zampa e la giacca della Goth-Standa.
Supervampone eccolo qua, Jc è il suo nome ‘un lo scordà, move la mano di qua e de là, fammelo vede non te fermà, e diamoci col ballo del Quaqua.
2- Poi il dj s’ammollava, e di corsa alla banca del seme per scoprire se Amanda Lear è una femmina o un maschio, o se Cinzia lo amava ancora, o se i gatti erano in amore sui tetti di Parigi o altra merda emo, tipo se votare Moana per cambiare la società o tagliarsi. Jean Claude frignava per ore che gli mancavano Belle, e il teatro, e i lupi, e gli amanti, e Dorino, e i prati, e le capre ecc ecc…
Si sa che Asher in tanga eccita la banda, e in attesa che il Viaggiatore scendesse in branda a farsi un sei all’enalotto si sprecavano le discussioni filosofico-pratiche su comm’èbbello far l’amore come Califano ingroppato dalla Carrà, e sulle stelle dell’hard di Vampirella 2000, mentre di chiavare sul serio se ne parlava poco per via delle solite menate tipo moncorbò che si deprime o moncanarin che s’annoia da solo.
Ogni tanto, preso da vero bisogno, Jean Claude si convinceva a palparsi un po’ Asher, ma solo mentre il vampiro era ancora morto per il giorno, dato che dopo la prima volta che si era fatto beccare a solleticargli il risveglio, il biondo gli aveva lanciato uno sguardo gelido e si era rifiutato di picchiarlo.
“Ahh, bella vita co’ sti maschioni” o “Che pezza! La voce si sparge dalle Alpi alle Ande, JC sei grande: ignorante con l’abbronzante e abbondante tra le mutande!” erano però i sospiri generali di tutte le checche di Francia che arricchivano Belle guardandosi fiumi di pubblicità spazzatura. D’altra parte nessuno ha mai sostenuto che il pubblico abituale del Grande fratello sia la crème intellettuale di una nazione.
Il Viaggiatore nel mentre studiava registrazioni scelte come un’invasato, talmente drogato dalla telenovela che non aveva ancora pensato ad andare in carne ed ossa a cento all’ora per trovar le anime sue, a illuminare il loro vano motore con una candela di cera. Al contrario li spiava nella forma incorporea del fantasma formaggino: aveva infatti deciso che i nostri due erano perfetti nei ruoli dell’inglese e del francese delle barzellette, mentre Balto poteva fare l’italiano che se li spalma sul panino (d’altra parte si sa che reputazione ha l’amore all’italiana secondo i francesi rinascimentali, ed era proprio quello che serviva in questo caso). E l’importante era che in sostanza l’italiano vincesse, e che se un Morte d’amour ti dice “Italiano pizza spaghetti mandolino mamma lo sai chi c’è? E’ arrivato El Merendero”, tu non arrossire e non abbassare il capo ma digli: primo tu non prendi parte neanche ad un’orgetta, due ehehehe, treno dell’amore portami con te, qua trovi la gioia, cinchiavardiamo al letto…
Il consigliere era spesso preso in simili elucubrazioni, a suo dire per aumentarsi l’appetito: stava cercando il momento giusto. Che arrivò quando dovette assistere a questa scena raccapricciante:
“Dimmelo di nuovo Asher: perché siamo ancora qui?” Allora il vampiro lo cingeva tra le braccia e il suo cuore si fermava.
“Perché non puoi vivere senza di me, ma mi ami troppo per trasformarmi in un tuo schiavo.” Rispondeva ogni volta. (Originale).
In quel momento l’anziano vampiro capì che era giunta l’ora della riscossa: bisognava dare una svolta più sana a quel programma demenziale, e dare un esempio dell’arguzia che gli permetteva di spopolare nelle barzellette.
Fu così che Asher fu svegliato un bel giorno da un Jean Claude con gli occhi neri che pronunciò le fatidiche parole: “Sono il fantasma formaggino, e ora ti spalmo sul panino”.
“Impossibile” disse il biondo. “Lo sanno tutti che sei un passivo irrimediabile”.
“Evidentemente no, se no non sarei qui. Ti spalmerò ancora e già pregusto il tuo sapore sul panino”.
“No noo non mi spalmerai, perchè del coltello buon uso non fai. Per mano di Baltazar punito verrai, per… mano di Asher stavolta cadrai. Permani pure della tua opinione ma con quel corpicino non mi spalmerai”.
“Ne sei proprio sicuro? Allora non ti dispiacerà se mi scopo Jean Claude?”
“Prego, meglio lui che me”.
“Allora non ti spaventerai se chiamo un attimo Beeeeellleeee? Non so se lei potrà soprassedere a questo vizio di forma”
“NOOO!! Zitto. Ti prego sii accondiscendente e concedimi l’amnistia. Va bene, faccio tutto quello che vuoi”. Il suo cuore batteva furioso nel petto oppure nel torace come un canarino infilzato da spilli. In effetti nessuno sarebbe rimasto impassibile davanti agli occhi di fuoco e al ghigno da pazzo e alle labbra che si sporgevano a cuore per sbaciucchiargli luoghi innominabili.
“Ora sì che si ragiona, bel demonione mio.” Smoooch slurrrp…
“Ehm… sì, certo, ma prima dimmi cosa ne pensi dello spread italo-tedesco?”
“Perchè tu non mi parli del tuo pene?”
“Va bene, dimmi almeno come sta Jean Claude!” Sussurrò debolmente.
“Ohhhh come siete kariiiiniiiii!!!!!! Hihihihihi! L’avevo capito che tutti i vostri bisticci erano più finti di una Drarry scritta kon le k da una dodicenne perversa. Comunque il tuo ganzo sta bene, non vede l’ora di una bella cavalcata con te, se lo conosco almeno un goccio, anche se ha un po’ paura delle tue reazioni successive. Lo sai che tieni un broncio adorabile, micione? E’ solo Jean Claude che non ti capisce.”
Asher rabbrividì, mentre il potere del Viaggiatore si sprigionava dal corpo nudo e visibilmente eccitato di Jean Claude: solo che non era lui ad accarezzare la sua pelle, a scostare i suoi capelli dal viso e a palparlo con avidità. Non era Jean Claude che ora gli stava sfilando i pantaloni, che lasciava scorrere le sue mani su ogni centimetro del suo corpo ormai nudo, che lo avvolgeva in un abbraccio osceno mentre la sua lingua si infilava impunemente e/o impudentemente ovunque ne avesse voglia.
“Lo so che mi vuoi, mio divino”. Mormorò. Poi, con un gesto fulmineo, lo rivoltò sullo stomaco. “E‟ stato così eccitante guardarvi tutti questi giorni” continuò sbattendo le ciglia “eccitante e istruttivo”.
Asher stava iniziando a prendersi bene a farsi fare un pigiamino di saliva, anche se era leggermente perplesso sui file di Jean Claude sul Viaggiatore: si ricordava infatti un “così frocio che tra poco finisce il giro e diventa etero”, un “pompino: dieci minuti di silenzio” e un “più passivo e masochista di me”.
Quando il Viaggiatore cominciò a leccargli il collo, la schiena e le natiche con sempre maggior irruenza, gli sorse il dubbio se in quegli anni le sue abitudini si fossero modificate. Ma la risposta gli arrivò puntuale, e spero di non dover spiegare di preciso cosa intendiamo.
“Immagino benissimo cosa ti abbia raccontato quella stronzetta di Jc… sono sempre stato geloso di come lui e il mio amato master Balto andassero d’accordo. Troie”. Gli tirò i codini cercando di staccargli la testa.
“Ahia, cazzo fai, pirla?”
“Ohhh parlami sporco baby, vieni da papi. Assomigli tanto a Balto, domani porto anche lui, ora sta solo filmando perchè devo studiare la performance dei miei pettorali sinistri.”
“Sìsì, certo mia cara Jane” sbadigliò Asher.
“Hey, che infame, ti stai addormentando?”
“No, Viaggiatore, è una citazione della madre sottomessa e terrorizzata di David Copperfield”.
“Divertente. Ora però voglio rifare la scena dove tu stupri Jc alla sua festa di complemorte del 1830 ma voglio sembrare più figo di lui.”
“Nessuno è più figo di Jc, è il mio coprotagonista”.
“Ma io sono più vecchio, ecco! Guarda che ti faccio gridare”.
“Certo. Vuoi più un urlo tipo “Ommioddio i biglietti gratis per il concerto di Madonna” o “Dio Yvette mi fai vomitare”? Perchè non credo tu possa farmi urlare di piacere.”
Asher trasalì. Sentì le morbide mani del suo Jean Claude afferrarlo con una forza innaturale, mentre l‟immenso potere del consigliere paralizzava il suo corpo e la sua mente, pur lasciandola vigile e perfettamente cosciente.
“Non so, Ashy, tesoro. Dipende da come ti senti riguardo ai preservativi di Hello Kitty… Mi ringrazierai quando vedrai che non ti ho attaccato le pustole verdi vampiriche, mon cardelìn.”
Il resto fu solo un‟infinita sequenza di urla e gemiti.
Non sappiamo in realtà il perchè di questo suo particolare rifiuto, dato che senza un’ascia o una saldatrice non crediamo che Asher possa trovare veramente sgradevole del sesso con un corpo non decomposto e il cui pene non sia ricoperto di filo spinato, figuriamoci rimming e vibratore vivente. Dobbiamo quindi supporre qualche sottinteso terrificante ma non descritto, come Platinette che si accoppia con Berlusconi al sabato sera con commento di Gad Lerner. O forse solo l’essere sbattuto da qualcuno più checca di lui lo rende isterico. Mah.
*****************
Il Viaggiatore abbandonò il corpo di Jean Claude lasciandolo sfiancato sull‟altro, che giaceva sullo stomaco, con gli occhi chiusi e l’aria completamente sfatta. Non appena fu in grado di muoversi, Jean Claude fece un balzo belluino riparandosi dietro al letto, tremando pigolante.
“Ashy, sei… sei tanto arrabbiato?”
Asher si stiracchiò, si rotolò e si accese una sigaretta e gli tese la mano.
“Dai, vieni a letto, pistola. Lo so che non è colpa tua.” Sospirò con un filo di voce.
“Mi dispiace da morire.” Salì tentativamente sul letto, avvicinandosi un po’ quando l’altro non gli diede fuoco con uno sguardo gelido.
“Ahem, anche a me, anche a me, ma certo.” Chissà cosa aveva partorito ora il cervellino nevrotico del suo corvò, e poi dicono dei biondi.
Dopo un lungo silenzio, Jean Claude si arrischiò a fargli una carezza, pronto a saltare via di nuovo in caso di pericolo, e lo fissò con Puppy eyes numerò 5. “Ora mi picchierai?”
“Sicuramente non prima di un bagno, un massaggio rilassante e una bella tazza di sangue”.
“Non era così che lo avevo immaginato” bisbigliò a un certo punto uno dei due a caso.
“Dai, almeno la prima volta ce la siamo consumata con il nostro piccolo stupro amichevole”.
“Va bè… Ma ora quando replichiamo?”

