sabato 25 giugno 2011

Supernatural activity - Capitolo 27 - Guerrieriiiiii! Giochiamo alla guerraaaaa!


Riassunto delle puntate precedenti: Dopo una commovente reunion a base di souvenir nei denti e alla scoperta che il cane è il miglior amico di Jean-Claude (nella precisa accezione di amicizia del vampiro) ritroviamo i nostri due vampiri emo preferiti intenti a fare la cosa che fanno meglio. Tenersi il muso...

My body - Young the Giant

Era passato molto tempo da quel litigio. In realtà non si sapeva esattamente quanto ne fosse passato, ma il tempo degli amanti è particolare e quando ti girano i coglioni e ti annoi perchè non puoi scopare con chi vorresti le ore non passano mai, è risaputo. E poi gli indizi erano maledettamente pochi: Belle continuava a portare parrucche e crinoline e anche i nostri sfoggiavano il loro solito look. Se fossimo stati nell'ottocento forse per le strade si sarebbero fatti notare, lo stesso nel primo novecento; in realtà non sarebbe stato pericoloso? Quanto meno sarebbero stati molto fuorimoda e questo per Jean-Claude sarebbe stato un vero colpo al cuore. O erano già arrivati gli anni '80? In ogni caso l'inquisizione non c'era più e quindi chi cappero se ne fregava. Probabilmente era in questo periodo che nascevano le drag queen e il Mucca Assassina…
Ndr: Il motivo di questa confusione spazio-temporale einsteinian-maggica è un’impossibilità decisionale in fase di brainstorming. La vere domande sono: 1-quanto possono tenersi il muso dei vampiri, considerati anche i cento anni già passati? 2-quanto possono resistere i lettori a rileggere la stessa solfa rimasticata senza un briciolo d’originalità? Non avendo la cabina di regia trovato una risposta soddisfacente, Morgana71 ha deciso di lasciare la ssssaspens sullo specifico, anche se in tutto la fanfiction prevederebbe ipoteticamente almeno una cinquantina d’anni e li dimostra tutti.
Comunque, qualunque anno fosse, Asher e Jean-Claude si ignoravano bellamente facendo finta di non vedersi ma continuando a fissarsi il culo quando l'altro non guardava. Erano tristi e di cattivo umore: Asher frustava le sue vittime di malavoglia e su Analità campagnole c'era un dito di polvere. Jean-Claude non folleggiava più in giro e scopava solo con Belle, e addirittura, non comprava più di un paio di scarpe in un mese. Poteva passare dal corridoio degli specchi senza guardarsi neanche una volta!
Anche a Belle giravano i coglioni alla velocità della luce: Jean-Claude depresso non faceva bene il suo dovere e le si stava ripresentando l'emicrania, perdipiù il fatto che gridasse come un'aquila mentre lo facevano solo perchè Asher annegasse nella bava urtava leggermente la sua femminilità. Forse un po' più di leggermente.
Era giunto il momento di dire basta, urgeva un diversivo.
E quindi in un secolo sconosciuto di un anno imprecisato di una notte di mezzaestate, che non era un sogno ma di sicuro un incubo, Asher e Jean-Claude si incontrarono nel corridoio delle armature; Asher era accompagnato da Musette mentre Jean-Claude era con Belle e Aldo. I due vampiri tentarono come al solito di evitarsi mentre le loro accompagnatrici, ovviamente in combutta, si fermarono per fare due chiacchiere.
Asher arricciò il naso e disse senza guardare in faccia l'amico. "Sento puzza di troia."
Le due donne risposero subito che si erano appena lavate mentre Jean-Claude lo ignorò replicando pigramente. "Mon Dieu Belle, non senti questo fastidioso rumore? Il mio apparato uditivo è delicato e non sopporta gli infrasuoni-"
"Però te la fai coi cani" lo interruppe l'altro ponendo fine allo sciopero degli insulti diretti.
Jean-Claude invece continuò il suo giochetto rivolgendosi direttamente a Belle e spruzzando un po' di ardeurormoni nell'aria. "Stavo dicendo che forse potremmo tornare in camera a scopare."
"Lo dicevo che sentivo puzza di troia!" Urlò l'altro puntando ai capelli. Pochi secondi e i due erano già per terra a rotolarsi; ufficialmente per accapigliarsi, in realtà per stoccacciarsi un po’ perché l’astinenza era quel che era e la carne è debole e il sangue non è acqua.
Belle e Musette fissavano basite i due vampiri che si rimpallavano insulti strappandosi ciocche e vestiti. “Ti odio Jean-Claude! Ti odio perché non sei venuto a salvarmi e mi hai reso un mostro! E per colpa tua Julianna tutta panna è morta! E mi hai reso un mostro! L’ho già detto che mi hai reso un mostro?”
“Basta Asher, ti prego, ti prego, perdonami! Ti prego baby, lo sai che ti amo. Non avrei mai voluto lasciarvi, tu e Juli, non è stata colpa mia. Non vi ho tradito, dico sul serio! Ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tight, c’era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c’è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Belle!”
"ORA BASTA!" tuonò Bellemorte, prendendo per un orecchio ciascuno i due tapini e facendoli rialzare. “Venite con me nella mia suite, è giunto il momento di finirla con questa farsa ignobile.”
“Scopiamo tutti in camera tua?” cinguettò speranzosamente Jean-Claude. “Col cazzo!!” sbraitarono all’unisono Belle e Asher guardandosi in cagnesco.
“Va bene anche con quello, ci sta una cosina tradizionale per recuperare il nostro antico amore” continuò a squittire il terzo.
“Piuttosto che scopare con questo mezzo fico mi sparo in vena un’overdose di Aulin.” Brontolò la vampira sgrattulando la cresta di Aldo per calmarsi con la pet-teraphy e dirigendosi verso la sua stanza mentre Asher la seguiva borbottando a denti stretti e Jean-Claude e Musette chiudevano la fila, ognuno sospirando per motivi diversi.
Belle si sistemò sulla sua poltrona preferita, fissando la sua progenie in silenzio e chiedendosi per l’ennesima volta perché non li avesse messi in un sacco e affogati da piccoli. Una fitta alle tempie le ricordò il perché e la spinse a parlare.
“Jean-Claude? Per anni, secoli o giorni, scusa ma ho perso un po’ la cognizione del tempo, ti ho lasciato in pace. Sono stata brava, talmente brava che quando mi guardo nello specchio delle mie brame questo non mi riconosce più. Ne convieni?”
“Bè, sì, ma…” Protestò debolmente il vampiro mentre il suo degno compare si apprestava a sua volte a elargire le sue perle di saggezza.
“Niente ma.” Li zittì Belle masticando una presa di tabacco e centrando miracolosamente la sputacchiera gentilmente offerta da Musette. “Siete proprio una coppia incorreggibile. Ho pregato tanto per voi. Mi si stringe il cuore vedere che due strafichi che avevo cresciuto nell'obbedienza dei dieci comandamenti del sesso mi tornano come due idioti. Due coglioni! Di cui uno pure handicappato! Che non scopano neanche più, come se non sapeste quando viene il momento di chiudere la bocca e farsi pompini a vicenda. E adesso zitti! E non rompetemi più le balle, mai più, almeno fino a che non sarete contriti, pentiti e redenti.”
“Oui.” Sospirano i due chinando il capo.
Belle sbuffò. “Come no, vedremo quanto dura…ma adesso passiamo agli affari: ho un incarico per te Jean-Claude.”
“Ma non avevi detto che-“
Gli occhi della vampira lanciarono fuoco e fiamme strinando i peli del pube di tutti i presenti. “Cosa?”
“Ehm…no…nulla, sono al tuo servizio naturalmente.”
“E vorrei ben vedere…come sapete stiamo passando tempi duri e non sto parlando di erezioni. Mi stanno assaltando da tutte le parti e c’è chi non vede bene la mia posizione al Consiglio, mi vorrebbero sotto ma Belle sta sopra per principio, non fosse altro perchè odio i missionari.”
“Chi osa resistere alla tua suprema bellezza nonché iper-magnetismo sessuale signò?
Belle accarezzò la mano della sua siniscalca. “Non facciamo nomi ma chere, ma puzza di morto…vero Jean-Claude?”
Il vampiro a queste parole parve indeciso se inginocchiarsi o fustigarsi o comunque fare qualcosa per espiare la sua colpa vera o presunta.
“No, non genufletterti” disse Belle scuotendo il capo e cercando le parole più bastarde per instillare un esagerato senso di colpa.”Lo sanno tutti che anch’io disprezzo quella mala genia di ventrue puzzoni, ma purtroppo è giunto il momento di pagare il prezzo della tua schifilteria mio caro. Abbiamo bisogno di un alleato, vi ricordate la mia massima, vero?”
“E come scordarla?” Disse Asher. “Vince sempre l’uccello più grosso!”
“E chi dice che le dimensioni non contano vuol dire che ha visto poco cazzo.” Aggiunse Musette.
“E mai giocare a briscola con Arturo.” Chiosò Jean-Claude.
“Mo’ non vi allargate troppo che il concetto è già stato enucleato.” Disse Belle facendo un cenno a Musette. Quest’ultima scostò teatralmente i tendaggi alla destra del letto di Belle per far posto a Balthasar e al Viaggiatore, splendido dentro il suo modello mulatto dagli occhi verdi. Melchiorre, l’enorme falcone appollaiato sulla sua spalla, effettivamente ben più grosso di Aldo, gracchiò in segno di saluto.
“Comodi, comodi…” disse il Viaggiatore nonostante nessuno si fosse mosso.” Non disturbatevi.” In realtà Belle voleva tenerselo buono, ma non era disposta a mortificarsi più di tanto, Musette applicava la sua massima “non muover foglia che Belle non voglia”, mentre Asher era ammutolito dalla sorpresa e la sua mente inseguiva già i peggiori scenari.
L’unico con un’aria vagamente soddisfatta era Jean-Claude, per motivi solo a lui conosciuti ma presumibilmente morbosi.
Belle tossicchiò leggermente per riportare l’attenzione sul tema del giorno: la prostituzione. “Come avrete tutti capito il nuovo incarico di Jean-Claude consiste nell’intrattenere il Viaggiatore, cosa che a quanto ne so, ha già fatto con somma soddisfazione di entrambi.”
“Veramente è stato tremendo.” Rabbrividì il vampiro.
“Grazie caro, ma non leccarmi il culo, conservati per dopo.” Cinguettò il Viaggi soffiandogli un bacino.
