domenica 22 aprile 2012

Supernatural activity - Capitolo 38 - Non so, ma tu non ti senti osservato?



Riassunto delle puntate precedenti:

Natale è finito, con l'orgiastica epifania che tutte le feste si porta via. I nostri vampiri si sono presumibilmente divertiti e adesso smaltiscono la sbornia sul lettone col loro cane preferito. Vi sembra un quadretto troppo idilliaco? Tranquilli...anche qualcun'altro è sospettoso e ha deciso di buttarci un occhio. Letteralmente...

Paranoid - BlackSabbath                                                                                                             
Quando Dorian si svegliò, si ritrovò nell‟esatta posizione in cui si era addormentato, e subito maledì lo yoga, perchè addormentarsi con la testa vicino ai genitali gli aveva procurato un torcicollo da incubo.
Sentì i due vampiri discutere, e il fatto che Asher fosse già sveglio significava che il sole era già calato e che lui era crollato in un sonno troppo profondo, troppo a lungo. Sì, la droga e l’esaurimento psico-fisico-sessuale tendono a dare quel tipo di problema, provare per credere!
“Bella serataaaa? Come cazzo fai a dire che è stata una bella serata?” La voce di Asher era calma per i suoi standard, ma gli stava peggiorando ugualmente il mal di testa, dato che la notte precedente era stata DAVVERO selvaggia. E il piagnucolio di Jean Claude gli faceva venire la pelle d’oca. Sentiva anche mani vampiriche infilarsi per ogni dove, e non era sicuro di gradire del tutto, almeno non prima di essersi fatto un bidet.
“Per aver scopato con altri o per non aver scopato con te? Pensavo ti fosse piaciuto!”
Alla faccia della leggera irritazione…
“E chissà se a Dorino è piaciuto!”
“Mi auguro di sì, cazzo, se no poteva anche stare a cà sua”.
“Stupidi repressi”.
“Scommettiamo che adesso gli facciamo schifo di nuovo?”
“Bè, me ne frego, tanto è colpa tua”.
“Mi secca un po’ però che ti stai preoccupando più del pulcioso che di me”.
“Ehi, anche lui è importante”.
“Se lo dici tu…”
“Ma ti era simpatico!”
“Ho mentito”.
“Che infame di merda”.
“Eh, è così… blu…”
“E etero, poverino, prima di incontrarci…”
“Seeee, e se mia nonna aveva le ruote era una carriola”.
“Ciò non toglie che gli hai fatto del male”.
“Anche tu”.
“Tu di più”.
“Uhm… me ne frega qualcosa? Aspetta, no! Non me ne sbatte una beata fava”.
“E poi lo stronzo sarei io?”
“Quello è di default”.
“Stiamo veramente litigando su Dorino-il-lupo-etero-con-piume-nel-culo-che-ha-scopato-tutta-la-notte-felice?”
“Già, perchè stiamo litigando?”
“E’ l’atmosfera di questa stanza… no… di questa fan fiction! Ahhhhhh! Soccombiamoooo!”
“Dio, la paranoia post sbornia no, ti supplico”.
“Ahhhhhhhhhhhhhh….”
“No dai, guarda che ho capito tutto, non hai visto su Gente l’intervista del gieffino che ha spiegato come gli autori li obblighino a litigare dentro la casa per fare audience?”
“Uhm… ma a noi non toccava scopare?”
“Se avessi potuto ve l’avrei risparmiato”.
“Risparmiato in che senso?”
“Se non l’hai capito non te lo devo certo venire a spiegare”.
“Fatto sta che le cose buone te le vuoi tenere sempre solo per te”.
“Definisci buono”.
“Secondo me sei solo un egoista”.
“IO?????????”
“Evidentemente…”
“Evidentemente sei un cretino”.
“Specchio riflesso specchio riflesso”.
“Andremo avanti ancora per molto?”
“Non so, spe che chekko il copione”.
“A parte che anche senza battute prescritte non è che la tua conversazione sia sto granchè…”
“Tu invece senza le battute da leggere non hai proprio una conversazione, come la mettiamo?”
“Potremmo sempre scopare”.
“Ma non ti basta mai?”
“No, ma tu potresti lasciarmi un calco del tuo pene”.
“Dio, sei disgustoso”.
“IOOOOOO???????”
“No, parlavo con il criceto crocefisso che hai al posto del cervello”.
“Ma non dici sempre che non è quello che mi serve?”
“Forse è il caso che te ne convinca anche tu”.
“Che noia che barba che noia che barba”.
“E fammi cosare sto copione”.
“E cosati il coso, cosa vuoi da me?”
In quel momento Dorino cacciò un pigolio da criceto morente per schiacciamento tra un’incudine e un martello, che strappò d’improvviso i due vampiri dalla loro serietà angustiata. “Ziiiittti… voglio morire… uccidetemi…”
“Ecco, te l’avevo detto!”
“Non mi dire te l’avevo detto a me, neh!”
“Pietà, pace, vi amo entrambi, ieri sera è stato bellissimo, facciamolo tutti i sabati sera senza spioni bavosi, ora però mi si stacca il cervello, voglio una pozione antisbronza o del metadone”.
“Good morning, sunshine, che alituccio”.
“La mia vita è assurda e orribile, e questo è l’ultimo dei miei problemi, Jean Claude”.
“Stai forse dando la colpa a me?”
“Nono, amore, sono solo schizofrenico e un po’ ingrifato nonostante le spelature da iperutilizzo”.
SPLASHHHHH!!!!
Asher nel frattempo era andato a farsi una doccia e a mettersi l’idratante, e seccato dal tornare per trovarsi gli altri due a farsi le coccoline, decise che una secchiata d’acqua gelida avrebbe fatto proprio al caso: “Direi che sia il caso di fare colazione. Apri le cosce o ti stacco una gamba, spuntino!”
