sabato 12 giugno 2010

Supernatural Activity- Capitolo 8- Niente ti smonta come uno sguardo gelido...

Riassunto delle puntate precedenti:
Jean-Claude e Jack, vampiro e pirata, rinverdiscono i fasti della loro antica amicizia a modo loro e cioè drogandosi, spettegolando e andando contro natura.
Tra una chiacchiera e l'altra Jean-Claude racconta a Jack dei suoi progetti e dell'opera che ha intenzione di rappresentare per prima: la sua vita.
Il pirata dapprima reagisce sganasciandosi poi appoggia in tutto e per tutto l'amico accettando persino di fargli da primo attore. Sarà proprio Jack a interpretare la parte di Jean-Claude.

Colonna sonora

E così dopo prove e controprove e molte litigate su chi sculettasse meglio si giunse al giorno della prima.

Che naturalmente fu un successo. Quantomeno perché sia Jack, sia Jean-Claude, sopravvissero alla rappresentazione, cosa che, visto l’argomento trattato, non era affatto scontata.

Il teatro era pieno di gente, anzi, il termine giusto era gentaglia! O forse Jack avrebbe detto pendagli da forca…infatti tutte le canaglie di Tortuga e gli elfi di Lungopalo erano stati invitati e adesso fremevano tra lazzi e schiamazzi nelle loro poltrone, debitamente accessoriate con pop corn, pan di via e cuba libre di ordinanza.

I vampiri si guardavano intorno frastornati e schifati, il loro sensibilissimo apparato uditivo frastornato dai cori da stadio e dalle Osterie n°1 paraponziponzipò, mentre si chiedevano chi cazzo avesse invitato quegli avanzi di galera.

Intanto Jean-Claude, e Jack quando non toccava a lui, se la ridevano alla grande mentre, da dietro le quinte, osservavano le reazioni dei Consiglieri che via via venivano scherniti e disprezzati.

Morte d’amour e Yvette si spaventarono per il trucco di scena, prima di capire che i personaggi in questione erano i loro. A quel punto quasi imputridirono per la rabbia, eventualità già prevista da Jean-Claude e Musette che infatti gli avevano assegnato dei comodi sedili rivestiti in plastica.

Balthasar e il Viaggiatore si fecero delle gran sghignazzate prendendo appunti dato che un paio di quei numeri erano nuovi anche per loro: Jean-Claude aveva voluto esagerare con gli effetti speciali.

Bellemorte si alzò e si rimise a sedere sbuffando un numero imprecisato di svolte. Prima quando entrò l’attrice che la impersonava, che ovviamente non riscuoteva la sua approvazione, poi quando si rese conto che le scopate di scena erano più numerose di quelle della sua ultima nottata, ma fu quando una delegazione di elfi platinati cominciò a urlare “Faccela vedè faccela toccà” che si decise a tirare fuori l’uzi dalla crinolina e a terminare tutta la compagnia, protagonista e autore in primis. Ovviamente fu ricondotta alla ragione da una cinguettante Musette che ricordando alla sua Signora l’indiscutibile ruolo di Jean-Claude nella risoluzione dei suoi mal di testa e del Pirata nel risollevamento delle sue finanze, dispensando carezze e regalini a lei e al proprio pappagallo Aldo, a volte confondendo penne con parrucche e miglio con coca, riuscì dove nessuno era mai riuscito.

Belle cominciò ad applaudire e fischiare e alla fine gettò il suo ventaglio sul palco con su scritto il numero del cellulare e un “stasera sei mio” per il protagonista che non mancò di deliziarla mimando gesti osceni e leccate di lingua.

La commedia finì e il teatro fu sommerso dagli applausi. Frotte di pappagalli festanti si levarono in volo regalando alle parrucche incipriate un’imprevista utilità e tralci di marijuana furono gettati sugli attori. I vampiri rimpiansero di non aver portato le uova marce, ma non potendo tirare Yvette e Morte d’Amour, fecero buon viso a cattivo gioco o, per dirla come Jean-Claude, di necessità virtù. Alla fine dovettero a malincuore riconoscere la genialità di quel vampiro che era riuscito a prenderli per il culo davanti a tutti e a portare a casa la ghirba.