“E gli entrambi non eravate tu e il Viaggiatore, ma Balthasar e il Viaggiatore.” Precisò Belle in tono scocciato, poi continuò la negoziazione.“Quindi Viaggi caro arriviamo al dunque: io ti do il mio Jean-Claude per un mese da usare come più ti aggrada, vuoto a rendere pliiiiis, ti becchi pure Asher come… ehm… guardia del corpo e in cambio voti a favore di tutte le mie mozioni, non solo quelle per l’aumento degli stipendi dei parlamentari, e nelle riunioni mi lasci le caramelle al limone che sono più buone.”
Il Viaggiatore confabulò brevemente con Balthasar. “Okkei pupa, ma voglio vitto e alloggio e bei maschioni da okkupare.”
“Il mio entourage è tutto a tua disposizione” annuì Belle. “Possiamo organizzare la fiera degli schiavi domani notte e Balthasar può palpare culi e controllare zanne.”
I due consiglieri stavano per stringersi la mano e firmare il contratto quando Jean-Claude li interruppe. “A proposito di bei maschioni io avrei un’idea.”
Belle impallidì se possibile ancora di più: del resto le idee di Jean-Claude le conoscevano tutti…“Ah! Ah! Ah!” Rise nervosamente facendo gesti minacciosi all’indirizzo del suo ex-pupillo.”Non lo stare a sentire Viaggi, lo conosci ormai, è caduto dal seggiolone da piccolo: vaneggia un po’, ma a letto non si nota, un bel bavaglio e via.”
Jean-Claude continuò imperterrito, facendo un passo verso il Consigliere e il suo servo umano. “Perché non okkupi Asher invece che relegarlo nel ruolo di bodyguard? Tu sai la storia che c’è tra noi, pensa a come potrei performare se con me non ci fosse un corpo qualsiasi ma quello dell’amore della mia vita.”
A quel punto Asher si riscosse dal suo mutismo diede uno spintone a Balthasar e fronteggiò l’ex-amante. “Cosa? Cosa? E mi vuoi mettere nelle mani di uno che a tuo stesso dire è un vizioso, viscido e depravato il cui unico merito è quello di non puzzare come Mortino?”
Nel silenzio tombale in cui era immersa la stanza le sue parole risuonarono come bronzei rintocchi a morto.
“Ma Ashy…“ pigolò Jean-Claude.
“Ashy una sega, sei veramente una puttana fatta e finita. Guardati, tutto bramoso e in sollucchero all’idea di finire tra le grinfie di quei due porc-!!!”
Due manrovesci ben assestati interruppero la performance isterica del vampiro.
“Finitela! Siete la vergogna del mondo vampirico, vi do un’occasione per redimervi e la gettate al vento!” La voce di Belle era bassa e terribile, robba da the final countdown. “Siete fiato sprecato, tempo buttato, preservativi col buco! Io vi infilo in una bara monoposto e vi ci lascio per l’eternità! Io vi muro insieme alla monaca di Monza! Io vi cavo tutte le zanne con l’elio! Anzi senza! Io vi regalo a Mortino col vuoto a perdere! Musette? Falli terminare, mi sono stufata, quando è troppo è troppo.”
Un acuto in si bemolle allietò i presenti mandando in frantumi i cristalli di Boemia. “Nooooooooooo!”
Belle si girò confusa e pronta a colpire, per scoprire invece che l’urlo proveniva dal Viaggiatore stesso. “Cosa?”
L’uomo era rosso in viso, sudato e sbatteva le manine ossessivamente, non vi diciamo dove per pudore, in una sorta di parossistico applauso mentre Balthasar gli asciugava la fronte e la bocca con una salvietta umidificata. “No! Li voglio! Sono così pucciosi! Ti pregotipregotiprego! Pliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiis!”
Belle contò fino a cinquecento.”E mi darai lo stesso il tuo appoggio?”
“Sìsìsìsìsìsìsìsìsì.”
La vampira inarcò un sopracciglio. “E le caramelle?”
La “linguetta” del Viaggi entrava e usciva dalla bocca a più riprese.” Pure quelle, però voglio la tua suite per un mese.”
“E va bene.” Sospirò Belle annuendo.
“E le ciabatte gratis, shampoo e bagnoschiuma di classe e il cioccolatino sotto il cuscino.” Aggiunse Balthasar.
“Ok.”
“E fiori freschi tutti i giorni.” Continuò il Viaggiatore.
“Ho detto ok.” Poi Belle si girò verso Asher e Jean-Claude che stavano cercando astutamente di mimetizzarsi con la tappezzeria. “ Avete sentito bestie? Ringraziate il Viaggiatore che evidentemente è più depravato di quel che ricordassi per volervi ancora nonostante la vostra evidente stupidità e sprezzo della gerarchia e delle buone maniere. In ogni caso sarete puniti in modo esemplare perché non si dica in giro che Belle è una mammalucca rammollita: io vi condanno…io vi condanno…”
“Sì?” dissero in coro.
“Io vi condanno al Grande Bordello: starete confinati per un mese nel tugurio, tutti e due insieme, soli, senza nessun contatto esterno. Potrete parlare solo con me quando vi convocherò nel confessionale. Avrete l’accesso alla mia suite solo quando il Viaggiatore vi vorrà usare e alla prossima che mi fate non ci sarà alleanza che tenga. Siete kaputt! Musette? Rimuovili dalla mia sensibile presenza.”
I due chinarono il capo e si allontanarono, scortati per la collottola dalla siniscalco, in preda a sentimenti contrastanti: Jean-Claude con l’aria di aver vinto al Superenalotto e Asher con l’espressione di chi avrebbe preferito morire sul posto seduta stante. Nessuno dei due, ovviamente, avrebbe realizzato il suo desiderio…