sabato 19 novembre 2011

Supernatural Activity - Capitolo 32 - E' l'ora del Gay pride!!

Riassunto delle puntate precedenti:
I nostri litigano, fanno la pace, tentano di far sesso senza riuscirci esattamente dall'inizio di questa parodia fino ad adesso...ma mentre Jean-Claude fa la festa, no cioè, si nutre del suo lupo Dorino c'è una grossa novità. Asher si sveglia di cattivo umore. Scherzavo!!! Sulla novità ovviamente, Asher si sveglia davvero di cattivo umore e per tirarsi su il morale, e altre cose, decide di fare lui la festa a Dorino. Alla festa si divertono tutti tranne, naturalmente, Jean-Claude...


Let's stick together - Roxy music


“Miiiiiiii Jean Claude, quanto la fai lunga…”
“Ma gli hai quasi staccato la testa!”
“Quante palle, manco fosse morto”.
“ASHER!” Jean Claude lo incenerì con una sola occhiata. Era incazzato come un geco idrofobo.
Dal momento in cui Dorino aveva lasciato la stanza, un po’ barcollante e con le gambe larghe, ormai due giorni prima, Jean Claude aveva messo un muso monumentale, interrotto a tratti da liti impacciate e sbuffi teatrali da parte dell’altro, che sinceramente non ne poteva più di questi mortificanti discorsi da bambino dell’asilo cattolico e petulante. Che cos’era in fondo? Un morsetto. Piccolo. Un morsettino. Un orgasmino da niente. Come se Asher non fosse capace di ben altro che non mandare in orbita per un paio d’ore un notorio morto di figa con un pene troppo grande rispetto alla quantità di sangue del suo organismo bionaturale.
Il potere che aveva instillato nel suo morso si era manifestato così intensamente da costringere il licantropo a trattenersi con loro per ore, sebbene sapessero entrambi che, anche dopo, i suoi effetti non sarebbero del tutto cessati. Questa era l’ennesima volta da allora che Jean Claude cercava la rissa, e ad Asher, che stava sopportando perchè in questo capitolo è lui a comportarsi da adulto razionale, iniziavano a smerigliarsi le palle.
“Dimmi soltanto una cosa.” Sibilò Jean Claude con forzata benevolenza. “Ti diverti a stuprare tutti quelli che ti dimostrano un minimo di interesse, oppure ha ragione Belle e ormai sei soltanto un sadico fuori controllo?”
Asher lo guardò come una cavia da laboratorio, domandandosi sinceramente se ci fosse o ci facesse, e sprofondò seduto sul letto: non si illudeva che avrebbe smesso in fretta, ma gli stava venendo sempre più voglia di picchiarlo o almeno di farsi una canna.
“Bè, sì, e fino a ieri piaceva anche te. Sbaglio? Certo ha ragione Belle: l’ingratitudine e l’insolenza hanno ormai pervaso questi tempora e mores! Da come parli tu sembra che gli abbia ammazzato la mamma invece di fargli un favore” gli rispose.
Jean Claude si stagliava innanzi a lui fissandolo con un misto di rabbia e incredulità e cercando di fare figo e di non sembrare un minorenne isterico preso nel cambio della voce. “Come hai potuto?”
L‟altro sospirò seccato. “Non pensi che fosse ora che anche Dorino il verginello avesse la sua prima volta?” Protestò debolmente.
“Non lo so, Asher, dimmelo tu! Forse potevi anche chiederglielo, non ti sembra?” Lo guardò negli occhi: sperava che fosse pentito, ma qualcosa gli diceva di no.
“Oh, sicuro, se glielo chiedevo mi diceva di sì come niente. Ma se quel represso fa sembrare l’inquisizione moralmente e storicamente avanzata, cazzo! Adesso, non vorrei essere politicamente scorretto, eh, che poi poverino ti traumatizzi e Morgana71 mi tiene una lezione su perchè il comunismo in teoria funziona, però sì, ci sono culture superiori e inferiori. E una razza che vive sugli alberi con le scimmie e infila gli spinotti nel culo di rinoceronti mannari e bufali è inferiore a una che ha l’elettricità e le capre. A me piace il bidet dopo una bella scopata bisessuale fuori dal matrimonio, thankyouverymuch.”
Jean Claude si sedette sulla poltrona senza mai staccare lo sguardo dal suo sguardo gelido; e poi all‟improvviso, crollò con la testa tra le mani. Asher si sentì montare l’incazzatura e si alzò per dargli una sberla, ma poi vide quanto l’altro era triste e in paranoia, e gli tirò solo leggermente le orecchie, preso dal labbruzzo tremulo con occhioni lucidi della migliore espressione viscida Jc inc, prima di prenderlo cavallerescamente tra le braccia, rendendosi conto che una reazione così assurda era eccessiva persino per il suo emovampirino. Cioè, adesso, sul serio, di che cazzo stavamo a parlare? Di una meladisangue che gode nutrendo un vamp di Bellemorte? Sai che colpo di scena, che tristezza… mai successo da Caino in poi eh? E dire che qualche zuzzurellone pensava addirittura che fosse normale e richiesto. Stolti!
Ma Jean Claude uggiolava misero, e Asher diede fondo alle sue inesistenti risorse di pazienza per fargli un paio di coccole e palparlo con nonchalance. Così cominciò a sussurrargli dolci minacce, chiedendogli perchè era così geloso di un servo blu con le misure sballate e una chiavetta usb, assicurando che era stata solo una cena e non aveva motivo di compararsi a ciò che per lui aveva lo stesso valore di un piatto di polenta e fagioli, e che bisognava pur mangiare per poi fare sesso.
Jean Claude lo circondò con le braccia sprofondando il volto tra i suoi capelli. “Perché lui?” Mormorò. “Perché non un altro, uno qualsiasi...”
Asher levò gli occhi al cielo ma rispose sospirando: “Perchè è l’unico che Belle ci manda e se non mi nutrissi dovrei andare in torpore?”
Jean Claude lo guardò male. “Non fare lo gnorri, mica sempre ti scopi il suo corpo, la sua mente e la sua anima, oltre alle sue credenze e ai suoi desideri, e i suoi sentimenti ecc…”
“Vuoi saperlo veramente? Okkey. Perché lui è tuo, Jean Claude. E’ questo che volevi sentirti dire?” Percepì il cuore dell‟altro prendere a battere furiosamente, ma prima che potesse reagire scostò il viso e lo sollevò verso il suo. “Aveva il tuo sapore” ammise alla fine “il suo odore, il suo sangue... era come se fossi tu.”
“Umpf, è impossibile, non ti credo. Noi ci eravamo appena appena fatti un lavoretto di mano”.
“E non credi che possa bastare?” Rimarcò. “Tu ancora non ti rendi conto di quanto grande sia ormai il tuo potere, piccolo Jean. E‟ il tuo animale e hai fatto ben più che nutrirti, ammettilo almeno per una volta che non sono solo io Er cazzone mascherato.” Lo incitò quasi con rabbia. “Io so cosa ho sentito, so cosa ho provato. Non sono mica vergine. IO.” Incollò gli occhi sui suoi supplicando che gli credesse, che vedesse la verità nelle sue parole e suonando un violino per sottolineare il romanticismo della situazione. “Ma comunque mi piaci di più tu, te lo giuro. Me ne sono solo approfittato un po’ per mettermi in mezzo tra voi e levare la scopa dal culo a lui”.
Jean Claude continuava a fissare l’altro vampiro e si sentiva diventare più emo di attimo in attimo.
“Ecco, lo sapevo che era colpa mia. Oddio diventerò un mostro anch’io…” pianse.
“Colpa, adesso, esageriamo… diciamo opportunità” Cos‟altro poteva dirgli? Certo che era colpa sua, del suo dannato Ardeur e della carica sessuale delle anime afflitte che ormai impregnava quella stanza come vernice indelebile. Probabilmente anche il copione ormai iniziava a stufarsi dell’assenza di una bella lemon descrittiva un po’ dark.
“Asher.” Pronunciò il suo nome con severità e dolcezza, e Asher spese un altro willpower per non staccargli la testa. “Guardami in faccia e dimmi che non l‟hai fatto per strapparlo via da me. Dimmi che non è stata soltanto la tua folle gelosia.”
“Punto primo: io sono geloso di qualunque cosa si muova intorno a te. E anche se non si muove. E gradirei che la cosa fosse reciproca. Punto secondo: una volta eri figo, i triangoli ti piacevano. Punto terzo: sei tu che l’hai messo tra noi. Punto quarto: non ti lusinga che io voglia farmi il tuo nuovo a.d.c? Punto quinto: vabbè che abbiamo tempo, ma veramente te ne frega qualcosa di continuare questa conversazione? Cioè, è Dorino, mica Gesù. Punto sesto: E’ lui che ha un problema con il suo pene, gli ho solo fatto un favore” Ammise senza esitare. “Sai che paura se Dorino mi odia…”
“Noooo Ashy, io ti amoooo!!!” I loro occhi si girarono pigramente verso la porta, ed entrambi faticarono a trattenere l’irritazione per l’ennesimo cliffanger appena prima di un’appassionata riconciliazione.
“Lupino! Cazzo ci fai qua?”
“Io sto bene eh, le convulsioni da orgasmo sono passate e non ho riportato danni neurologici eccessivi, grazie, e voi?” In effetti l’entrata nello stato adulto donava a Dorino, e abbiamo ora altre dieci righe di descrizione di un figo standard negro blu con labbra da pompinaro, capellone, nasone e pisellone.
Schioccò (o forse scoccò, chi può dirlo?) un‟occhiata al vampiro rimasto immobile alle spalle di Jean Claude. “E tu, non mi chiedi niente? Ciao biondo!” Lo esortò insolitamente sexy e affamato.
Asher si sentì gelare il sangue, e si allargò il colletto della camicia. “Ehm, stasera mi sono già nutrito, scusa”.
Dorino mise il broncio, mentre arretrava fin oltre la porta, voltandosi alla sua destra; poi fece un cenno e si levò finalmente da in mezzo ai piedi, mentre tre dei suoi lupi facevano capolino trascinando altrettanti scatoloni impolverati da trasloco di famigliola numerosa non abbastanza ricca da comprare una ditta di trasporti.
E in men che non si dica, l‟intera libreria venne riempita da giornali porno, fan fiction sadomaso e giochi erotici di vario genere, dai vibratori alle palline anali.
Fu questione di pochi minuti, e i tre rimasero nuovamente da soli; mentre Asher e Jean Claude controllavano uno per uno i titoli delle opere, Dorino aspettava con la lingua di fuori, prendendoli in giro di tanto in tanto su quanto fossero pervertiti come bambini e cercando di attirare la loro attenzione.
“Sei stato tu?” Chiese a un tratto Asher rivolgendosi a lui.
“Veramente sei stato tu. Belle ha deciso di dare una svolta alla vostra permanenza.” Spiegò. “Consideratelo come un gesto di approvazione da parte sua: perché pare che, qualunque cosa voi due mostri mi abbiate fatto l‟altra notte, sia riuscito a risvegliare in lei un certo interesse, una frenesia che non le vedevo da tempo, oltre che in me… avete capito, no?”
Il sorriso del licantropo si allargò di fronte ai volti sempre più compiaciuti dei due vampiri. “Mi aspettava al varco. Quando ho lasciato questa stanza, mi ha chiamato e, nonostante non fossi in condizioni proprio... dignitose, sono andato da lei: e lei ha capito.” Si adagiò sui gomiti con un‟aria insolente che non gli apparteneva fino a poco prima, e lanciò un‟occhiata ad Asher. “Avete circuito il suo animale più represso” proseguì sorridendo “cosa che lei non aveva mai osato fare... perché non poteva.”
“E perchè non poteva?”
“Perchè sono un alfa fortissimo?”
“Coff.. coff”
“Perchè ero talmente vergine che aveva paura di prendere brutte malattie da selvaggio?”
“Sì?”
“Okey, perchè ero così frocio che non riuscivo a farmelo drizzare?”
“Santo cielo, Dorino... Fermati, mi dai il voltastomaco” Jean Claude deglutì “e poi che è successo?”
“Niente.” Rispose placidamente. “A parte che questo è il primo giorno in cui posso andare in giro senza rischiare un orgasmo fulminante. Penso di averla decisamente spompata, sono fico eh? Certo, ho imparato dai migliori *ammicco ammicco* E non avete idea del balzo che ha fatto l’audience! Tutta la corte non fa più nulla se non fissare le vostre avventure sbavando”.
Quella ammissione diede i sensi di colpa a Jean Claude, e fece spuntare ad Asher un sorriso così compiaciuto da tagliargli la faccia a metà, oltre a gonfiargli il petto come un upupa.
“Dorino, sei sicuro che va tutto bene?” chiese Jean Claude con una vocina pigolante e pronto alla fuga.
“Non ci sono colpe e non avete fatto niente che anch‟io non volessi, lo sappiamo tutti. L‟atmosfera era già incandescente prima ancora che tu ti svegliassi, Asher, il seguito era soltanto inevitabile. E se devo essere sincero non mi dispiace di essermi liberato di questa ingombrante verginità nè di aver scoperto il mio corpo”.
Parentesi: immaginatevi questa discussione lagnosa da telenovela di ultima categoria su TeleLombardia punteggiata da tre figoni che si accarezzano i… uhm… capelli a vicenda con… gentilezza! Ecco, sì, si accarezzano con gentilezza.
“Eccoooo!!! E’ colpa miaaaa!” Ululò Jean Claude disperato.
“No, Jean Claude, master, padrone, amore mio, è solo colpa mia, prendimi, godimi senza remore, da solo o con altri, sono la tua preda!” esclamò il lupo. “Non dovete avere scrupoli, ora ho visto la luce. Ho anche trovato un trattato di antropologia culturale e sociologia delle popolazioni preistoriche che spiega con dovizia di particolari certe cerimonie in onore della Madre Terra che… anzi, a proposito, volevo chiedervi cosa ne pensate della posizione del mammuth della conoscenza dell’ammmore dei Pigmei occidentali”.
“Eh… bella quella” sospirò Asher.