Sia Jack che Jean-Claude si presero gli applausi per ben cinque volte, felici che non fossero legnate, inchinandosi e sculettando come due gemelli siamesi ubriachi. Tanta fu la calca e l’eccitazione che il povero Jean-Claude ebbe un mancamento e mentre qualcuno gridava “I sali! Portate i sali!” fu preso a braccia dal pirata che lo trasportò fino all’uscita posteriore, promettendo di raggiungerlo non appena avesse finito di derubare i più ricchi tra il pubblico.

Jean-Claude si allontanò dal frastuono, incamminandosi lentamente verso le rive della Senna, poco distante dal teatro. Giunto sulla sponda, aspettò l’amico mettendosi a tirare sassi nel fiume e cercando di farli rimbalzare almeno una volta. Non ci riuscì manco per il cazzo e alla fine si adagiò sull’erba sbuffando, dicendosi che evidentemente far rimbalzare i sassi non era un potere che avesse ancora acquisito.

L’adrenalina era scesa a un livello normale e adesso poteva concedersi il lusso di pensare. Non che questa fosse una cosa buona e giusta… Infatti pensare voleva dire farsi seghe mentali su Asher e sul fatto che Jack dopo le repliche sarebbe partito.

Chi cazzo avrebbe mai fatto la sua parte? Johnny Depp?

Un rumore soffocato di passi sull’erba lo fece sorridere.

Finalmente!” Esclamò senza neppure voltarsi. “Cos’è successo? Belle ha preteso un cunnulingus in camerino come risarcimento?”

Spiacente di deluderti Jean-Claude.” Sussurrò alle sue spalle una voce per niente divertita. “Del resto, se ricordo bene, Bellemorte non si accontenta di così poco. A proposito, indovina chi è?”

Vediamo un po’…” Motteggiò l’altro affettando la voce senza voltarsi. “La temperatura è calata di venti gradi, ho i peli ritti e il pisello mi è diventato microscopico. Puoi essere solo Asher. Incazzato ovviamente.”

Jean-Claude si alzò trovandosi di fronte due occhi color ghiaccio. Il calore umano che sprigionavano avrebbe potuto rivaleggiare con l’aria condizionata di un supermercato nel mese di agosto.

Il tuo spirito di patata non mi tocca neanche un poco. E non dirò nulla sul tuo pisello se non che può entrare in uno scolauovo.”

Prego?” chiese Jean-Claude inarcando un sopracciglio.

Devo ripetermi?” ripetè l’altro avvicinandosi minacciosamente.

Jean-Claude gonfiò il petto. “Vogliamo tirare fuori il righello?”

Le onde dorate dei capelli di Asher calarono come un sipario. “Sei sciocco e puerile e io non ho tempo di giocare coi bambini dell’asilo. Possiamo benissimo risolverla a chi fa rimbalzare i sassi più volte.”

Uffa!” Si lagnò l’altro. “Lo sai che sono una sega.”

Nooooo, ma cosa mi dici mai?”

I due rimasero uno di fronte all’altro, in un silenzio che sembrò infinito.

Evvabbè, te lo concederò. Hai fatto un bel lavoro.” Disse infine Asher, spezzando la barriera di imbarazzo. “La sala è fichissima.”.

Ti ringrazio.” Replicò l’altro annuendo. “Avevi ragione tu: il rosso è bellobellobello in modo assurdo. Cioè. Ci sta da dio, cioè.” Poi smaltito l’empito di sbrodolante autocompiacimento tornò a fissarlo, serio, con la ruga tra le sopracciglia di chi ha trovato un pelo nella tazza del tè.

Aspetta un attimo. C’è qualcosa che non torna. Allora hai visto lo spettacolo!”

No.” Rispose Asher.

No. Hai detto di no?”

Sì.”

Allora l’hai visto.”

No, sì ho detto di no, quindi no.”

Jean-Claude aggrottò la fronte. « Mbah ? »

Asher perse l’impertubabilità degli antichi che in realtà non aveva mai avuto. Comunque se l’avesse avuta l’avrebbe persa in quel momento. “Cazzo, non l’ho visto ! Sono rientrato ora dall’Italia, la Malpensa era un delirio come al solito!”

I criceti nella testa di Jean-Claude cominciarono a fumare per lo sforzo richiesto da quel sovraccarico non preventivato.“Ma-ma-ma-ma quando ci siamo incontrati, la sala non era ancora completata.”