sabato 18 giugno 2011

Supernatural Activity - Capitolo 26 - Oh cielo! Mio marito un’altra volta!

Riassunto delle puntate precedenti: Asher, vampiro sado-emo, ridotto all'ombra di se stesso dopo un incidente con la santa pula, è in trasferta, Jean-Claude vampiro maso-emo aspetta trepidante a casa la sua rinascita, spirituale e non.
Asher torna, ma considerando che la sua stirpe è costituita notoriamente da puttane e che Jean-Claude è la più brava di tutte, cosa potrà mai trovare a casa ad aspettarlo? Il piccolo coro dell'Antoniano? Nahhhhhhhh!

The bitch is black – Elton John

Asher rimirò per l’ennesima volta il raffinato oggetto di pregevole artigianato che teneva tra le mani: un regalo per Jean-Claude dalle sue ultime scorribande per il Consiglio. Un sorriso soddisfatto gli illuminava il volto, gli occhi, solitamente gelidi, erano semiaperti e sognanti quasi stessero già pregustando la reazione dell’amato. Chiunque l’avesse visto in quel momento non l’avrebbe riconosciuto, soffuso com’era di amore e lieti sentimenti. Ovviamente non c’era nessuno a guardarlo e ovviamente quel sorriso non durò più di qualche secondo per far subito posto al suo solito sguardo gelido: improvvisamente la sua mente e i suoi sensi avevano registrato qualcosa di inaspettato. Il vampiro strinse spasmodicamente il suo souvenir d’italie e tutto l’amore che aveva provato fino a quel momento evaporò, sostituito da un feroce istinto animale: i suoi occhi si accesero e le sue labbra si piegarono in un ringhio rabbioso che gli snudò le zanne. Tutti i suoi sensi erano all’erta. Era odore di sangue quello che impregnava l’aria. Odore di sangue e di sesso e di qualcos’altro che non riusciva a definire. Asher annusò ancora, arricciando il nasino. Era forse cane bagnato? Ma non c’era tempo, Jean-Claude poteva essere in pericolo! Asher spalancò la porta con una spallata, svellendola dai cardini e mandandola in terra e… Ri-Ta-dàààà! Qualcosa dentro di lui si ruppe irrimediabilmente. Irrimediabilmente è un parolone, ovvio, perché in realtà si era già rotto alcuni capitoli prima ma, nonostante la pronta riparazione coll’attakkatutto, il risultato fu lo stesso: si ri-incazzò come una bestia. Era ri-possibile? Doveva davvero ri-credere ai suoi occhi? La coca con cui si stordiva ultimamente aveva ri-cominciato a ri-rodergli quel poco che restava del suo cervello?

Jean-Claude ri-era in ginocchio sul letto, dimentico, completamente ri-immerso in ciò che stava facendo e ciò che stava facendo era cavalcare un uomo mooooooolto alto e tutto blu. Non era blu perché stava praticando autoerotismo con una cinghia intorno al collo. Era blu perché era blu. E Jean-Claude lo stava cavalcando in tutti i sensi, utilizzando a mò di briglia e talvolta anche frustino la chilometrica treccia nera che gli ballonzolava sulle spalle possenti. Asher sbattè gli occhi più volte. Era un dejavù? E l’altra volta non era una donna? Effettivamente con Cinzia c’era comunque qualche somiglianza: il cobra…

L’uomo blu aprì gli occhi. “Oh cielo! Tuo marito!”

“Aghhhhhhh! Basta! Non di nuovo!” urlò Asher scagliando il suo presente contro la testa di Jean-Claude. L’altro scelse di voltarsi proprio in quel momento prendendo il corpo contundente proprio sui denti. Un fiore di sangue gli sbocciò sul bel viso. L’uomo blu reagì con prontezza e sollecitudine. “Merda. Devo farti una foto? Potrebbe aiutarti con le elezioni di Mister hot vamp!”

Jean-Claude scosse la testa e dopo aver fatto un gargarismo e aver sputato un po’ di sangue per terra raccolse il regalo dal letto e lo ammirò: un duomo di milano barometrico in quel momento di una delicata sfumatura di azzurro. Bello stabile.

“Oh Ashy! Che tesoro, adoro i manufatti italiani!!!!”

L’uomo blu occhieggiò il regalo con aria schifata. “Ma se c’è scritto Made in Taiwan!”

“Zitto Dorino!” Protestò Jean-Claude.”Tu non capisci la complessa relazione che ci lega.”

”Una patologia psicologica grossa come una casa?”

Il vampiro sospirò. “Sei più intelligente di quel che credevo…”

“Per chi mi hai preso? Per una tazza vuota? E poi siete famosi, un caso da manuale, la presentazione standard su cosa non fare che Musette fa ai vampiri novizi.”

Asher aveva assistito con gelida compostezza al diverbio tra i due mandando a segno il suo record personale di sopportazione. Ma i record non sono forse fatti per essere infranti? “E così ora te la fai coi cani…”

“E’ successo mentre eri via!” Si affrettò a rispondere l’altro già in modalità difensiva. “E poi sono più potenti delle capre.”

Dorino si alzò in piedi a difesa di Jean-Claude tenendosi comunque a una prudente e schifata distanza. “Senti Asher, non so che cosa ti sia messo in testa, ma vorrei tranquillizzarti. Non è successo niente di quello che credi e la nostra relazione è semplicemente una connessione vampiromaster-lupodachiamare standard.”

“Vuoi dirmi che non state scopando?”

Il lupo lo guardò con disprezzo e poi si mise a ridere. Un risata amara come un'aranciata S.Pellegrino "Ah!Ah!Ah! Scopando. Pensa che stiamo scopando. Mi hai preso per una sporca checca? Io ho deciso di stare con Jean-Claude seguendo il principio di autodeterminazione che mi contraddistingue perché lo rispetto e penso che sia un uomo di spicco in questa orda di vampiri sessualmente depravati in cui per mia sfortuna sono capitato. E poi a me piacciono le donne."

Jean-Claude annuì orgoglioso. "Visto quante cose abbiamo in comune?"

Asher alzò scetticamente un sopracciglio."Lo so che Jean ha un bel faccino e che quando vuole sa farti dimenticare qualunque cosa, ma non ti sei accorto che ha il cazzo?"