“Quindi sei sicuro che non sia stato il lavaggio del cervello?” ripetè jean Claude.
“Sì, sicuro”.
“Sicuro sicuro?”
“Sì”.
“Sicuro sicuro sicuro?”
“Sì… SICURO, adesso smettila. E solo adesso capisco cosa vuole Belle da voi e perché vi ha rinchiusi qui, insieme. Voi due insieme siete pericolosi” gli fece l’occhiolino.
“Non lasciarmi per paura di qualcosa di diverso”.
“Non lasciarlo, stare insieme non è tempo perso”
“Non lasciarmi anche se sono una troia e ti ho detto una bugia”
“Non lascialo, scopiamo un po’, suvviiia”.
“Sìììì, cazzo, ho capito, mi piace, mi piace che mi piaccia, è tutto troppo giusto, viva la figaaa! Che ne dite di un abbraccio di gruppo?”
“Ma… mi ami? Ma quanto mi ami? E mi pensi? Ma quanto mi pensi? E mi vuoi? Ma…”
SDOOONG. Jean Claude si accasciò sul letto contando le stelle e gli uccellini, e Dorino riappoggiò il pesante vaso di stagno sbalzato.
“Oohhh, scusa Asher, io lo amo ma mi stava facendo venire la pecòla”.
“Che cosa?”
“La pel dal cù c’la sa scòla” (La pelle del culo che si scolla, ndt).
“Ah, sì, ti capisco. E quindi ora siamo soli… scopiamo?”
“Volentieri. Però volevo anche chiederti qualche consiglio sui corsi da seguire con Belle, chi più di te mi può dare le indicazioni su misura? Secondo te è meglio Atletica delle posizioni, Cortigianeria, Storia della seduzione, Demonologia spiritica o…”
I due si godettero una piacevolissima e accaldata discussione sulle nuove possibilità di carriera del licantropo, accordandosi su una lista di esperimenti da fare con il sesso e il potere in modo da inserirsi meglio nei famigerati festini ora che ne aveva compreso più profondamente la funzione sia personale sia globale, evitando magari i decomposti e i gigapervertitoni hardcore, che in effetti avrebbero potuto diminuire la bellezza dell’esperienza.
Dopo un po’ Jean Claude si svegliò di soprassalto. “Dorino...”
“Fammi finire, stiamo parlando di sesso.”
Una improvvisa scarica elettrica si propagò nell‟aria intorno a loro, mentre Asher e Jean Claude si scambiavano l‟ennesima occhiata allarmata. Quando entrambi gli si avvicinarono, Dorino sentì il sangue accelerare improvvisamente, ma non si mosse.
“Quando saremo liberi, nessuno oserà neanche guardarti, se non lo vorrai. Una bella scazzottata ogni tanto con uno dei tanti nostri amici stronzi mette sempre appetito…” Gli bisbigliò Asher sfiorando la sua gola con un bacio lievissimo.
Jean Claude invece sembrava avesse perso la lingua. “Tu sei il mio Master, Jean Claude, nessun altro. Forse un po’ anche Asher, sai, per la comunione dei beni.” Lo rassicurò con dolcezza. “Sono un lupo Alfa e non ho mai risposto a nessuno, né a Belle, né al Consiglio, e nemmeno al Master della città da cui provengo. So’ fico, so’ bello, so’ fotomodello, ero vergine ed etero e tu mi hai vinto alla pesca di beneficienza del canile.”
“Ceeeerto, Dorino, chissà cosa ci fai allora a casa di Belle nella capitale del Consiglio a fare da meladisangue e vibratore per la regina del pompino?” chiese Asher.
Jean Claude lo interruppe in fretta “Se stai cercando di farmi stare meglio, non funziona. Mi sento come se ti avessi depredato: ti ho tolto la libertà, ti ho trascinato col mio potere in qualcosa che non avresti mai voluto se...”
“Ashy, ma fa sempre così? Miiiiiii, ma veramente anch’io ero così fino a ieri? Non so, sarò drogato e su di giri ma mi sembra che questo capitolo sia più angosciante e ripetitivo del solito. Spero di non tornare lagnoso in futuro”.
“Io sono il tuo master, guarda me. Quindi mi giuri sull’albero sacro delle pisciatine che non ti dispiace e non hai paura di diventare una puttana o di dare il tuo sangue ai vampiri dalla moralità grigiastra e che non sei sotto la maledizione Imperius. Dica Lo giuro”.
“Sì, capo, lo giuro. Ora scopiamo?”
Dorino bloccò quel monologo deprimente che si agitava nel petto o nel torace del suo canarino con un bacio che lo colse di sorpresa. Lo travolse con una passione impulsiva e inaspettata, incurante dei canini che gli tagliavano la lingua, del sangue suo e di Jean Claude che impregnava le loro fauci animalesche e del desiderio che già agitava il suo corpo.
Sobbalzando come colpito da un piccolo taser invisibile alla fine si distaccò con uno sforzo immenso, e arretrò fulmineo fino alla porta.
“Cazzo cazzissimo, devo andare, Belle mi aspetta, sapete com’è… E poi ha detto che vuole tenermi come spada di Damocle per farvi rimettere assieme più in fretta.” Girò appena la testa verso Asher rivolgendogli un sorriso e un inchino, poi guardò Jean Claude. “Sbrigati a riprendertelo, che dobbiamo fare roba.” Disse prima di svanire oltre la porta.
Il vampiro sembrava un gargoyle. Aveva tutte le intenzioni di cedere alla crisi emo da bambino a cui è morto il cane, voleva tagliarsi e leggere una poesia di Requiem, non gli importava di rendersi ridicolo in eurovisione. Ma inaspettatamente, percepì un calore inconsueto, due braccia che lo cingevano da dietro, e sentì Asher che affondava il viso tra i suoi capelli per poi congiungere la guancia con la sua e piazzargli una mano sul culo. “Non può essere... non può succedere di nuovo.”
Chissà di cosa diavolo stava parlando. Ma doverosamente Asher rispose: “Non accadrà Jean Claude. Faremo in modo che non accada, anche stavolta.”
Si volse appena solo per sfiorare la sua pelle con le labbra, ma Jean Claude si voltò e gli prese la testa tra le mani attirandolo sulla sua bocca. Asher ricambiò senza esitare; lo strinse tra le braccia spingendolo contro di sé, lo sollevò e lo condusse fino al letto in modo iperfrocio. Le loro labbra rimasero incollate, le loro mani non smisero un istante di infilarsi, ma non fu nient‟altro che un lungo e intenso scambio di emozioni, di calore e conforto. Un semplice abbraccio che racchiudeva tutta l‟intimità, i ricordi e la complicità che, dopo più di trecento anni (perchè a noi piacciono le cifre a caso), ancora li teneva insieme, in un modo o nell‟altro (più o meno, ogni tanto, quando non cercavano di ammazzarsi, o si facevano altre centinaia di tipi ecc).
Ndr: sì, nell’originale questa è la traduzione di “Ti schiaffo la lingua nell’esofago palpandoti come un adolescente in ormonella”. Non chiedetevi perchè, potreste scoprire che siamo in una songfic het introspettiva post-war AU.
No, Morgana71 non è ricoverata alla neurodeliri e non è mormone, però le piace Tuailait.
E questo vi ricordi che a pensare male si fa peccato, porcelloni! Ci voleva proprio un capitolo Romantico…

sabato 12 novembre 2011

Supernatural activity - Capitolo 31 - Che ne dici se ti presento i miei?

Riassunto delle puntate precedenti:
E chi cazzo si ricorda qualchecosa? Siccome non ho voglia di andare a guardare credo di non allontanarmi troppo dalla verità dicendo che i nostri due vampiri avranno cercato di ingropparsi, non ci saranno riusciti, si saranno strusciati, avranno litigato, si saranno insultati, si saranno resi ridicoli e chi più ne ha più ne metta...
Se sbaglio pago pegno.

Original Prankster- Offspring




Jean Claude si destò con un tremito. C’era una strana puzza… forse stava venendo a piovere e la fossa biologica si agitava? O meglio, no, sembrava quasi cane bagnato, e poi che strano, non gli sembrava avessero già inventato il cinema in 4D ma quella era senza dubbio bava di lumacone verde alieno con il cazzo grosso. Macchebèl risveglio. Sospirò ancora ad occhi chiusi e la scia di bava gli arrivò direttamente al cu…ore.
“Pompiiinooo” mugolò come prima cosa schiudendo lentamente le brillanti ciglia tra le iridi un po’ cispose data l’ora (visto che descrizione poetica del figovamp-mejo-de-Tuailait?) e afferrando con la mano dalle lunghe dita e dal palmo simpatico la copertina di capelli che gli faceva pizzicare la pelle peggio della maglietta della salute di lana della zia Musette.
“Buono Dorino, buono. Certo che potevi anche arrivare prima.”
“Ma io ti amo”.
“Lo so. Aspettiamo Asher?”
“Cooosa?”
“Nono, scherzavo, bravo cane, vieni da paparino”.
Dlin dlon. Interruzione di castità richiesta dal Moige per coprire le lemon. Comunque possiamo estrapolare dall’originale termini ambigui come “perforare”, “deglutire con calma”, “farsi un inebriante caffè” e altri dettagli palesemente attinenti al prepararsi la colazione ideale per il vampiro in vacanza.
Certo però farsi un cicchetto di prima mattina è proprio una cosa da sbronzoni, e l’unione di quella mezza checca di Jc più l’alzabandiera dell’ardeur più er lupone ingrifato possono procurare scene da bordello thailandese come niente: quindi non copriremo solo una succhiatina standard, ma un sacco di strusciamenti e ohh e aahh e squeek e frasi oscene in romanesco e naturalmente denti e artigli e prese usb blu come un neon e robe da vampiri che solo la Ham può capire. Insomma, se volete leggere l’ennesima descrizione porno gay uguale alle precedenti non ve lo impediremo, però sembra piuttosto chiara la meccanica dell’atto. Ad ogni modo prima si toccano, poi si nutrono con l’elettricità vampirica ardeurica animala-da-chiamare e intanto si mettono a limonare duro e godono come polli pazzi. Abbiamo anche una chiacchieratina pallosa su dove sia il caso di fermarsi, manco fossero lesbiche minorenni, che vi riporto testualmente: “Perdonami...” “Ti prego.” “Perché dovrei?” “E‟ stato incredibile.” “Mi dispiace, davvero.” “Io so cosa sei, Jean Claude.” “Sapevo che sarebbe successo prima o poi, solo non mi aspettavo così presto. E soprattutto, non mi aspettavo che ti fermassi.” “Pare la mia influenza cominci a farsi sentire, mio splendido lupo.” “Ma non intendo plagiare la tua anima, né ignorare le tue inclinazioni.” “Fallo, Jean Claude. Fammi sentire cosa significa.” “Va bene, però se c’è qualcosa con cui non sei a tuo agio dimmelo subito e mi fermerò”. “Me lo dai o no, me lo dai sì o no?” “Alla faccia del lupo alfa blu col cazzo di tre metri, mo’ te sdereno, abbbellooò”. “Oh sì ci conosciamo da una settimana ma ci ameremo per sempre”. “Che te vengono l’occhi a pois?”
Alla fine, sbracciandosi come scimmie idrofobe nell’impeto dell’amore, riuscirono a dare un calciazzo ad Asher, facendolo cadere dal letto e svegliando felicemente anche lui.
“Ma porca puttana vacca teschietto asterisco chiocciola. Perchè cazzo mi avete svegliato così presto? Stavate scopando senza di me, oh stronzi?” grugnì Asher.
“Ehm, cazzo ti sei svegliato? Noooo, facevo colazione, e sai, da cosa nasce cosa… ecc… ehm… Sì stavamo scopando, geloso?”
“No. Però potrei farti la battutona sull’ardeur che risveglia i morti. Ah. Ah. Ah. E comunque sei una troia, anche rinchiuso in una stanza da solo riesci a farti pure i mobili.”
Jean Claude gli scoccò un’occhiata che voleva essere gelida, pur continuando ad accarezzare la testa e la schiena del licantropo che giaceva immobile, con la testa sprofondata sul suo ehm… petto e il corpo ancora scosso dai tremiti.
“Non fare il timido Dorino, non è colpa tua.” Lo incalzò Asher con finta indulgenza. “Chi può resistere alla famosa Mano tra le gambe brevettata JC srl? Certo non un segaiolo rottoinculo come te: sai come si dice? Le figlie di Maria, le prime a darla via. Ho letto che vale anche per Manitù.”
E fu in quel momento che Dorino si mosse: si alzò lentamente sulle braccia, con la testa china e il volto coperto dai capelli come il cugino It, si spostò dal corpo di Jean Claude e si mise in piedi sul letto per sembrare imponente anche nudo e coperto di prese usb.
“Cazzo dici? Cioè tu pensi che stavamo scopando? Cioè come facendo sesso? Ahahahah. No, ti sbagli, era solo una colazione con animale da chiamare. Ti rispetto abbastanza da non insultarti con una menzogna, nonostante tutto. Nonostante cosa, ti chiedi? Nonostante ti ostini a comportarti come un perfetto idiota. Pervertito, lavati il cervello con il sapone!”
Asher replicò snudando i canini con un mezzo sorriso, e poi scoppiò in una risata genuinamente perfida: “Ahhhh, scusa, dimenticavo che a Jean Claude piacciono tanto i lupi eterosessuali ritardati. Aspetta che ti faccio un disegnino con le api e i fiori”.
“Gulp. Vieni, Dorino, vieni, andiamo in bagno eh? Gradirei non essere disturbato... se non è chiedere troppo, thankyouverymuch” Tuonò Jean Claude senza neppure guardarlo in faccia.
