sabato 29 maggio 2010

Supernatural Activity - Capitolo 6 - Ma non dovevi essere morto?

Riassunto delle puntate precedenti: nonostante i vecchi abbonati brutti ed emo che volevano il loro posto in prima fila, le scimmie in maternità ed enormi problemi burocratici come la scelta del colore dei tendaggi, Jean-Claude e Musette riescono nella mission impossible e il loro piccolo teatro è pronto a navigar. Purtroppo anche un vascello pirata è della stessa opinione irrompendo nel foyer e buttando all'aria tutti le poltroncine e i candelabri lucidati con tanto amore. E chi è il vampiro barcollante che va all'arrembaggio di Jean-Claude?

Colonna Sonora 1 : se siete scemi.
Colonna Sonora 2: se siete + scemi...

I due si guardarono negli occhi, pensando immediatamente a chi li avesse più bistrati, si strusciarono il naso a mò degli eschimesi, si diedero una zuccata, una culata e si baciarono reciprocamente il ginocchio destro. Poi si buttarono a terra e si fecero il solletico.

Jack, Jack...mio adorato Jack. Ma perchè i pirati si chiamano sempre John o Jack?” L’altro fece un risolino, strizzandogli l’occhio e stringendosi nelle spalle.

“Siamo gente sveglia, ma non si può dire che brilliamo per fantasia quando si tratta di nomi.”

“ Già.”

“ Ero imbarcato con un vecchio senza braccia e privo di un occhio di nome John...”

Jean-Claude gli tolse il cappello gettandolo alle sue spalle. “E come si chiamava l'altro occhio?”

Dopo aver ridacchiato come matti, Jean-Claude e Jack si misero a chiacchierare indecentemente, sniffando, tra uno schiamazzo e l’altro, una bottiglia di rum e ricordando i bei vecchi tempi in mezzo alle macerie della platea. Tale era la felicità di rivedersi che le bestemmie di Musette per dover riassumere le scimmie mannare e ricominciare con i lavori di ristrutturazione finirono ignorate.

I due si erano conosciuti nel corso di una missione speciale per conto di Belle che aveva avuto luogo proprio sulla Perla, la nave di Jack.

La donna, sempre in bolletta, viste le ingenti spese in bagnoschiuma, lubrificanti, fruste e altri generi di conforto, si era data alle scorrerie per mare assoldando un corsaro che si era preoccupata di selezionare personalmente. Tra più di mille candidati solo Jack Sparrow aveva sculettato in modo soddisfacente e quindi la Perla aveva sbandierato lo stendardo di Belle, una vagina sopra due ossa incrociate, ed era partita alla volta di arrembaggi e infami ruberie.

Durante la prima missione al soldo della vampira, due suoi emissari a caso, Jean-Claude e un estremamente riluttante Asher, erano stati imbarcati per controllare il capitano.

Naturalmente non avevano controllato un bel nulla. Jean-Claude aveva passato metà del viaggio in cabina, impegnato a difendere la propria virtù dai pressanti attacchi della ciurma, metà della quale lo credeva una donna mentre l’altra metà non faceva discriminazioni di sorta. Intanto Asher era a novanta gradi, una delle sue posizioni preferite se non fosse che era impegnato a vomitare sangue fuori dal ponte.

Una sera però, graziati dalla bonaccia, una voce roca e molto sexy li aveva attirati, come falene verso la luce, nella cabina del capitano.

Il comandante in seconda li aveva trovati ubriachi fradici, una mezz’ora prima dell’alba, che cantavano tutti insieme “15 froci in una cassa da morto, ohhhhohohhhhhh, e una bottiglia di rum”. Avevano fatto giusto in tempo a portar via i due vampiri prima che potessero essere inceneriti dal sole, mentre il capitano schiamazzava urlando e toccando il culo ai suoi due nuovi amichetti, a loro volta deliziati dalle sue fini maniere da troglodita.

Era stato l’inizio di una grande amicizia, quantomeno la versione bellemortiana di una grande amicizia, quindi comprensiva di manifestazioni d’affetto che andavano leggermente oltre al classico bacio sulla guancia.

Belle aveva approvato: Jack Sparrow non era una donna, aveva un bel culo, lo sapeva muovere e le aveva insegnato qualche nuova bestemmia, cosa che faceva sempre comodo. Per di più da quando la Perla scorrazzava per mare in suo nome, i dobloni non scarseggiavano mai, gioielli e pietre preziose abbondavano, il lubrificante scorreva a fiumi e la sua residenza era piena di uccelli esotici. Bei manzi color caffellatte che sapevano a malapena parlare, requisito quanto mai gradito, riempivano i suoi boudoir e variopinti pappagalli svolazzavano nella hall. Questo in realtà non le faceva troppo piacere: quei dannati volatili cagavano dappertutto e la sua adorata Musette ne aveva adottato uno che si era tramutato nella perenne appendice della sua spalla destra. Il fottuto pappagallo per di più blaterava incessantemente ripetendo come un eco le ultime parole della padrona. Belle stava meditando di spennarlo e farselo arrosto quando successe qualcosa di imprevisto.

Già da tempo la Disney inseguiva Jack per il sequel di “I pirati dei Carabi: ai confini del mondo”, proposta immonda e commerciale che il pirata, da animo puro e innocente qual’era, aveva prontamente rifiutato, probabilmente in preda all’ennesima sbronza. Il perfido Walt, mentre Jack si sollazzava a Parigi, gli aveva trafugato la Perla, parcheggiata nella Senna sotto Notre Dame, ovviamente in doppia fila e gli aveva mandato un ultimatum: o firmava il contratto o perdeva la nave.

Fu lui stesso ad avvertire BelleMorte del problemino e la donna, quanto mai pratica, aveva risolto a suo modo la cosa: aveva stecchito Jack trasformandolo in un non-morto sicura che la pedofila Disney non sarebbe mai arrivata ad assoldare un vampiro nelle sue fila in quanto progenie del diavolo. Certo, non conosceva ancora Twiligth e il pluri-ripetente Edward e, nonostante i suoi 3.000 anni conservava le sue pie illusioni e pensava che i vampiri DOVESSERO essere cattivi, ma comunque lo stratagemma funzionò. Jack riebbe indietro la nave e l’unica conseguenza per lui, in realtà tremenda, fu quella di doversi abituare a sorseggiare ogni tanto il suo rum preferito invece di tracannarne barili interi. Ovviò al problema sostituendo l’acool con la droga pesante e accontentandosi di sniffare rum pampero.Tanto era già deciso che ben presto Belle lo avrebbe trasformato: aveva ancora troppe cose da rubare e sapeva che una vita sola non gli sarebbe bastata. Quel momento era solo giunto prima del previsto.

Ma nessuno, né tantomeno Asher o Jean-Claude avrebbe dovuto saperlo. Questo era il patto. Dio solo sa perché.

E così Legolas era rimasto a Bosco Atro, Kiera Knightley aveva rifiutato con una scusa, il sequel non si era fatto, e per tutto il mondo conosciuto Jack era sparito ai confini del mondo. Asher aveva alzato una spalla e Jean-Claude aveva pianto un po’. Jack era diventato il suo fornitore ufficiale di kajal e non era riuscito a trovare un adeguato sostituto, ma alla fine se ne era fatto una ragione.

Jack e Jean-Claude si erano rincontrati anni dopo, in circostanze ben peggiori.

Jack continuava a fare scorrerie con la Perla, tramutata in nave fantasma, per conto di Belle e di altri rappresentanti del Consiglio. Un giorno si trovava ospite nella residenza di Morte d’amour che apprezzava particolarmente la sua presenza: era l’unico che non era disturbato dalla loro natura in quanto li considerava sempre allucinazioni da abuso di droghe. Schivava giusto Yvette perché era una pezza da piedi e aveva la faccia come il culo, quindi era giusto snobbarla, ma per il resto non faceva un plissè a qualunque putrefazione e marciume di sorta. Così, giusto per premiarlo, Mr. Morte gli aveva fatto trovare un regalino in camera da letto.

Dapprima, alla vista del giovane uomo nudo incatenato, Jack si era lamentato un casino perché si aspettava una partita di coca o almeno una libbra di marijuana, poi quando si era accorto che il povero paria era Jean-Claude si era messo a ridere.

“Cazzo Jean! Sei sempre il solito! Non ti si può lasciare un attimo da solo che uno ti ritrova nudo e in catene!”

Jean-Claude l’aveva guardato con occhi fuori dalle orbite. “Jack Sparrow? Ma non eri morto?”

"Capitan Jack Sparrow, se permetti!"

L’altro gli aveva risposto con un sorriso, stando al gioco."Non vedo la vostra nave, Capitano."

"Sta facendo il tagliando, guarda un po'!”

Subito dopo si erano abbracciati, avevano parlato, si erano truccati a vicenda e avevano spettegolato su tutto e tutti.

“E di Asher che mi dici?”

Jean-Claude piangendo gli aveva raccontato la sua triste storia infarcendola di tutti i particolari più orrorifici e deprimenti mentre il pirata sghignazzava senza pietà.

Il vampiro, abituato alle reazioni inconsulte del capitano, asciugatosi le lacrime concluse. “Non so se é pazzia o vero amore."

Jack, oramai, rideva fino alle lacrime, col mascara e il sangue che gli rigavano le gote. "Impressionante quanto, nel tuo caso, questi due tratti coincidano..." e poi l’aveva abbracciato, l’aveva stordito di stupefacenti e barbiturici e gli aveva fatto passare delle ore memorabili, promettendogli di rivederlo quanto prima.

E così, almeno una volta al mese, Jack andava a trovare Morte d’amour e si faceva assegnare i servigi di Jean-Claude, assicurando al Sire che nessuno l’aveva mai truccato così bene.

Belle però l’aveva presto scoperto e dietro minaccia di disintossicazione forzata il pirata aveva dovuto abbandonare i suoi randevous con l’amico; non aveva potuto neanche dirgli addio.

E Jean-Claude era rimasto di nuovo senza kajal.


3 commenti:

Morgana ha detto...

Ma ti rendi conto che l'accoppiata Jean Claude/Jack Sparrow è talmente oscena da arrivare all'indecenza? Due ancheggiatori con gli stessi capelli, lo stesso kajal, lo stesso animo da perveriti... Che posso dire più di quello che ho già detto a suo tempo? La vostra rielaborazione del conte di Rochester è a dir poco geniale, azzeccata e scandalosamente perversa!
P.S. La voglio anch'io la bandiera della Perla!!!!

Ricciolineri ha detto...

Ti dico la verità. Di idee geniali nella mia vita ne ho avute poche, ma questa è una di quelle ;-)
Due anime gemelle che si cercavano!!!!!

Flora ha detto...

Cazzo sì!