"Mbah?"

Asher si rivolse all'amico. "Complimenti per la scelta, ma ci è o ci fa?"

Jean-Claude minimizzò grattando il suo lupo dietro l'orecchio. "Ma no, è un bravo ragazzo, ha solo un problemino di accettazione della sua natura più intima. Forse è legato alla sua eredità culturale."

"Tu sei un indiano d’america della tribù dei Palle Blu, vero?" Chiese conferma Asher, dopotutto Dorino era abbastanza famoso nel kiss: era uno dei lupi preferiti di Belle che da sempre adorava il blu, specie se associato a misure oltre lo standard.

"Sì, senza neanche una goccia di sangue bianco nelle vene.” Il lupo si battè il petto con orgoglio. “Dorianrawhamohawkak, Dorino per chi non ha la lisca in bocca. Il mio motto è ama la natura e la natura amerà te."

Jean-Claude battè le mani annuendo. "Condivido pienamente. La mia natura già lo ama."

"E cosa significa il tuo nome?"

Dorino lo fissò con sospetto. E anche con un po’ di schifo. "Ummm…uomo che brucia gli ebrei, le checche e gli sporchi depravati."

Asher tossicchiò leggermente. "Ma non amavi la natura?"

"Certo! Ma solo se è naturale!!!"

“Ora basta Dori.” Disse Jean-Claude congedandolo con un cenno della mano. “Vai pure a farti un bel bagno che io e Asher dobbiamo parlare.”

Dorian lo guardò di traverso con aria sempre più schifata. “Guarda che non sono un cane. Non puoi dirmi vai qui e vai la o ordinarmi di fare cose. Sono un uomo e ho una dignità!”

“Oui, certo, e io che ho detto?” Jean-Claude fece palpitare appena le ciglia, instillando nell’altro giusto un assaggio del suo potere. Subito Dorino si mise a quattro zampe e cercò di infilare il muso, pardon, il naso, tra le gambe del suo padrone, uggiolando felice.

“Dori! Dori! Cuccia per favore!”

“Bah!” Commentò Asher scuotendo la testa. “I lupi saranno anche più potenti ma io continuo a preferire le capre.”

“Lo dici solo per invidia.” Jean-Claude si alzò raccolse un vibratore e lo lanciò oltre la porta del bagno.” Vai Dori!” Il lupo si lanciò dietro l’oggetto ululando mentre il vampiro gli chiudeva prontamente la porta alle spalle. Asher però continuava a squadrarlo con sguardo gelido nonché sardonico, come se avesse qualcosa da ridire.

“Bè?” Sbuffò Jean-Claude predisponendosi psicologicamente all’ennesima ramanzina. “Che vuoi ora?”

“Niente. Solo una semplice constatazione: mi sei passato di nuovo avanti. Ora sei un master, hai un demone e un animale da chiamare.”

“E sono nelle grazie di Belle.” Non potè fare a meno di chiosare l’altro, saltellando pure dalla gioia per giunta.

Asher lo gelò sull’ultimo balzello. “Ricordamelo pure. Però il tuo animale da chiamare in realtà ti disprezza! Sta con te solo per l’ardeur.”

Jean-Claude alzò le spalle. “Come tutti del resto e allora?” Poi, ancora in piedi, impallidì improvvisamente, la fronte candida gli si imperlò di sudore e le gambe cominciarono a tremargli così tanto che dovette appoggiarsi al petto dell’amico per non perdere l’equilibrio. Sembrava in trance.

Asher cominciò a prenderlo a schiaffoni per cercare di scuoterlo, dopotutto ogni lasciata è persa. “Jean-Claude! Jean-Claude! Che ti succede? Perché non parli? Guarda che sull’ardeur scherzavo, ti sarai mica offeso?”

Il vampiro sbattè gli occhi più volte, cercando di mettere a fuoco l’amico. Sospirò. “Davvero scherzavi?”

“No ovviamente. Si può sapere che ti è successo?”

“Ho avuto una visione.” Sussurrò Jean-Claude risedendosi sul letto e reprimendo a fatica un brivido. “Ho visto cose che voi vampiri…ero in una realtà parallela in cui ero Master della Città e avevo un animale da chiamare omofobo che non solo mi disprezzava ma che perdipiù non me lo dava! Poi avevo una serva umana più potente di me che mi tiranneggiava, mi impediva di fare sesso con altri e mi metteva le corna con tutti.”

“Che fantasia!” Ridacchiò Asher. “Tranquillo Jean, neanche tu potresti essere così idiota.”

L’altro non sembrava per nulla rincuorato. “No, no! Facevo parte di una serie di libri e non ero nemmeno il protagonista!”

“Ma dai?”

“Pensa che c’eri anche tu, avevamo fatto pace e non potevamo fare sesso!!!”

“Tranqui Jean, tranqui. Non è la realtà è solo stress.”

“Ma non capisci? Tu comparivi al sesto libro e non scopavamo che al diciassettesimo!! E per di più con una scopata del cazzo!”

I due si guardarono negli occhi in silenzio finché Asher parlò. “Vuoi dire che forse dobbiamo un grazie a Morgana71?”

“Forse sì.”

Asher aprì la bocca, la richiuse, sospirò e poi la riaprì. “Mabafanculo a Morgana71 e anche alla sue pringles. Che me ne frega di un’ipotetica realtà parallela in cui scrivono di noi come coglioni? Il mio motto è carpe diem e non è che in questa fanfiction si faccia tanto la figura dei furbi…”

“Certo che sei di umore veramente pessimo! Ti sei specchiato dal lato sbagliato stamattina?”

“No.” Bofonchiò l’altro sedendosi accanto all’amico. “E’ che per il Consiglio ho dovuto fare una cosa orribile.”