“Ma io ho fffaaaameeee!” Li schernì con voce pietosa.
I due erano già diretti verso il bagno quando il lupo gli lanciò un‟occhiata poco amichevole. “Attaccati e tira, frocio di merda”.
Jean Claude sbiancò e corse in bagno pronto a barricare la porta, mentre Asher si mise comodo, preparandosi a ululare “Ffffaaaameeee” per lunghe ore con la sua voce più fastidiosa.
Nell’altra stanza Dorino si schiarì la gola e si allentò il colletto, mentre Jean Claude spostava armadi davanti alla porta. “Ehm, forse non era la cosa più furba da dire?”
“No tranqui, ad Asher piace quando lottano, e comunque fa venire voglia di sgozzarlo anche a me” sussurrò.
“Ti ho sentito, eh?” Si sentì dall‟altra stanza.
Il vampiro deglutì e sollevò gli occhi al cielo esasperato. E la tensione svanì di colpo. Il resto della notte vide Dorino e Jean Claude immersi nella vasca e in una lunga e intensa conversazione, incentrata più che altro sull’aggiornamento di cosa fosse successo fuori dalla Casa, e di come sia i pezzi scelti in TV sia lo streaming avessero un’audience sbalorditiva. Al contrario di ciò che gli avevano fatto credere, il teatro continuava a funzionare a pieno regime, anche se gli attori erano stati sbattuti in mezzo a una strada a elemosinare o venivano torturati regolarmente da Musette, tranne Andrea aka Cespuglio, che era stato crocifisso a testa in giù per le palle come monito. Cinzia invece stava bene ed era ben salda nella sua posizione di prima ballerina, e il rabbocco del cast era sufficientemente figo, per cui Jean Claude si consolò in fretta.
Per finire Dorino gli raccontò che Belle era di umore migliore, anche perchè il Viaggiatore era molto felice di poterli spiare regolarmente.
“Interessante.” I due si voltarono, scoprendo Asher addossato allo stipite, con le braccia conserte e l‟aria da figo.
“In questo posto la privacy fa schifo.” Si lamentò Jean Claude.
“A quanto pare...” Confermò sarcastico l‟altro. “E solitamente sto Viaggiatore ci scopa da morti?”
Jean Claude gettò la testa all‟indietro sbuffando. “Bè, probabile, no?”
Ma il vampiro era sparito, per ricomparire subito dopo con un libro tra le mani e un‟aria interrogativa che rivolse direttamente al licantropo. “Di chi è questo?”
“E’ per te. E’ un trattato sulla sessualità della mia gente”. Spiegò. “Ci sono anche dei disegnini pornografici etero volti alla riproduzione, e degli schemi elettronici di chiavette usb e su come sniffare fiori aiuti il coito ininterruptus”.
“Bè, grazie Dorino, prima o poi ci dobbiamo guardare assieme, vado subito a farmi una sega”.
Dorino rilasciò il respiro che aveva trattenuto. “Magari non mi ammazza per prima. Non che potrebbe farlo eh? Ma è sempre meglio essere prudenti.”
“Sciallo, Dorino, Asher abbaia e morde, ma non è cattivo, è che lo disegnano così”.
“No, ascolta Jean Claude, sono imbarazzatissimo. Oggi con quella roba metafisica mi hai fatto veramente uscire di testa, non diciamolo ad alta voce ma è stato meglio che con Belle. Non per spaventarti eh, ma quando mi hai toccato il culo stavo per tagliarti la mano per poi mettermela… ma ad ogni modo, non ho seguito il codice degli Alfa duri e puri. Abbracciami”.
Jean Claude si limitò a sfiorare la sua vena con le labbra. “E‟ soltanto colpa mia” gli bisbigliò. “Sono qui dentro da troppo tempo e il mio autocontrollo comincia a vacillare.”
“Non potrei essere più d‟accordo.” Asher era entrato di nuovo. Si avvicinò al bordo della vasca e si inginocchiò sul pavimento accanto a loro. Lui e Jean Claude si scambiarono finalmente un‟occhiata di vera sintonia *ammicco ammicco*, e poi la sua attenzione fu tutta per il licantropo: gli accarezzò i capelli che ricadevano lunghissimi a coprirlo quasi per intero, e continuò finché lui non sollevò il viso e lo guardò in faccia.
“Va bene, avete vinto, ogni tanto sono un po’ stronzo. Per scusarmi ora ti morderò col mio potere orgasmico”.
Dorino si sciolse dall‟abbraccio di Jean Claude sollevandosi in ginocchio di fronte all‟altro. Era obiettivamente un po’ vergognosetto di essere nudo in mezzo a uomini nudi, ma era ancora parecchio su di giri, e il suo master stava ancora pompando ferormoni e sbattendo le ciglia, mentre quel bel pezzo di carne noto alle cronache come Asher era così virile con le sue cicatrici da guerriero e lo guardava con quegli occhioni spiritati che sembravano girare su se stessi, così ipnotici… zzzz…
Dorino gli si buttò addosso urlando “Sì ti prego sei il mio dio piiicchiami fammi tuo ”.
Asher fece spallucce, non aveva voglia di processare gli strani collegamenti cerebrali del lupo, lo afferrò per i capelli e lo morse con trasporto.
Jean Claude restò a godersi la scena adagiato nell‟acqua, con i pelazzi della versione ardeur che si allungavano e si cerettavano da soli, indeciso se partecipare o guardare. Alla fine Asher lo guardò di traverso, gli sillabò mentalmente “Pappappero, beccati questa!” e staccò mezza testa a Dorino, affogandosi avidamente nel fiume di sangue che gli usciva dalla ferita, mentre il lupo urlava lussuriose oscenità tutto felice.
L‟espressione di Jean Claude tramutò improvvisamente. Si alzò di scatto, agguantando Asher per un braccio, pronunciò il suo nome scuotendolo, lo urlò, lo implorò di fermarsi; ma lui continuò a bere, mentre il lupo gli si ancorava addosso in preda agli spasmi. Quando Jean Claude infine gli afferrò la testa e gli diede un grosso pugno il vampiro si staccò di botto e lo fissò stordito un paio di secondi prima di rispondere “Ahi. Cazzo vuoi?”
Ma ormai era troppo tardi. Dorino si accasciò sotto lo sguardo sconvolto dei due vampiri che lo sorreggevano, mentre il suo corpo continuava a sussultare in balia di un violento orgasmo senza fine (nell’originale, ndr).
“Un applauso, Asher...”
Clap.