“Perdonalo, Dory, anche lui ha dormito poco” sussurrò silenziosamente Jean Claude, attento a non farsi sgamare dal microfono.
A quel punto però il lupo decise che forse era il caso di ficcarsi una ciabatta in bocca e non titillare il vampiro appena sveglio, anche perchè in fondo un morsino alla Ashy come si poteva dirgli di no?
Il ritmico ciucciare placò tutti, e i tre moschettieri si riabbioccarono per evitare di doversi parlare ancora con il mal di testa.
Nella quiete della stanza scura si levò solo, quatto quatto, un occhio decomposto attaccato a un lembo di carne marcia. Strisciò un po’ attorno al trenino, periscopiò alcuni punti ben scelti, e poi si riacquattò in un angolo a spiare.
*****************
Non appena Jean Claude si alzò e aprì le tende, Dorino si accorse con stupore che il cielo si era appena oscurato, e, con occhi sgranati che rendevano la sua espressione ancora più intellettuale del solito, come se un selvaggio blu mentecatto caduto dal seggiolone la sera prima già non avesse dei problemi mentali sufficienti, iniziò a fare domande imbranate sulla teoria magica dei flussi applicati ai legami metafisici con canalini di scolo in relazione alla linea di sangue lussurioso della fontana del consiglio del Boh, moltiplicato per gli invitati al party di Natale di dodici anni prima, diviso i master cattivi che non fanno regali per le festività.
Jean Claude cercò di spiegargli come Belle fosse stata costretta a pagare la tredicesima una tantum per via di certi problemucci di scarico fiscale della beneficienza, ma davanti all’incomprensione ebete del lupo, Asher tirò fuori dei fogli per fargli un disegnino con freccine.
Questo ovviamente si trasformò in una scusa per realizzare piccoli origami colorati a tema erotico, che aprirono la strada a un acceso dibattito su quanto fosse opportuno un bagno prima di ricominciare ad accoppiarsi e/o aprire i regali di Natale, che condusse inevitabilmente a scopare prima e chiedere poi.
Sembrava andare per una volta tutto bene quand’ecco, il patatrac! Non sapremo mai di chi fu la spinta dello scivolare dell’incauta natica di Jean Claude che, per uno scherzo della gravità, cadde malamente sul povero occhio decomposto e spione, spiaccicandolo, ed estraendo un acuto strillo dalla voce incorporea del Mortino-stalker, seguito da una sequela di imprecazioni e minacce talmente volgari e malvage da traumatizzare le deboli menti.
Ora, nessuno nega che doversi togliere dal culo un grumo di carne decomposta che urla a squarciagola descrivendo come ti torturerà di lì a breve aprendoti un nuovo buco nell’ombelico per stuprarti meglio e come si sia scopato tuo marito la sera prima non sia proprio uno degli obiettivi che la nostra mamma aveva per noi quando ci allattava da neonati. D’altro canto ci piace anche lasciare sempre un non so che di inconsulto nelle reazioni randomizzate dal computer dei nostri vampiri.
Fu così che questa divenne la goccia traboccante della tazza di Jean Claude: il vampiro ebbe una crisi isterica, vomitò in un vaso, decise di suicidarsi e si barricò in bagno urlando e parlando da solo di Ragnarok e Fine Ti Mondo.
Nessuno se lo cagò minimamente: Asher aprì l’armadio, rassegnato a vestirsi, e Dorino continuò a massaggiarsi la testa.
Quando nessuno dei due si unì al suo bagno, il vampiro si seccò in fretta di non essere preso sul serio nelle sue espressioni di turbamento, e si dedicò a un deprimente monologo sulla caducità dell’esistenza relazionale rivolto al canarino che gli abitava nel petto, nel torace e anche nella gola.
Jean Claude era però abituato a essere l’ultima ruota del carro, e l’acqua calda e il seghino tattico lo rilassarono in breve, ma quando tornò in camera da letto non riuscì a trattenere la delusione di trovarla vuota: non solo Dorino se n’era scappato lasciando un porcile di peli, capelli, fluidi corporei, mutande sporche e lenzuola aggrovigliate, ma persino Asher non era in vista da nessuna parte. Quando anche una visita nel confessionale rese evidente che non era un nascondino erotico, l’abbandonato ricominciò ad agitarsi, battendo contro le pareti per cercare porte segrete e facendosi elenchi mentali delle possibili sfighe che rapiscano un vampiro da una stanza chiusa a chiave, compresi il mefitico summon volante del boss e la raccapricciante finestra aperta sul nulla.
Dopo un tempo variabile tra i dieci minuti e i dieci mesi, la porta si aprì, e Asher comparve innanzi a lui, vestito di bianco, con un Panama e un sigaro in bocca.
Jean Claude, in un impeto di virilità, lo prese per la coda e tentò di strusciargli il naso nella pipì, sgridandolo con un “Cattivo, vampiro cattivo! Non si lascia il proprio ammmoreammmorecorvò da solo neanche per un minuto”.
Asher però era stato da Belle a farsi delle grasse pere di steroidi e coca, per cui se lo scrollò di dosso con un ceffone che lo fece roteare tre volte su se stesso. Poi, tronfio e pettoruto, lo freddò: “Questo posto fa schifo. Me ne vado!”
E il suo dito medio scattò a chiudere il capitolo.
Profilo Invia email

Nessun commento: