sabato 24 dicembre 2011

Supernatural activity - Capitolo 35 - Vuoi scartare il mio pacco?

Riassunto delle puntate precedenti:

Belle è molto contenta dei suoi emoderivati e li ha premiati con diversi gadget e una sorpresa. La sorpresa però è piaciuta solo a Jean-Claude: una serata libera con rappresentazione, nel suo vecchio teatro, di una delle sue tragedie preferite, L'Otello. Il "suo" Otello invece, infastidito dalle attenzioni che la troupe giovvine e bbella aveva riservato al boss in disgrazia se ne era tornato a casa senza partecipare ai festeggiamenti post recita. Poco male. Quando Jean-Claude era tornato nel tugurio gli aveva fatto la festa lui. Pure con gli extra!!! Una volta tanto il nostro Asher ha gradito...


Last Christmas - Wham


Asher aprì lentamente gli occhi…”QI formica…Gaaahhhh! Pompinooooo!”
Si era svegliato stranamente eccitato dal sonno diurno e grato che ai vampiri fosse risparmiato l’alito pesante perché si sentiva di averne combinate di cotte e di crude. Lo sentiva sulla sua pelle, calda come un wurstel appena rosolato, come un bratwurst con la pelle tesa fino a scoppiare, come un turgido wienerwurst, come -oddio, ma perché le uniche metafore che aveva in mente riguardavano wurstel? Doveva entrarci in qualche modo Jean-Claude, certamente dove c’era il suo zampino le salsicce piovevano come all’oktoberfest…
Il vampiro digrignò le zanne con tanta rabbia da rischiare la spuntatura: il pensiero di Jean aveva dato un senso a tutti gli indizi, pompino, notte brava, febbre suina, wurstel, come uno schema a punti unisci dall’1 al 27; il risultato, neanche a dirlo, fu un’incazzatura formato famiglia, soprattutto perché il posto letto accanto al suo era desolatamente vuoto e quindi quell’inondazione di collera non potè sfogarsi subito a suon di cazzotti e sganassoni e se erano sinonimi chi cazzo se ne fregava.
Non fece neanche in tempo a discuterne un po’ col suo alter ego immaginario, o a fare a coriandoli le lenzuola per stemperare un po’ l’astio, che la regina dei wurstel, cioè Jean-Claude, gli si catapultò in grembo riempiendogli le guance di bacetti umidi e le orecchie di gridolini inconsulti in cui Asher riuscì a discernere solo qualche parola: cose tipo fine, prigionia, Belle, culo. Oramai era bravo nelle sciarade e la vasta esperienza acquisita in quei …giorni…ehm…mesi? di prigionia gli consentirono di riempire i vuoti e ricostruire il discorso dell’amico: Belle avrebbe posto fine alla loro reclusione purché loro continuassero a dare via il culo. E non c’era bisogno di chiedere a chi!!!!
“Hai l’ardire di guardarmi in faccia ed essere felice?”
L’allegria di Jean-Claude non si smontò immediatamente.“Ma non hai capito quel che ti ho detto? Belle ha detto che presto saremo liberi!!!!” Del resto agli sguardi gelidi e al tono astioso ci si assuefa rapidamente.
“Certo che ho capito, e io ti ripeto: come osi venirmi a dire che devo continuare a farmi stuprare dai tuoi amichetti pervertiti con quel sorriso a 32 zanne?”
Stavolta la rabbia di Asher, solida e compatta come un muro di gomma, cominciò a smorzargli l’entusiasmo. “Bè, non è come se avessimo una scelta…e poi potrebbero tranquillamente continuare a violentarci in questa stanza! Se permetti preferisco essere stuprato con tutte le comodità.”
Asher lo fissò con sguardo gelido e anche un po’ schifato e anche un po’ attizzato. “Non cambierai mai, non è vero?”
“Certo che no!” Rispose l’altro abbracciandolo e facendogli i grattini. “E’ una parodia questa, mica James Joyce!!!”
Non gli disse però che i suoi monologhi stavano diventando più pesi di uno stream of consciousness.
E quel periodo, indubbiamente, fu palloso più dell’Ulysses: si stavano avvicinando al Natale, periodo nefasto per entrambi; si sa che gli emo durante le feste si suicidano e poi Jean-Claude doveva fare ancora tutti i regali e che cazzo non poteva ridursi all’ultimo momento! Ma soprattutto…Natale era la festa preferita della loro compianta Juli e questa era la prima volta che lo passavano insieme da quando era morta.
Il ricordo della donna era nell’aria, in ogni cosa che facevano e che pensavano: ah le risate quando avevano appeso insieme gli ornamenti sull’abete e questo si era incendiato perché aveva comprato delle croci…ah quando Belle si lamentava perché puzzavano dello zenzero e del panpepato con cui la loro piccola Julianne riempiva ogni angolo della casa…ah quando…oddio quegli orrori di berretti e sciarpe che si ostinava a sferruzzare non li rimpiangeva per nulla! Pungevano da matti e lo facevano sembrare un barbone…e se li doveva mettere per forza perché sennò la stronza teneva il muso e non gliela dava!!!!
Pensava a tutte queste cose, il nostro Jean-Claude, in una notte di fine novembre con la dura pioggia del tardi martedì che ticchettava insistente sul tetto, mentre Asher frignava come un disperato su una pagina della favola preferita della sua fu-serva umana: La principessa sul pisello.
“Lo so, Asher, lo so. Credi che io non ci pensi? Credi che non mi manchi?” In realtà stava praticamente parlando da solo in quanto l’amico non lo stava cagando di striscio.
“Allegria! E’ arrivata l’anima della festa!” La porta si era spalancata per rivelare il bel faccino blu del suo animale da chiamare. A dispetto delle parole scherzose, però, l’espressione su quel viso era più adatta a un corteo funebre.
“Oh Dori! Si può sapere che è successo? Vieni qui che ti tiro su il morale.” Lo chiamò Jean-Claude accogliendolo tra le sue braccia.
Asher lasciò cadere il libro e si voltò verso i due. Non potè fare a meno di notare quanto fossero simili. Certo, uno era blu e l’altro no, uno era alto e grosso e l’altro no, uno era liscio piastrato e l’altro no, uno era etero e l’altro…no? I due, dall’abbraccio affettuoso, erano passati agli slinguamenti profondi. Forse…dopotutto erano davvero simili e il blu della pelle di Dori faceva meravigliosamente pendant con gli occhi di Jean-Claude. Proprio vero che gli animali somigliavano al padrone.
“Buongiorno anche a te Dorino.”
“Oh ciao Asher! Vorrei poter slinguare anche te ma ultimamente ho già dato e la mia ipocrisia di eterosessuale omofobico ha ripreso il sopravvento.”
“Sopravvivrò. Che ci fai da queste parti?”
“Puoi cercare di convincermi se vuoi..."
Jean-Claude cominciò a sbuffare. "Si può sapere cosa c'è?"
"Sono qui per annunciarvi che Belle vi attende nei suoi appartamenti: adesso.”

Il volto di Asher si rabbuiò. “E se dicessi no grazie?”
“Non credo che un no sia previsto.” Sospirò Dorino. “Secondo me vi vuole invitare alla festa di Natale.”
Gli occhi di Jean-Claude cominciarono a luccicare come quelli di un bambino davanti a un cesto di gormiti. “Festa di Natale?”
“Già. Io sono obbligato a partecipare e solo Manitù sa quanto spesso mi si veda alle feste di voi pervertiti parvenu. Dovrò turarmi il naso e sforzarmi.”
Asher represse a fatica un sogghigno. “Più che turarti il naso ti consiglio di turarti altri orifizi, decisamente più in pericolo.”
“Ma è una festa di Natale!!!!”
“Appunto!” Continuò Asher. “Belle trova particolarmente eccitante scopare a Natale.”
Jean-Claude cominciò a ricordare i bei vecchi tempi con occhi sognanti. “Scartare cazzi sotto l’albero…”
“Squarciare gole davanti al caminetto acceso…”continuò Asher.
“Accendere candele profumate e infilarle in-“
Dorino aveva gli occhi sgranati per la sorpresa. “Mi state dicendo che trasformerà il tradizionale cenone di Natale in un orgia?”
“Proprio così.” Dissero in coro i due vampiri.
Dorino rimase in silenzio, poi scrollò le spalle. “Chissà…magari è comunque meglio che strafogarsi di piatti bisunti comprati alla gastronomia dell’esselunga e giocare a tombola coi fagioli…”
“Bravo!” Si complimentò Jean-Claude dandogli una pacca sul sedere. “Pensa positivo.”
Asher invece incrociò le braccia. “Comunque io non ci vado da Belle.”
“Ma si incazzerà!” Si lamentò l’altro.
“Digli che sono ancora svenuto per l’ardeur…magari ti ci scappa pure una sveltina…”
“Occhei.” Il vampiro gli prese il viso tra le mani e lo baciò al sangue tre minuti per lato. “Ahrrrrrrrrr!” Ruggì all’amico rimasto senza respiro. “Vado, faccio sfracelli e torno.” Poi si voltò e se ne andò, subito seguito dal mannaro.
Rimasto solo, Asher tornò a sedersi in poltrona. “Dov’ero rimasto? Ah sì!” Si disse il vampiro ricominciando a leggere. “…la mattina dopo le chiesero come aveva dormito. "Malissimo!", si lamentò la fanciulla, "non ho praticamente chiuso occhio per tutta la notte! Chissà cosa c'era in quel letto…” a quel punto chiuse nuovamente il libro, mentre una lacrima solcava sanguigna la sua guancia pallida. Rimase così, a fissare il vuoto, il tempo che scivolava via come sabbia portata dal vento. Quello era il pezzo preferito di Juli! Quante risate quando, tutti nel lettone, andava alla ricerca del pisello…
“ E ne trovava sempre uno!”
Asher si voltò al suono della voce Jean-Claude che gli accarezzava le orecchie. “Già fatto?”
L’amico si strinse nelle spalle. “Niente sveltina.”
“E allora cosa voleva Belle?”
Jean-Claude sprofondò il viso sul suo collo e sospirò, quasi infastidito. “Aveva ragione Dori: ci vuole al ricevimento della notte di Natale; sarà una notte speciale, ha detto, non una delle sue solite feste: pare che stavolta il palazzo sarà stracolmo di vampiri, licantropi e umani.”
“E che c’è di diverso dal solito?”
“Mio dio, Asher, trasformerà la notte più sacra dell’anno nella più grandiosa e oscena delle orge!”
“E che c’è di diverso dal solito?”
Jean-Claude sbuffò. “Oh, e che ne so! Forse parteciperà anche il papa stavolta…purchè non invitino Bocelli a cantare!!!” Poi indicò gli sfarzosi vestiti sul letto. “Ci ha persino fatto confezionare degli abiti apposta per l’occasione.”
Asher diede un’occhiata alle sete posate sulla coperta e sospirò.
“Rassegnati mon chardonnoret. Perchè noi pacatamente, serenamente, ci saremo.”
Gli occhi gelidi dell’altro mandarono un lampo. “Col cazzo!”
Jean-Claude fissò perplesso l’amico. “E con cosa sennò?”

sabato 17 dicembre 2011

Supernatural Activity - Capitolo 34 - Non c’è cazzo senza spine!

Riassunto delle puntate precedenti:
I nostri emovampiri si avvicinano faticosamente alla fine delle loro avventure in un processo che ovviamente abbonda di lacrime e sanguinaccio. Ma forse Belle ha in serbo una sorpresa per loro. Gli piacerà? Voi che dite?

Who are you – The Who

Il Viaggiatore era tornato soddisfatto nella sua suite, la prova settimanale era stata superata e il budget di cui i nostri vampirelli potevano disporre si era ulteriormente incrementato: fiori, cuscini, profumi, tutti gli almanacchi di Topolino con i gadget di Paperinik e delle Giovani Marmotte, creme idratanti di lusso, qualche camicia di seta per Jean-Claude e manette d’argento per Asher! Oramai il tugurio si era trasformato in un luogo accogliente non fosse per le dimensioni. Purtroppo però, perché c’è sempre un purtroppo, i due non erano nello stato d’animo migliore per approfittare di cotanta generosità. La prova settimanale aveva lasciato Asher estremamente provato: oramai vedeva la presenza del viaggiatore ovunque e dovunque. Jean-Claude era costantemente sul chi vive: ogni sua parola o gesto appena fuori dall’ordinario provocavano nel compagno una vera e propria crisi isterica.

“Oddio il Viaggiatore!” Strillava Asher arrampicandosi sulla tenda. ”Lo so che sei lui, non mi freghi stavolta!”

“Ma Ashy! Mi prudeva il culo!”

Per di più Asher non toccava l’amico neanche col dito mignolo per paura di vendette o ritorsioni da parte del Consigliere: niente più frustate a lume di candela, niente più romantici sganassoni, niente più calci e mazze ferrate. Il povero vampiro aveva il terrore che il Viaggi gli rendesse le sue attenzioni con gli interessi.

La cosa per Jean-Claude si era fatta davvero irritante, oramai sentiva il bisogno quasi fisico di essere maltrattato! Stava addirittura pensando di andare nel confessionale a sbeffeggiare Belle o di vandalizzare le videocamere o di mostrare il culo a Musette. Tutto per una punizione!!!

Questo stava pensando quella mezzanotte di un tardi martedì dopo la dura prova settimanale, e Dio se era stata dura, mentre se ne stava a mollo nella tinozza ad occhi chiusi. Era stranamente solo. In realtà era entrato nella vasca senza chiamare Asher pensando di farlo incazzare ed ora ne sentiva la mancanza. Se l’avesse chiamato avrebbe pensato che fosse il Viaggiatore? Forse poteva spruzzare ardeurormoni nell’aria per richiamare il maschio o forse poteva alzarsi e gonfiare il collo come una strolaga o forse…sentendosi osservato alzò lo sguardo e i suoi occhi blublublublu di Paul Newman incontrarono altri occhi blublublublu di Marmaduck il Siberian husky.

C’era un balloon sulla testa di Asher: “Posso entrare a farti compagnia?”

Jean-Claude era terrorizzato che qualsiasi sua risposta potesse essere fraintesa come l’ennesima prova della presenza del Viaggi, quindi optò per un semplice mimo. Alzò la mano, una parola, due lettere e poi annuì. Asher comprese e si sedette nel suo solito posto, sopra il suo cazzo, strusciandosi adeguatamente ed emettendo sospiri e mugolii soddisfatti.

“Cos’è che ti tormenta?”

Jean-Claude ci pensò un attimo, poi alzò la mano, due parole, la prim-“E che cazzo!” Sbottò Asher. “L’ho capito che non sei il Viaggiatore!” Poi più cauto. “Vero?”

Jean-Claude lo attirò a se e baciò ogni millimetro della sua pelle a portata di bocca. Gli divorò le labbra come se non ci fosse un domani e lasciò scie di fuoco sulla sua guancia fino all’orecchio. “Gli ascolti sono alle stelle” sussurrò. “La prova settimanale è superata, Belle è al settimo cielo e ho il sentore che la nostra reclusione stia per finire. Quando usciremo di qui saremo solo io e te.” Mordicchiò il lobo dell’orecchio di Asher e continuò a bisbigliare. “Chiunque si metterà tra noi, i consiglieri, Belle, la regina d’Inghilterra, non mi interessa: saremo comunque e sempre solo noi.”

“Ti avevo chiesto cosa ti tormentasse.”

“E io ti ho risposto.”

Asher meditò se sbattergli ripetutamente la testa contro il muro, si voltò più e più volte per controllare che il Viaggiatore non fosse nascosto in una bolla di sapone o in una pianta grassa e poi rivoltò il suo amante come una cotoletta e lo baciò a più riprese, dorandolo a puntino. E che il Viaggiatore si vendicasse se voleva. Tanto lo sapeva che il Viaggi era come Pretty woman: tutto ma non i baci, pliiiisss. Anche i perversi hanno uno standard!

Dopo un po’ aveva lasciato un attizzatissimo Jean-Claude a macerarsi nella tinozza ed era andato in camera ad asciugarsi i capelli. Meglio non svegliare il can che dorme e niente sesso siamo inglesi.

“Fermo così! Non ti muovere! No, un po’ più a destra…un po’ più a sinistra…”

“Cazzo Musette!” Sbuffò Asher annoiato alla vista della siniscalco. “Se avevo voglia di imparare il tip-tap andavo a ballando con le stelle, ti pare?”

“ Uffa! E’ che dall’angolazione giusta mi facevi venir voglia di scopare.”

“Ah.”

Musette agitò minacciosamente la ramazza che stringeva tra le mani. “E’ che sono stufa di spazzare topi di lana, quello stronzo del tuo compare perde capelli a tutta birra! Non lo puoi rapare a zero?”

Asher scrollò le spalle. “Tanto gli ricrescono…comunque se hai bisogno delle figurine per farti venire la voglia il compare sta facendo il bagno. Scommetto che è disponibile.”

“Sì Musette, vieni qua, dai!” Urlò Jean-Claude dalla stanza da bagno. “Puoi darmi la scopa sul groppone se ti va!”

“Gesù che puttana…” Mormorò Musette portandosi una manina alla fronte. “Ma gliene ho date così tante che non c’è più gusto…invece sono qui per un altro motivo.”

“Credevo fossi qui per scopare i topi di lana.”

“No, i topi di lana sono il mio animale da chiamare, in realtà sono qui perché Sua magnificenza è mooolto contenta di voi.”

Asher inarcò un sopracciglio e mise su l’espressione gnegne.“E allora perché ci ha mandato te?”

“Cretino!”

“Tu sei cretina mille volte più di me.” Ribattè il vampiro facendole la linguaccia.

“Specchio riflesso, specchio riflesso!” Urlò Musette tirando fuori lo specchietto da borsetta che subito andò in mille pezzi. “Oh. Si è rotto.”

Asher sorrise compiaciuto. “Essere un cesso serve ancora a qualcosa…”

“Insomma!” Sbuffò la siniscalco, non stava andando per nulla come previsto. “Io sono qui per darvi una sorpresa, siate sorpresi!”

“Sorpresa?” Ripetè Asher.

“Sorpresa?” Echeggiò Jean-Claude uscito dal bagno.

“Ho detto sorpresi, non sordi. O forse l’acqua vi ha gonfiato il cerume che avete nelle orecchie?”

Dal soffitto calò un enorme schermo a cristalli liquidi su cui campeggiava un altrettanto enorme palcoscenico. Il tendaggio di velluto scarlatto era chiuso.

Musette si rivolse a Jean-Claude. “Lo riconosci?”

“Il mio teatro! Squeeeeeeeeeeeeee!”

“Sì, è il tuo teatro e sta per andare in scena una delle tue opere preferite.”

“Mamma mia?” Chiese Asher.

“Priscilla, la regina del deserto?” Continuò Jean speranzoso.

“No. L’Otello.”

“Ohhhhhh!” Tubò il vampiro occhi al cielo e mani giunte. “Adoro l’Otello! Mi ricorda così tanto il mio Ashy…”

Il suo Ashy lo guardò in gelido cagnesco. “Ma se l’è un negher!!!”

Musette agitò minacciosamente la scopa. “Santa Polenta protettrice dei razzisti, aiutami tu! Lo spettacolo sta per iniziare e la mia Badrona vi ha riservato due posti in prima fila.”

Gli occhi di Asher erano ridotti a una fessura da cui trapelavano gelidi spifferi. “Hai cancellato Frocio chi si siede?”

“No” Scrollò le spalle Musette.” Mi pareva indicato.”

“Oh Asher, sbrigati e andiamo!” Cinguettò Jean-Claude spingendo l’amico verso l’armadio.”Non vedo l’ora, sarà bellissimissimissimo!”