sabato 16 luglio 2011

Supernatural activity - Capitolo 30 - Il mio tesssoro...poplposso, sì!

Riassunto delle puntate precedenti:
Jean-Claude e Asher hanno patteggiato una tregua, quantomai fragile dato che non prevede sesso e sangue, e dei turni equi per la stanza da bagno. Ma la loro punizione continua, lo spettro del Viaggiatore incombe e i due vampiri...bè, sono quello che sono.


Rock'n roll all night - Kiss

L’isolamento dei due vampiri continuava, ma nonostante qualche concessione all’intrattenimento accordata dall’augusta genitrice (uno stereo, un abbonamento a Max, un balsamo per Jean-Claude, una frusta per Asher…) gli effetti collaterali della tregua forzata cominciavano a farsi sentire. I litigi erano ai minimi storici, giusto un po’ di bagarre per la stanza da bagno, il bon ton regnava sovrano e tutto sembrava filare liscio; in realtà, quella gentilezza falsa e quella cortesia arrendevole stavano mietendo più vittime che un sano confronto a cielo aperto o tentativo di sbudellamento che dir si voglia.

Jean-Claude era scivolato in un’apatica rassegnazione, in una noncurante atarassia che il suo compagno trovava assai irritante, assuefatto oramai ai continui tentativi di seduzione e alle lagne supplichevoli dell’amico.

Asher d’altro canto aveva reagito a suo modo alla completa mancanza di dialogo rivolgendosi alla persona che amava e odiava di più in assoluto: sé stesso. Lo sdoppiamento di personalità si verificava perlopiù quando Jean-Claude era impegnato nel suo bagno quotidiano e prevedeva, mancando ovviamente di qualsiasi forma di originalità, il colloquio tra il bene e il male, tra l’angelo e il diavolo tra la metà bella-bella-bella in modo assurdo e quella sfregiata, tra Mon chardonnoret e Asher. Nota dell’autore: il dominio dell’una o dell’altra parte sono evidenziati da ciuffo in faccia e sguardo gelido per Asher e ciuffo in faccia e sguardo tormentato per Mon chardonnoret…in pratica, sfido chiunque a riconoscere uno sguardo con un ciuffo in faccia, non si distinguono.

Tutto ciò andava avanti da giorni alle spalle di Jean-Claude; a dire il vero il vampiro si era accorto dell’incessante mormorio che proveniva dalla camera da letto ma, in primis, era talmente assuefatto alle cagate emo del suo uomo da trovarle assolutamente irrilevanti; in secundis, quel mormorio era molto rilassante e in genere dopo un minuto iniziava a russare come un mantice.

E così, tra le due e le tre di quell’ennesima notte di clausura, oramai avevano perso entrambi il conto, i nostri passavano il tempo a modo loro: Jean-Claude immerso fino al collo nella vasca ed Asher sdraiato sulla sua parte di letto in preda alla schizofrenia. Giusto perché sono pietosa, oltre a dirvi che aveva il ciuffo in faccia aggiungerò che il suo sguardo poteva affondare il Titanic. “L’ardeur è il nostro padrone!” Bisbigliava tra le zanne. “L’ardeur ci ha tradito, Belle ci ha tradito! Malvagi, imbroglioni, falsssi!!! Dobbiamo liberarcene. Ucciderli, ucciderli, ucciderli e poi ci riprenderemo il tesssssoro e NOI saremo i padroni. Sssssì”

“Ma l’ardeur e il tessoro sono la stessa cosa!” Replicò l’alter ego mangiucchiandosi le unghie. “Non possiamo! Non chiederlo a Mon chardonnoret. Povero, povero Mon chardonnoret.”

“ Zitto idiota! Non ti accorgi che lui è il nostro padrone? Noi siamo schiavi, sssstupriamolo! Mordiamolo, facciamolo strisciare…ssssì.”

Lo sguardo si fece ancora più tormentato del normale e un po’ di bava colò da un angolo della bocca. “Sì, sì, sììììììììì!” La parola stupriamolo faceva sempre il suo porco effetto.

“Liberati di lui!” Continuò la voce cattiva consapevole che il ferro andava battuto caldo e il cazzo pure.

“No, no, no!”

“Cosa?”

Il vampiro si abbracciò, come colto da un inspiegabile attacco di gelo. “Jean-Claude è il nostro padrone, non l’ardeur. Il padrone ci vuole bene, il padrone si prende cura di noi, il padrone è il nostro tesssoro! Vai via e non tornare più.”

“Cosa hai detto?”

“E’ colpa nostra! E’ tutta colpa nostra! Noi non ci fidiamo di lui, noi non gli vogliamo davvero bene! Noi pensiamo sempre male del nostro tesssoro. Oh sssì…noi roviniamo sempre tutto. Vattene via e non tornare mai più!”

Il freddo calò sulla stanza come un avvoltoio su una carogna e la parte razionale di Asher (sì, c’è anche quella ma è talmente insignificante da non ricoprire un ruolo da protagonista) si mise comoda con un sacchetto di patatine a godersi lo spettacolo. “Vattene a me? A me? Ti odio ti odio ti odio mon chardonnoret! Dio come ti odio te il tuo sguardo tormentato e il tuo ridicolo senso di colpa! Dov’era Jean-Claude quando avevi bisogno di lui? Dov’era quando ti torturavano? Dov’era quando Juli moriva? Dov’era quando Belle ci scacciava?”

“Ma era nella bara!”

“E dov’era quando tutti ci prendevano per il culo?”

“Lui era impegnato a prenderlo!”

“Io, il mostro, io ti ho salvato, se siamo sopravvissuti lo devi a me! A me! A ME!”