“E allora? In genere quelle cose ti mandano in sollucchero!!!” Cercò di confortarlo Jean-Claude posandogli un braccio sulle spalle. Già che c’era si strusciò anche un pochino.

“Non stavolta. Ho dovuto uccidere…”

“E allora?”

Asher si strinse nelle spalle, tremando. “Ho dovuto uccidere…”

“E finiscila di menare il torrone, si può sapere chi hai dovuto far fuori?”

“Un amico.”

“Un amico?” Ripetè Jean-Claude grattandosi la testa, un po’ confuso. “Perché, abbiamo amici?”

“Ma sì, Hans!”

Jean-Claude sbattè gli occhi nella sua miglior imitazione dell’imbelle. Solo che non era un’imitazione. “Hans? Hans chi?”

“Ma dai! Hans…quello dell’Austria, Hans…come cazzo si chiamava?”

“E che ne so io, dammi almeno qualche indizio!”

Asher chiuse gli occhi, concentrandosi. “Fammi pensare…segni particolari…sì, ci sono! Aveva l’uccello lungo 22 cm a riposo…peli del pube biondi con riflessi tiziano…e…certo, il culo un po’ spanato!!!”

Gli occhi di Jean-Claude si illuminarono. “Ahhhhhhh! Hans! Lo potevi dire subito, ed era nostro amico? E da quando questo è un problema per farci fuori tra di noi?”

“Non lo so…sarà l’età…sarà la depressione…ma dopo averlo ucciso ero come ossessionato. Avevo in testa tutte quelle immagini…noi che ci facevamo un boccale alla festa della birra…e poi tutti quei bratwurst!!!”

“Bratwurst? Ma se non possiamo mangiare!”

“Non ti avevo detto che ha il culo un po’ spanato?”

“Oh.”

Asher si fissò la punta dei piedi. “La verità è che mi sono stufato Jean-Claude. Hans non sarà stato il mio amichetto del cuore, ma comunque avevamo condiviso dei ricordi. Non mi ha fatto piacere ucciderlo. Più o meno.” Poi si voltò verso l’amico e gli prese le mani tra le sue. “Voglio smettere Jean-Claude, voglio smettere. Ce ne andiamo?”

“Oh sì! Ho proprio voglio di un bel fine settimana romantico. Ti ricordi quel cottage così grazioso a Mont St.Michel?” Chiese Jean-Claude con occhi sognanti.

“Non sto parlando di un fine settimana, sto parlando dell’eternità!” La stretta di Asher diventò quasi spasmodica.”Voglio scappare! Voglio andare a vivere in campagna e voglio che tu venga con me!”

L’entusiasmo di Jean-Claude scese in picchiata ai minimi storici. “Di nuovo?”

“Ma stavolta sarà diverso, sei potente!”

Jean-Claude scoppiò a ridere, una sghignazzata a metà tra una paresi e un singhiozzo isterico. “Sì, stavolta sarà diverso, ti sfregeranno anche l’altro lato, Belle ti terminerà perché le farai troppo schifo e io dovrò subirmi un altro secolo di sevizie senza neanche la consolazione di sbatterti in faccia le mie pene!!! Ma sei di fuori?”

Asher lo fissò gelidamente. “Le tue sono solo scuse: hai l’ardeur e un animale da chiamare e puoi spacciarti per un master di qualunque età!”

“L’ardeur l’avevo anche l’altra volta e vedi tu quanto mi è servito, il mio animale da chiamare non sarà una tazza vuota, ma se è piena è piena di merda ed è inutile fare il maggiorenne, poi mi dimentico di falsificare la patente da carrozza e mi sgamano subito.” Il vampiro incrociò le braccia con l’aria dello scioperante deciso a tutto.” IO NON VENGO.”

“Perché non mi ami.” Sussurrò Asher con un subdolo labbro tremolante ed esponendo ben bene il lato sfregiato.

Jean-Claude però non mostrò di curarsene. “Perché in questa fanfiction sono un idiota, ma non un idiota suicida!!”

“La verità è che non mi ami, che mi consideri un mostro e che non ti attizzo più. La verità è che ti piace fartela coi cani, ti piace scopare Belle e ti piace fare la sua puttana. La verità è-“

La voce di Jean-Claude salì di qualche ottava richiamando qualcuno dei pipistrelli di Musette, attratto dagli ultrasuoni. “La verità è che c’hai rotto il cazzo Asher. A me e ai lettori che sono costretti a sorbirsi le stesse puttanate da non so più quante pagine. Vattene e non farti più vedere fino al prossimo capitolo.”

Gli occhi di Asher mandarono freddi lampi di luce mentre si alzava di scatto e si dirigeva alla porta. “Me ne vado.” Disse con gelida teatralità. “Ma solo perché me l’ha detto Ricciolineri non perché me lo dici tu.

“Arghhhhhhhhhhh!” urlò Jean-Claude mandando il duomo di Milano a frantumarsi contro lo stipite della porta. Il tempo segnato era sempre bello stabile nonostante la dura pioggia del tardo martedì che gli stava allagando gli occhi e il cuore. Proprio vero che le robe cinesi non funzionavano un cazzo.

venerdì 10 giugno 2011

Supernatural activity - Capitolo 25 - Mi sorge ein dubbien: Ke mi abbiano fregaten?

Riassunto delle puntate precedenti: Abbiate venia. E' un secolo che non postiamo e non mi ricordo un cazzo delle puntate precedenti se non gli essentials. Jean-Claude è un pirla e Asher un sadico. Se lo stanno menando da un'eternità di capitoli perchè vorrebbero scopare e vivere per sempre felici e contenti ma problemi autorali glielo impediscono. Asher è in trasferta e Jean-Claude tesse la tela di notte e la sfa prima dell'alba e fa pompini ai Froci. O erano Proci?