“Ci saranno tutti i tuoi attori manzi…”

“Sìììììììììì!”

“E Cinzia….”

“Sììììììììììì!”

Asher sospirò rassegnato. “Occhei. Aspetta che mi spalmo in faccia un po’ di lucido da scarpe e vengo subito.”

“Mbah?”

Qualche tempo dopo erano comodamente sistemati nei loro posti e seguivano estasiati lo svolgimento della tragedia, scortati da Musette. Diciamo che tra tutti e tre il più estasiato era Jean-Claude, giusto un filino…

“Oh Ashy! Guarda Cinzia, non è una splendida Desdemona? E’ così femminile!”

“Oh sì” Ridacchiò Musette ciucciando pop-corn e sputandolo a terra. “Quel cobra le dà proprio quel tocco in più. Ops! Volevo dire boa…”

“Già.” Sbuffò Asher. “Forse se le avessero messo una gonna invece che una calzamaglia col conchiglione…”

“Ma questa è un’attualizzazione dell’opera, non capite?”

“Ma dai, non capisci?” Motteggiò Musette dando di gomito al biondo.

“E guarda Jago! E’ il bel Coso, Vito, Truzzo…” Continuò Jean-Claude completamente perso nel suo paese dei balocchi.

La voce di Asher risuonò come una campana di bronzo. A morto però. “E’ il bell’Andrè.”

“Grazie, non ci sono proprio per i nomi…comunque non è bravo? Con quei baffetti da sparvieroooo!”

“Ma se sono finti!” Brontolò Asher.

Musette si spanciava ad ogni commento di Jean-Claude, Asher mandava fumo dagli occhi e il pop-corn finì insieme alla tragedia. Quella sul palco. L’altra, tra i sedili, aspettava giusto le ultime mosse…

E precisamente, fatti gli inchini, consumati gli applausi, gettati i fiori, tutta la compagnia aveva circondato il boss redivivo all’inno di “Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!” E chi lo tirava per la giacca, e chi lo tirava per i capelli, e chi lo tirava per il cazzo…

“Giovani, carini e disinibiti. Vero?” Disse Musette con una voce carica di edulcorante cariogeno e cancerogeno.

“Da morire…” Replicò Asher sibilando tra le zanne.

“Ci sta bene il tuo Jean lì in mezzo, non trovi?” Ridacchiò la vampira prima di eclissarsi.

Asher restò lì, impietrito come una statua di sale, indeciso se mettersi a frignare indecorosamente, sgozzare tutti compreso il suo Jean o tornarsene nel tugurio con le pive nel sacco.

“Ashyyyyyy! Vieni dai!” Urlò il suo Jean tra la folla.

I guitti balestrati e bisunti d’olio si girarono tutti dalla sua parte continuando a cantare “Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!”

Asher trasse un gran respiro, salutò educatamente tutta la compagnia, diede un bacino al suo Jean raccomandandosi di divertirsi anche per lui e di indossare la maglia di lana. Poi prese il volo e se ne andò.

Qualche ora dopo il nostro era alle prese con un solitario. Ma che andate a pensare? Di carte, maliziosi, di carte!!! Uno stronzissimo hearts che non ne voleva sapere di venire, giusto per non farci mancare neanche un doppio senso. Improvvisamente un tre di bastoni cadde a terra…Asher alzò la testa, annusando l’aria: l’atmosfera si era fatta pesante, calda, umida… le mani del vampiro cominciarono a tremare.

La porta si aprì di botto, spalancata da una folata di un vento caldo di potere e poi fece la sua comparsa Jean-Claude: sorridente, muscolare, pelosissimo, gli occhi fosforescenti di magia che parevano truccati con l’uniposca.

“Mo te dai ae carte? Meno male, che pensavo de trovarte alla finestra, co' qua'a vestagliaccia che m'aspettavii…

Asher cadde in ginocchio, gli occhi sgranati per la sorpresa. “Mbah?”

“Famo er pokerino piuttosto.” L’altro rimase in silenzio, ancora a bocca aperta. ”Che fai, te caghi sotto? Ma vedi d'annattene, va'che te prendo a selciate…"

Al povero Asher ci vollero tre tentativi prima di riuscire ad articolare una risposta. “Hai bevuto.”

“Po’ esse.” Sogghignò Jean-Claude, estremamente compiaciuto di se stesso.

“Sei sbronzo come una capra.”

“Ma li amichetti miei insistevano! A’ Cinzia alla vodka, o’ cespuglio all’assenzio, o’ coso al red bbull…”

“Red Bull?”

“Red Bbull ti mette le ali e ‘un volevo tornà a casa en tassi.”

“Che vuoi da me?”

Jean-Claude fece un passo avanti e cominciò a sbottonarsi la camicia. “O’ sai…”

Asher, ancora in ginocchio, fissò ammaliato l’amante mentre avanzava ancheggiando verso di lui si apriva la patta dei pantaloni e gli sbatteva il pene in faccia. Il vampiro alzò il viso e incontrò gli occhi alieni dell’altro. C’era una sola cosa da dire.

“Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!”

mercoledì 7 dicembre 2011

Supernatural activity - Capitolo 33 - Noooooooooooooooo! Il Viaggi nooooooooooooo!

Riassunto delle puntate precedenti:
Bastaaaaaaaaaa! Non se ne può più! Ma che devo riassumere? Due porci vogliono scopare ma siccome sono disadattati non ci riescono. Punto.


Tapparella - Elio e le storie tese

Questa stanza è tranqui, questa corte è Funky, perchè io in galera ci vado con i guanti.
Slega i legamenti, se mi senti piangere ti accendi, dei vibratori segui i movimenti. Zanne sorridenti e beviamoci un licantropo, poi scendi giù in vasca, se non ti piace il ritmo Hasta la vista, vai in bara via, è Belle l'animatore che sta sulla regia, Jc è l'intrattenitore che viene dal podere, Ashy muovi il tuo sedere e fammi fare il mio coniugal dovere.
Sai che Tranqui significa tranquillo, e su questo Funky mi masturbo e non strillo come il Parmaculo: Accattativillo, dimmi sai il mio nome? SI. E allora dillo: JAAAY CIIIII! E tranqui Funky è il nome del mio porno.
Scopami tranqui Funky, slega i sentimenti col tranqui Funky, segui gli ordinamenti tranqui Funky e le vibrazioni del tranqui Funky. Quattro zampe e poi respira, ogni nota è l'atmosfera, e questa sera è un pò speciale, se lo vuoi, trenino tranqui Funky con noi.
Mi ricordo i tempi in cui eravamo in venti a morderci col Funky, oggi siamo in tanti e domani saremo: SEMPRE DI PIU'!
E adesso succhia un po’ me, alla frusta c’è Muset, butta su il pisello che siamo al grande fratello ambientato in un bordello, come sempre rigorosamente in francese, scacchinelculo, oggi sangue cinese. BA BUDUBUBA BA Baciami piccino sulla PUDUPUPO DIPIDIDIPIDI punta, piccolino.
Muoviti arrapato tipo playmate di Playvamp, okey?, tutto fila liscio se scopi Casadei. Hey, ci sei, ci siamo, andiamo, sono pagato niente ma vi amo. Ci amiaaaamo! Basta che poi ci decidiamo!
Di voglia di parlare ne ho mooolta, ma è inutile parlare se Asher non ascooolta. Dunque io ringrazio tutti quanti, specie la mia mamma che mi ha abbandonato così funky. A me piace scopare quando trasmette sentimenti, dire le mie cose con i complimenti: bere sangue, fare l’alba e, accidenti, ballare con i tipi con i vari strusciamenti.
Sono in posizione, portare l’ardeur nella mia nazione è la mia missione, se vuoi darmi una botta fatti avanti, guardami in tv tranqui e ballati 'sto funky!
Questa è la traduzione di una lunga descrizione di ere ed eoni in cui anche alla morte veniva voglia di morire. La tensione rimase… blabla… sfide a “scacchi”… intimità limitata… blabla.. sottese provocazioni reciproche a base di pose ambigue, strusciamenti sospetti e sfoggio impudico di nudità.
Ndr: Morgana71, ma come cazzo stai? Parla come mangi, per dio!
In realtà Jean Claude non reggeva molto bene la tensione, e stava uscendo di testa peggio del solito, che non è poco. Negli X mesi di cui stiamo parlando, infatti, possiamo elencare questi suoi comportamenti:
1- Si parte con l’infoiamento da panico pa-panico pa-panico pauuuura che er Piotta je fa ‘e pippe, e Tony Manero non è abbastanza ggiovane pe’ ffasse ‘na bira e un calippo. Un urlo e un lampo ed è sul palco: ardeur, maestro, vai cor disco, niente fiaschi, mi faccio le piste e Belle non è più triste e mi passa i mangianastri a palla, i pantaloni a zampa e la giacca della Goth-Standa.
Supervampone eccolo qua, Jc è il suo nome ‘un lo scordà, move la mano di qua e de là, fammelo vede non te fermà, e diamoci col ballo del Quaqua.
2- Poi il dj s’ammollava, e di corsa alla banca del seme per scoprire se Amanda Lear è una femmina o un maschio, o se Cinzia lo amava ancora, o se i gatti erano in amore sui tetti di Parigi o altra merda emo, tipo se votare Moana per cambiare la società o tagliarsi. Jean Claude frignava per ore che gli mancavano Belle, e il teatro, e i lupi, e gli amanti, e Dorino, e i prati, e le capre ecc ecc…
Si sa che Asher in tanga eccita la banda, e in attesa che il Viaggiatore scendesse in branda a farsi un sei all’enalotto si sprecavano le discussioni filosofico-pratiche su comm’èbbello far l’amore come Califano ingroppato dalla Carrà, e sulle stelle dell’hard di Vampirella 2000, mentre di chiavare sul serio se ne parlava poco per via delle solite menate tipo moncorbò che si deprime o moncanarin che s’annoia da solo.
Ogni tanto, preso da vero bisogno, Jean Claude si convinceva a palparsi un po’ Asher, ma solo mentre il vampiro era ancora morto per il giorno, dato che dopo la prima volta che si era fatto beccare a solleticargli il risveglio, il biondo gli aveva lanciato uno sguardo gelido e si era rifiutato di picchiarlo.
“Ahh, bella vita co’ sti maschioni” o “Che pezza! La voce si sparge dalle Alpi alle Ande, JC sei grande: ignorante con l’abbronzante e abbondante tra le mutande!” erano però i sospiri generali di tutte le checche di Francia che arricchivano Belle guardandosi fiumi di pubblicità spazzatura. D’altra parte nessuno ha mai sostenuto che il pubblico abituale del Grande fratello sia la crème intellettuale di una nazione.
Il Viaggiatore nel mentre studiava registrazioni scelte come un’invasato, talmente drogato dalla telenovela che non aveva ancora pensato ad andare in carne ed ossa a cento all’ora per trovar le anime sue, a illuminare il loro vano motore con una candela di cera. Al contrario li spiava nella forma incorporea del fantasma formaggino: aveva infatti deciso che i nostri due erano perfetti nei ruoli dell’inglese e del francese delle barzellette, mentre Balto poteva fare l’italiano che se li spalma sul panino (d’altra parte si sa che reputazione ha l’amore all’italiana secondo i francesi rinascimentali, ed era proprio quello che serviva in questo caso). E l’importante era che in sostanza l’italiano vincesse, e che se un Morte d’amour ti dice “Italiano pizza spaghetti mandolino mamma lo sai chi c’è? E’ arrivato El Merendero”, tu non arrossire e non abbassare il capo ma digli: primo tu non prendi parte neanche ad un’orgetta, due ehehehe, treno dell’amore portami con te, qua trovi la gioia, cinchiavardiamo al letto…
Il consigliere era spesso preso in simili elucubrazioni, a suo dire per aumentarsi l’appetito: stava cercando il momento giusto. Che arrivò quando dovette assistere a questa scena raccapricciante:
“Dimmelo di nuovo Asher: perché siamo ancora qui?” Allora il vampiro lo cingeva tra le braccia e il suo cuore si fermava.
“Perché non puoi vivere senza di me, ma mi ami troppo per trasformarmi in un tuo schiavo.” Rispondeva ogni volta. (Originale).
In quel momento l’anziano vampiro capì che era giunta l’ora della riscossa: bisognava dare una svolta più sana a quel programma demenziale, e dare un esempio dell’arguzia che gli permetteva di spopolare nelle barzellette.
Fu così che Asher fu svegliato un bel giorno da un Jean Claude con gli occhi neri che pronunciò le fatidiche parole: “Sono il fantasma formaggino, e ora ti spalmo sul panino”.
“Impossibile” disse il biondo. “Lo sanno tutti che sei un passivo irrimediabile”.
“Evidentemente no, se no non sarei qui. Ti spalmerò ancora e già pregusto il tuo sapore sul panino”.
“No noo non mi spalmerai, perchè del coltello buon uso non fai. Per mano di Baltazar punito verrai, per… mano di Asher stavolta cadrai. Permani pure della tua opinione ma con quel corpicino non mi spalmerai”.
“Ne sei proprio sicuro? Allora non ti dispiacerà se mi scopo Jean Claude?”
“Prego, meglio lui che me”.
“Allora non ti spaventerai se chiamo un attimo Beeeeellleeee? Non so se lei potrà soprassedere a questo vizio di forma”
“NOOO!! Zitto. Ti prego sii accondiscendente e concedimi l’amnistia. Va bene, faccio tutto quello che vuoi”. Il suo cuore batteva furioso nel petto oppure nel torace come un canarino infilzato da spilli. In effetti nessuno sarebbe rimasto impassibile davanti agli occhi di fuoco e al ghigno da pazzo e alle labbra che si sporgevano a cuore per sbaciucchiargli luoghi innominabili.
“Ora sì che si ragiona, bel demonione mio.” Smoooch slurrrp…
“Ehm… sì, certo, ma prima dimmi cosa ne pensi dello spread italo-tedesco?”
“Perchè tu non mi parli del tuo pene?”
“Va bene, dimmi almeno come sta Jean Claude!” Sussurrò debolmente.
“Ohhhh come siete kariiiiniiiii!!!!!! Hihihihihi! L’avevo capito che tutti i vostri bisticci erano più finti di una Drarry scritta kon le k da una dodicenne perversa. Comunque il tuo ganzo sta bene, non vede l’ora di una bella cavalcata con te, se lo conosco almeno un goccio, anche se ha un po’ paura delle tue reazioni successive. Lo sai che tieni un broncio adorabile, micione? E’ solo Jean Claude che non ti capisce.”
Asher rabbrividì, mentre il potere del Viaggiatore si sprigionava dal corpo nudo e visibilmente eccitato di Jean Claude: solo che non era lui ad accarezzare la sua pelle, a scostare i suoi capelli dal viso e a palparlo con avidità. Non era Jean Claude che ora gli stava sfilando i pantaloni, che lasciava scorrere le sue mani su ogni centimetro del suo corpo ormai nudo, che lo avvolgeva in un abbraccio osceno mentre la sua lingua si infilava impunemente e/o impudentemente ovunque ne avesse voglia.
“Lo so che mi vuoi, mio divino”. Mormorò. Poi, con un gesto fulmineo, lo rivoltò sullo stomaco. “E‟ stato così eccitante guardarvi tutti questi giorni” continuò sbattendo le ciglia “eccitante e istruttivo”.
Asher stava iniziando a prendersi bene a farsi fare un pigiamino di saliva, anche se era leggermente perplesso sui file di Jean Claude sul Viaggiatore: si ricordava infatti un “così frocio che tra poco finisce il giro e diventa etero”, un “pompino: dieci minuti di silenzio” e un “più passivo e masochista di me”.
Quando il Viaggiatore cominciò a leccargli il collo, la schiena e le natiche con sempre maggior irruenza, gli sorse il dubbio se in quegli anni le sue abitudini si fossero modificate. Ma la risposta gli arrivò puntuale, e spero di non dover spiegare di preciso cosa intendiamo.
“Immagino benissimo cosa ti abbia raccontato quella stronzetta di Jc… sono sempre stato geloso di come lui e il mio amato master Balto andassero d’accordo. Troie”. Gli tirò i codini cercando di staccargli la testa.
“Ahia, cazzo fai, pirla?”
“Ohhh parlami sporco baby, vieni da papi. Assomigli tanto a Balto, domani porto anche lui, ora sta solo filmando perchè devo studiare la performance dei miei pettorali sinistri.”
“Sìsì, certo mia cara Jane” sbadigliò Asher.
“Hey, che infame, ti stai addormentando?”
“No, Viaggiatore, è una citazione della madre sottomessa e terrorizzata di David Copperfield”.
“Divertente. Ora però voglio rifare la scena dove tu stupri Jc alla sua festa di complemorte del 1830 ma voglio sembrare più figo di lui.”
“Nessuno è più figo di Jc, è il mio coprotagonista”.
“Ma io sono più vecchio, ecco! Guarda che ti faccio gridare”.
“Certo. Vuoi più un urlo tipo “Ommioddio i biglietti gratis per il concerto di Madonna” o “Dio Yvette mi fai vomitare”? Perchè non credo tu possa farmi urlare di piacere.”
Asher trasalì. Sentì le morbide mani del suo Jean Claude afferrarlo con una forza innaturale, mentre l‟immenso potere del consigliere paralizzava il suo corpo e la sua mente, pur lasciandola vigile e perfettamente cosciente.
“Non so, Ashy, tesoro. Dipende da come ti senti riguardo ai preservativi di Hello Kitty… Mi ringrazierai quando vedrai che non ti ho attaccato le pustole verdi vampiriche, mon cardelìn.”
Il resto fu solo un‟infinita sequenza di urla e gemiti.
Non sappiamo in realtà il perchè di questo suo particolare rifiuto, dato che senza un’ascia o una saldatrice non crediamo che Asher possa trovare veramente sgradevole del sesso con un corpo non decomposto e il cui pene non sia ricoperto di filo spinato, figuriamoci rimming e vibratore vivente. Dobbiamo quindi supporre qualche sottinteso terrificante ma non descritto, come Platinette che si accoppia con Berlusconi al sabato sera con commento di Gad Lerner. O forse solo l’essere sbattuto da qualcuno più checca di lui lo rende isterico. Mah.
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Il Viaggiatore abbandonò il corpo di Jean Claude lasciandolo sfiancato sull‟altro, che giaceva sullo stomaco, con gli occhi chiusi e l’aria completamente sfatta. Non appena fu in grado di muoversi, Jean Claude fece un balzo belluino riparandosi dietro al letto, tremando pigolante.
“Ashy, sei… sei tanto arrabbiato?”
Asher si stiracchiò, si rotolò e si accese una sigaretta e gli tese la mano.
“Dai, vieni a letto, pistola. Lo so che non è colpa tua.” Sospirò con un filo di voce.
“Mi dispiace da morire.” Salì tentativamente sul letto, avvicinandosi un po’ quando l’altro non gli diede fuoco con uno sguardo gelido.
“Ahem, anche a me, anche a me, ma certo.” Chissà cosa aveva partorito ora il cervellino nevrotico del suo corvò, e poi dicono dei biondi.
Dopo un lungo silenzio, Jean Claude si arrischiò a fargli una carezza, pronto a saltare via di nuovo in caso di pericolo, e lo fissò con Puppy eyes numerò 5. “Ora mi picchierai?”
“Sicuramente non prima di un bagno, un massaggio rilassante e una bella tazza di sangue”.
“Non era così che lo avevo immaginato” bisbigliò a un certo punto uno dei due a caso.
“Dai, almeno la prima volta ce la siamo consumata con il nostro piccolo stupro amichevole”.
“Va bè… Ma ora quando replichiamo?”