Ma quando ti ho visto sì.” Rispose l’altro imperturbabile.

Ma se ero sempre lì! Mi stai paraculando? Io non ti ho visto.”

Ma ti ho visto io. Hai inaugurato bene il nuovo palcoscenico, Jean.” Continuò tagliente. “Te l’ha smacchiato Musette il velluto?”

Asher!” Jean-Claude si portò una mano alla bocca realizzando finalmente e poi bloccò per un braccio l’amico che se ne stava già per andare. “Asher, aspetta! Lo so che ti ho ferito, lo so che presumere di avere ancora una vita è stato un errore imperdonabile, lo so che non espierò mai il mio peccato, ma insomma…ecchecazzo!”

Lasciami.” Sibilò minaccioso. “Ti ho già detto che non devi più toccarmi. Più, più, più.”

Oui. Mi ricordo. E anche che non volevi giocare coi bambini dell’asilo.”

Ehi! Sexy!”

Asher si voltò e Jack Sparrow era di fronte a lui, sorridente e bellissimo, ancor più di quanto lo ricordasse. Il pirata si avventò sul vampiro attonito e lo abbracciò con forza. “Vecchio filibustiere che non sei altro!!! Non passi neanche a salutarmi?” Jack abbracciò i due vampiri, uno da una parte e uno dall’altra. “Ecco qui i due piccioncini più fichi del secolo. Che si fa ragazzi? Si beve? Si fuma? Si tromba?”

I due urlarono all’unisono. “Jack!”

Almeno tiriamo due sassi nel fiume, corpo di mille balene!!!”

Asher si divincolò dall’abbraccio per poi fissarlo a braccia conserte con aria triste. Che comunque era un passo avanti rispetto alla solita aria gelida di fine novembre. “Sei vivo Jack. Vivo e più affascinante che mai.”

Anche tu sei vivo.... e un cazzo di strafico mucho arrapante.” Gli disse condendo il tutto con una bella strizzata d’occhio.

Mi prendi per il culo?”

Jean-Claude sbuffò. “Visto che ti avevo detto? Non si può dirgli nulla.”

Ti prendo per il culo?” Sussurrò il pirata leccandosi le labbra. “Non sai quanto mi piacerebbe…”

Asher gli voltò le spalle. “Finiscila! Nessuno vorrebbe farlo con uno come me.”

Dovresti farti un giro sulla Perla dopo un mese di navigazione…cazzo! Non hai neanche un occhio di vetro o una gamba di legno. Di che minchia ti lamenti?”

Lo sguardo del pirata era colmo di sincera gioia e tenerezza. Le sue mani lo presero per le spalle, lo fecero voltare e poi gli afferrarono il viso finchè le loro labbra si sfiorarono in un bacio casto ma interminabile.

Quando Asher si staccò contrariato, Sparrow non lo mollò, anzi: gli sorrise e gli tirò due bei pizzicotti sulle guance. Compresa quella sfregiata.

Il solito suscettibile, eh?” Sentenziò fermo. “Ma sempre incredibilmente irresistibile. O tà, mò basamose sul serio.”

Con la sfrontatezza che gli era propria, lo tirò di nuovo verso di sé e affondò la bocca sulla sua, baciandolo con una passione e un’intensità tali da lasciarlo letteralmente senza fiato.

Ma lo stupore durò solo un istante, perché poco dopo, Asher si strinse a lui e lo ricambiò con lo stesso trasporto.

Mi fa piacere che abbiate appianato le vostre divergenze ma mi sento leggermente tagliato fuori.” Tossicchiò Jean-Claude mentre i due continuavano a limonare duro dimentichi della sua presenza.

Ehi! Mi avete sentito?”

Il pirata si staccò a fatica. Si leccò le labbra e sputò per terra mentre Jean-Claude lo fissava con aria tra l’invidioso e il voglioso. “Quindi mio caro Asher, da quanto ho sentito....” Esordì sarcastico “…sei rimasto a farti le pugnette mentre io e il piccolo Jean ci consolavamo a vicenda dando sfogo alle nostre necessità represse! Non lo sai che il mio motto è aggiungi un posto a tavola?”

No, non lo sapevo.”

Ma è risaputo! Dove si mangia in due si mangia in tre, no?”

Asher si scostò una ciocca di capelli dal viso e scrollò le spalle con aria indifferente. “Sono spiacente, Jack. Ma certi... passatempi, non mi divertono più.”

Non l’avrei mai detto…”

E poi non volevo disturbare.”

Tu?” Rise il pirata.

Asher non rispose neanche bensì si preparò al decollo mettendosi le mollette per i panni sulla piega dei pantaloni e su quella del ciuffo.

Aspetta!” Esclamò Jean-Claude.

Asher lo fissò. Ovviamente con sguardo gelido.

Ti prego mon chardonnoret, dimmi solo cosa eri venuto a fare.”

L’altro sbuffò. “Volevo controllare che avessi pagato le bollette.”

Alle quattro di notte?”

Non eri ancora rientrato.” Rispose sospirando. “Volevo controllare che non fosse successo niente. Conoscendoti…”Asher arrossì, rendendosi conto di quello che gli era sfuggito di bocca.”Oddio che ho detto?”

Un lapis freudiano ovviamente.” Ghignò Jack.

Asher si voltò di scatto e si allontanò in volo.

Jean-Claude cominciò a farfugliare parole senza senso, diventò tutto rosso e cominciò a mangiarsi la french manicure.”

Non ti pisciare addosso ora.” Disse il pirata ridendo e tenendosi per prudenza a distanza di sicurezza.

Jean-Claude gli lanciò un’occhiata risentita.

Mio dolce amico…” continuò, ancora tra le risate “...siete fantastici! Un vero antidoto alla tristezza. Con voi due chi ha bisogno di droga?” Esclamò adagiandosi comodamente sull’erba a fissare il cielo, con un sorriso divertito stampato in faccia.

Jean-Claude era senza parole, si sdraiò di fianco all’amico e chiuse gli occhi.

Poco dopo, Jack, si alzò su un gomito e lo guardò dritto in faccia.

Guarda che scherzavo...” mormorò mentre giocava con una ciocca dei suoi capelli.” C’è sempre bisogno di droga.”

Lo so.” Sospirò l’altro.

E piantala con quell’aria da puttansuora addolorata!” Lo sgridò tirando il lungo riccio. “Non è cambiato per niente. Ha solo bisogno di essere ammorbidito. Ungilo con un bel panetto di burro e vai con l’ultimo tango a Parigi!”

Jean-Claude sospirò sfiduciato.

Se potesse mi ucciderebbe: lo leggo nei suoi occhi ogni volta che mi guarda.”

Quando si tratta di lui perdi proprio la lucidità, Jean-Claude.” Lo rimbeccò. “Se i suoi occhi fossero cazzi ti avrebbe già inculato mille volte!!!”

Il vampiro non disse niente; era la seconda volta che il conte ripeteva le stesse parole di Belle. Forse era soltanto lui a non crederci.

Il tempo che seguì fu un lungo silenzio composto, che accompagnò i loro pensieri finché non giunse il tempo di rientrare.

Belle ti ha graziato.” Osservò Jean-Claude prima di avviarsi.

Sparrow alzò gli occhi al cielo esasperato e sospirò, non prima di aver tirato un sasso nel fiume che rimbalzò ben quattro volte. “Solo per stasera amico. Sarà una lunga settimana, mooooolto lunga...”

Il vampiro gli regalò un sorriso colmo di solidarietà e comprensione. “Si può sapere come fai?”

E me lo chiedi?”

Hai ragione. Passami la canna.” Jean-Claude aspirò una lunga tirata dalla pipa che il pirata nascondeva nel taschino e azzardò un tiro che riuscì a produrre un bel paio di rimbalzi. Poi dopo aver ridacchiato come due dementi, essersi rincorsi romanticamente sul lungosenna tirando pietre ai barboni ed essersi presi a sculacciate i due si abbracciarono, praticamente sbavando, per poi allontanarsi sotto il cielo che cominciava a rischiarare. I clochard bruciavano così bene!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

è un bel po' strano Jack Sparrow in qst termini xò fa davvero morire dal ridere xD

Ricciolineri ha detto...

Dici? Speravo di averlo lasciato abbastanza Sparrownesco! ;-)

Flora ha detto...

Maccome... "Ehi, sexy!" mi pare ci sia anche in originale :D

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

insomma... è un po' portato all'esasperazione del suo carattere :)
Ma forse hai ragione xD è ancora abbastanza Sparrowesco ;)