E la trasformazione fu completa: lo sguardo più tagliente di un ghiacciolo lemonissimo, il ciuffo più emo di quello di Jared Letho, Asher si alzò e raggiunse Jean-Claude nella stanza da bagno. Si fermò sulla porta, fregandosi ossessivamente le mani e tirandosi il ciuffo. “I ladri. I ladri. Quegli sporchi piccoli consiglieri depravati. Dov'è? Dov'è? Ce l'hanno tolto, rubato. Il mio tesssoro. Maledetti! Noi li odiamo! È nostro e lo vogliamo.” Il vampiro si leccò compulsivamente le labbra e si preparò a prendersi ciò che era suo. “Che bella vasca, per fare un bagno, polposo ssììì! E se mi riesce, mi prendo il mio tesssoro, polposo ssììì!”

Jean-Claude era immerso nella vasca, circondata da candele profumate alla cannabis, e ascoltava ad occhi chiusi je t’aime moi non plus. Alzò prima una gamba, insaponandola lentamente, accarezzando ogni muscolo, ogni curva, poi l’altra. Si alzò, dando le spalle ad Asher, e scrollò in un movimento fluido i lunghi capelli corvini, agitando le natiche perfette e lanciando spruzzi d’acqua che magicamente evitarono tutte le candele nella stanza. Poi si girò, si leccò le labbra, si sfiorò i capezzoli con le lunghe e pallide dita, si tirò indietro i capelli lisciandoli e aprì i profondi occhi blu, le ciglia di pizzo nero imperlate di goccioline brillanti. “Oh! Asher ci sei anche tu! Proprio non mi ero accorto della tua presenza.” Il vampiro restò in piedi in posa plastica, avvolto nei vapori stupefacenti di nome e di fatto, completamente nudo e completamente consapevole della sua nudità. Asher ansimava così pesantemente che la condensa annebbiava persino le mura. Lo share nella corte di Belle raggiunse il picco record del 72% e Belle stessa fu spammata di insulti e proteste perché le videocamere erano tutte appannate e non si vedeva un’emerita minchia.

Jean-Claude sporse in avanti le labbra e si avvolse un lungo boccolo intorno al dito medio, continuando lo show. “Hai una macchia sul davanti della vestaglia. Problemi?”

Asher tossì a più riprese prima di gracchiare. “Mi hai schizzato.”

“Non lo credo possible.” Replicò l’altro in una perfetta imitazione di Betty Boop con le zanne. “Non mi sono nutrito.”

“Si può sapere che stai facendo?”

L’espressione di Jean-Claude era quella dell’innocenza tradita. “Moi? Assolutamente nulla!”

“No, tu mi stai facendo qualcosa.” Insistè l’altro.

“Tu dici?” Il corpo di Jean-Claude si rimpolpò di extramuscolo e il pelo crebbe modello zerbino. “Anvedi mo’ se te fo quarche cosa pischello! Vieni da GianClaudiuccio tuo che c’è posto a sfare in ‘sta tinozza. Vieni a papà! “

Gli occhi di Asher si dilatarono come sotto l’effetto di massicce dosi di anfetamine e il vampiro fece un timido passo avanti, completamente in balia dell’incantesimo tentatore dell’amico, mentre Jean-Claude lo incitava agitandosi in una sensuale lap dance col tubo della doccia.

Tutta la corte di Belle seguiva i movimenti dei due con il fiato sospeso lanciandosi in scommesse e hole di vario tipo, chi inneggiando ai bunga-bunga chi suonando vuvuzelas… Asher lasciò cadere la vestaglia, si liberò delle ciabatte di spugna, si appoggiò con la mano al bordo della vasca per tenersi in equilibrio, alzò la gamba e…

“Non mi piace vincere facile.” Cinguettò uno Jean-Claude, nuovamente glabro, uscendo dalla vasca e inturbantandosi i capelli. “Non ho neanche ballato la macarena!”

L’ohhhhhhhhhh deluso di tutti gli spettatori si sentì in tutta residenza.

Asher stesso era rimasto a bocca aperta, talmente sorpreso da non riuscire neanche a reagire come suo solito, con qualche calcio ben assestato o uno sganassone amichevole. Jean-Claude gli passò accanto, richiudendogli la mascella con uno scatto e arrivato alla porta gli lanciò uno sguardo in tralice e un sorrisetto beffardo, poi sparì.

Asher era ancora fermo, immobile come una statua, immobile come solo gli antichi sanno essere, i fantomatici antichi, fantastici giocatori di uno, due stella. Non riusciva a capacitarsi di quanto era appena successo, quello stronzetto l’aveva gabbato! Era entrato in quella stanza coi peggiori propositi, certo, ma da dominatore! Ora invece ne sarebbe uscito come il più succube dei succubi. Quand’è che gli avevano cambiato ruolo? Non avrebbero dovuto avvertirlo? Avrebbe protestato col sindacato Personaggi Sfigati! Intanto il bastardello aveva proprio bisogno di una bella lezione: si rinfilò la vestaglia, prese la spazzola di pelo di cinghiale (non era una mazza chiodata, ma doveva fare di necessità virtù) fece un rapido appello a tutti i suoi peggiori istinti e rientrò in camera per trovarvi uno Jean-Claude in pantaloni di seta mollemente adagiato sul letto. I suoi peggiori istinti fecero tutti filone, persino il sadismo non rispose al richiamo giustificandosi che aveva la nonna malata. Asher sospirò.

“Avevi detto che il tuo ardeur non mi avrebbe più importunato e invece ti sei approfittato di me.”

“E quindi?”

“E quindi niente! Non dovresti rimangiarti la parola data, tu sei il buono (eufemismo per coglione) e il cattivo sono io!”

Jean-Claude sbuffò e scrollò le spalle. “Come ti pare. Ho semplicemente deciso di non nascondermi più.”

“Cosa vuol dire?” Ansimò Asher leccandosi di nuovo le labbra.”Che farai di me quel che ti pare? Che mi renderai tuo schiavo? Che mi soggiogherai come una qualunque delle tue vittime?”

Il sopracciglio sinistro di Jean-Claude toccò altezze mai raggiunte prima. “Ti ricordo che fino a qualche secolo fa ero IO il tuo schiavo ed eri TU a soggiogarmi come una qualunque delle tue vittime.”

“E che c’entra questo?” Sbottò Asher scuotendo la testa. “E’ ovvio che fosse cosa buona e giusta perché il Dominatore ero io! Il fatto che adesso al mio posto ci sia tu è semplicemente…sbagliato! Ecco, la parola giusta è sbagliato!”

“Sbagliato che sia non me ne frega proprio niente. Io ho l’ardeur e non farò più finta di nasconderlo per non urtare la tua sensibilità di checca macho. L’unica cosa che posso prometterti è di non usarti come stuzzicadenti dopo mangiato.”

“Ma perché?”

“Perché cosa?” Chiese Jean-Claude.

“Perché cambiare ora dopo aver recitato la parte della più amata dagli italiani per tutto questo tempo?”

“Perché siamo in Francia, perché non sono bionda e perché mi sono rotto le palle. E’ un gioco? E allora giochiamo!”

Asher lo fissò in silenzio per quella che parve un’eternità. “Dici che il Viaggiatore ha visto tutto?” Passare di palo in frasca era sempre un’ottima strategia.

Il sorrisetto che comparve sulle labbra di Jean-Claude era quello della Gioconda. “E io che ne so?”

Intanto la povera Musette era nel bagno a spannare le videocamere con panno antistatico ed olio di gomito. Forse era l’ora di mettere un bell’annuncio sul Famiglio della Sera…