Colonna Sonora: These boots are made for
Inserisci linkwalking - Nancy Sinatra

Quelli che seguirono furono due mesi come tanti altri. Lavoro, qualche uscita per un’aperitivo coi colleghi, scarsità di balsamo contro i nodi da volo, necessità di ricordarsi la crema emolliente per le rughe tutte le mattine, solite cose insomma.
Asher aveva fatto carriera con la morte di Andros, e il suo nuovo status di Amministratore Unico della Delegazione Trucidamenti-Gangbang Standard ed Eccezionali gli garantì una squadra di specnaz veterani supersexy tutta a sua disposizione. In compenso fu subissato di incarichi che spedivano lui e i suoi uomini in una città, per poi ricevere in extremis un contrordine che li riportava indietro. La situazione politica era effettivamente confusa: i
rivoluzionari sconvolgimenti socio-economico-territoriali prima guerra mondiale erano trooooppo ggggiovani e veloci per quella casa di riposo di lusso che era il Consiglio dei vampiri, e mantenere una facciata di rispettabilità e controllo diveniva sempre più vitale; e se questo garantiva un sacco di stragi e lachi di sangue e furti di superpoteri e irrisioni di umani che si comportavano in modo più stupido di un’orgia di vampiri sadomaso beh… chi era lui per lamentarsi?
Ndr: vi risparmio la seguente mezza pagina di riflessioni filosofiche sugli intenti originari del comunismo comparati all’anarchia, e di barba morale su chi è più umano tra lo stato di polizia vampirico e i rudi umani arrapati o gli homini lupi che non diventano più buoni a Natale imparando dagli errori delle guerre e delle atrocità passate presenti e future.
Anima o non anima, questo è il dilemma! Sono gli autori buoni a niente che non colgono l’orrore della psiche mostruosa del vampiro? O forse la religione lede i diritti del cittadino facendo tanta insensibile discriminazione palesemente sessuale tra umanità e letteratura fantastica? Boh. Non è che in fondo vogliamo veramente saperlo.
Ad ogni modo Asher si faceva le seghe allo specchio in pieno delirio d’onnipotenza, perchè a lui toccava l’ultima parola nel supervisionare le istanze di rimozione e sostituzione teste (di cazzo), ed erano secoli che non si divertiva così, nonostante il lavoro fosse obiettivamente faaaatiiiicaaaa e avesse comunque voglia di scopare con Jean Claude.
Sembra troppo bello per essere vero? Mettiamo un po’ di pepe al capitolo? Ebbene sì, perchè purtroppo non sempre le reclute sono materiale di prima scelta, e la convivenza con gli altri delegati era a tratti, come in ogni vacanza che si rispetti, assolutamente insostenibile. Il tormentone dell’estate si basava soprattutto, com’è ovvio, sulla love story più miticississima degli ultimi sekoli, e il gossip si accapigliava sulle probabilità relative di omicidio, matrimonio e altri intrattenimenti.
Asher di solito era felice di essere al centro dell’attenzione, ma alcune delle voci più morbose e veritiere lo davano per rammollito e ridotto a diventare Ministro delle Pari opportunità non già in virtù delle sue abilità pompinatorie (cosa normale e apprezzata), ma grazie a uno scherzone bastardo del suo impunito slave. Persino i nuovi sadici appena usciti dall’accademia non facevano che parlare di lui come di un cesso ripulito che da sterminatore figlio di puttana e acido come un peyote era diventato monogamo, casto e acido come una zitella. Non che gli potesse dare torto, eh, ma farsi parlare dietro da un branco di mocciosi fan di Justin Bieber e Jean Claude lo faceva incazzare lo stesso. Si apprestò quindi al suo discorso “Lei non sa chi sono io” con più voglia di stuprare cameriere del solito.
“Se voi signorine finirete questo co.co.co, e se sopravviverete alle fantasie della settimana dei vostri superiori, sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte, pregherete per fare orge! Ma fino a quel giorno siete uno schizzo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri sovrannaturali, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! Dato che sono duro mi aspetto di piacervi, ma più mi amerete, più imparerete. Io sono un duro però sono giusto: qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come nosferatu, decomposti, amanti della bestialità e roba simile! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le dimensioni necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene luridissimi vermi?!?”
“Suuuca, aggiòn uein!”
“Chi ha parlato? Chi cazzo ha parlato?! Chi è quel lurido stronzo comunista nano di St. Louis che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno eh? Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di scopate, vi faccio venire i muscoli al cervello che ci potrete fare due cose contemporaneamente! Allora sei stato per caso tu brutto stronzo?”
“Signorno, signore!”
“Brutto pezzo di Dolce e Gabbana di due collezioni fa, scommetto che sei stato tu!”
“Signorno, signore!”
“Signore, l’ho detto io, Signore!”
Asher non poté che reagire, lasciando libera quella che, in foooooondo in foooooondo, almeno nei week-end, era la sua vera natura. Si scagliò sull'uomo dandogli un pugno in pancia.
“Però, senti senti, abbiamo tra noi un attore comico, il soldato Dr. House. Io ammiro la simpatia; sì sì, tu mi piaci, vieni a casa ti faccio scopare Jean-Claude! Brutto sacco di pulci, io ti metto sotto! Ti ammazzo! Qui tu non riderai, tu non piangerai, qui si riga inverso e basta! Ti faccio vedere io. Alzati in piedi tirati su, datti subito una regolata amico mio se no io ti svito il cranio e ti vengo in gola!!!”
“Signorsì certo signore!”
“Soldato Dr House perché sei qui nel mio beneamato corpo?”
“Signore per scopare signore”.
“Allora tu sei un frocio”.
“Signorsì signore”.
“Fammi una faccia da orgasmo! Questa è una faccia da orgasmo? Manco per il cazzo, sembra che stai andando al cesso, te la faccio venire io una faccia decente”.
Quando il malcapitato si rialzò pronto a contrattaccare, quello che si trovò di fronte, non era più il buon vecchio Ashy con i capelli a schiaffo; si era truccato velocissimamente, ed era circondato da un’aura fredda e oscura: il suo volto era assolutamente terrificante, tranciato in due dalle orrende cicatrici che ora sembravano infuocate, gli occhi come ghiaccio in fiamme che penetravano a gelare chiunque osasse guardarli, la sua bocca una risata diabolica che mostrava i canini e sulla guancia liscia una papera mannara come pittura di guerra. Nella grande stanza d’albergo in cui il poveretto aveva scelto di sfidarlo, Asher sembrava ergersi come un mezzodemone-mezzovampiro, pronto ad uccidere chiunque avesse osato fiatare.
“E sarà sempre paaaace muahahaahahah!”
Si lanciò sul vampiro che ancora lo fissava sconvolto e, in meno di un secondo, lo morse sul collo (originale, vero?), sputando poi un pezzo di carne. Il suo pene non era più quello di una volta, ma lo sentiva bruciare, di una smania feroce che da troppo tempo non lasciava libera di nutrirsi. Gli addentò di nuovo la gola, e lo accoltellò con una cannuccia, succhiando come uno che succhia una pallina da golf da un capo all’altro del tubo per innaffiare. Il poveretto cominciò a urlare e a dibattersi furiosamente, ma senza la forza di divincolarsi dalla sua stretta mortale di Mortal Kombat, e infine, il suo potere esplose irrefrenabile, riversandosi dal suo morso ad ogni fibra di quel corpo ormai soggiogato e in preda a spasmi inconsulti, per poi esplodere in un orgasmo violentissimo che lo prosciugò come un’uvetta passita.
Vi risparmio un altro paio di pagine di tortura ai coglioni sull’animo tormentato di Asher, e il suo eterno m’ama non m’ama sul diventare buono o no, e quindi se ipnotizzare l’uomo e farlo suo schiavo, se succhiarlo a morte e farsi due risate, o se lasciarlo vivere perchè comunque era più crudele così.
Comunque alla fine decide di lasciarlo andare eh, tranquilli, non ve la menate per la sorte di un personaggio senza neanche il nome il cui unico scopo è non far sembrare Asher uno sfigato completo. Non sapremo mai se quest’azione di candida pietà fu compiuta perchè aveva visto che ormai gli altri si stavano cagando addosso tutti o se perchè gli faceva troppo schifo o davvero perchè gli era venuta una crisi emo sull’essere troopppo un mostro.
E quindi il tapino venne mollato sul pavimento e scostato con un calcetto, mentre Asher gonfiava le penne come un allocco in calore.
“Duuuuuuuuuunque, c’è ancora qualcuno che ha intenzione di smerigliarmi le palle? Fatelo ora o tacete per sempre. Ah-ah quanto sono simpa! Qua tutti sono utili ma nessuno è indispensabile tranne me. E già stiamo facendo un lavoro megasbatti e sottopagato, anche se più cool di un’interrail. Ergo ora staremo tutti zitti e quieti come piccoli Fonzie. Se no stasera cenerete nell’Ade, cazzo!”
Andò proprio così.
E si diedero con rinnovato ardore a punire i ribelli, terminare gli eretici che violavano la masquerade facendosi scoprire dai babbani eccetera eccetera…
Una tappa particolarmente divertente fu Mainekazzen, dove c’era da esecuzionare Master Hans Ulrika Kaiser Kartoffen Kese Drunken Wasser Du Hast Mich Stille Nacht Ich Liebe Dick Fon Frankestin Frenkenfurter Uovacittà.
“Hans chiiiii?” Chiede la folla. “Hans chiiiiii?” Si chiese Asher.
Bè, come prima cosa era un comunista impazzito che aveva fortificato il Lussemburgo con una muraglia cinese per spargere il suo malvagio verbo grillino contro la Tav e il nucleare. Poi andarono a controllare su Wikipedia, e come disambiguazioni c’erano due o tre fan fiction e il solito catalogo “Scopate di Ashy&Jc negli X anni (con X= boh) in cui andavano in giro a scopare assieme”.
Giustamente Asher approfittò dell’”Ahhhhhhh, QUELL’Hans” per intrufolarsi nel castello arroccato e roccafortato come una scatolina immersa nel silicone sigillante.
Hans si mostrò estremamente entusiasta di quella visita inaspettata e non mancò di accogliere il suo vecchio amico nella sua ridente catapecchia, riservandogli la stessa lussuosissima camera in cui, molto tempo prima, lui e Jean Claude avevano trascorso un paio d’ore brevi ma intense, notizia tratta da wikipedia perchè sinceramente lui non se lo ricordava.
Per farla breve: scoparono, Asher lo morse, quello morì d’infarto, la truppa lo bruciò e sparse le sue ceneri in almeno quattro fiumi diversi. Amen.
L’intero tragitto di ritorno fu estremamente tetro e silenzioso, pieno di sindrome da rientro, e Asher ebbe tempo, nonostante i leccaggi servili dei camerati, di deprimersi all’idea di nuove liti e dell’assottigliamento della lista di persone che avevano voglia di farselo davvero.
Non era del tutto certo di voler tornare a casa.
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