sabato 19 novembre 2011

Supernatural Activity - Capitolo 32 - E' l'ora del Gay pride!!

Riassunto delle puntate precedenti:
I nostri litigano, fanno la pace, tentano di far sesso senza riuscirci esattamente dall'inizio di questa parodia fino ad adesso...ma mentre Jean-Claude fa la festa, no cioè, si nutre del suo lupo Dorino c'è una grossa novità. Asher si sveglia di cattivo umore. Scherzavo!!! Sulla novità ovviamente, Asher si sveglia davvero di cattivo umore e per tirarsi su il morale, e altre cose, decide di fare lui la festa a Dorino. Alla festa si divertono tutti tranne, naturalmente, Jean-Claude...


Let's stick together - Roxy music


“Miiiiiiii Jean Claude, quanto la fai lunga…”
“Ma gli hai quasi staccato la testa!”
“Quante palle, manco fosse morto”.
“ASHER!” Jean Claude lo incenerì con una sola occhiata. Era incazzato come un geco idrofobo.
Dal momento in cui Dorino aveva lasciato la stanza, un po’ barcollante e con le gambe larghe, ormai due giorni prima, Jean Claude aveva messo un muso monumentale, interrotto a tratti da liti impacciate e sbuffi teatrali da parte dell’altro, che sinceramente non ne poteva più di questi mortificanti discorsi da bambino dell’asilo cattolico e petulante. Che cos’era in fondo? Un morsetto. Piccolo. Un morsettino. Un orgasmino da niente. Come se Asher non fosse capace di ben altro che non mandare in orbita per un paio d’ore un notorio morto di figa con un pene troppo grande rispetto alla quantità di sangue del suo organismo bionaturale.
Il potere che aveva instillato nel suo morso si era manifestato così intensamente da costringere il licantropo a trattenersi con loro per ore, sebbene sapessero entrambi che, anche dopo, i suoi effetti non sarebbero del tutto cessati. Questa era l’ennesima volta da allora che Jean Claude cercava la rissa, e ad Asher, che stava sopportando perchè in questo capitolo è lui a comportarsi da adulto razionale, iniziavano a smerigliarsi le palle.
“Dimmi soltanto una cosa.” Sibilò Jean Claude con forzata benevolenza. “Ti diverti a stuprare tutti quelli che ti dimostrano un minimo di interesse, oppure ha ragione Belle e ormai sei soltanto un sadico fuori controllo?”
Asher lo guardò come una cavia da laboratorio, domandandosi sinceramente se ci fosse o ci facesse, e sprofondò seduto sul letto: non si illudeva che avrebbe smesso in fretta, ma gli stava venendo sempre più voglia di picchiarlo o almeno di farsi una canna.
“Bè, sì, e fino a ieri piaceva anche te. Sbaglio? Certo ha ragione Belle: l’ingratitudine e l’insolenza hanno ormai pervaso questi tempora e mores! Da come parli tu sembra che gli abbia ammazzato la mamma invece di fargli un favore” gli rispose.
Jean Claude si stagliava innanzi a lui fissandolo con un misto di rabbia e incredulità e cercando di fare figo e di non sembrare un minorenne isterico preso nel cambio della voce. “Come hai potuto?”
L‟altro sospirò seccato. “Non pensi che fosse ora che anche Dorino il verginello avesse la sua prima volta?” Protestò debolmente.
“Non lo so, Asher, dimmelo tu! Forse potevi anche chiederglielo, non ti sembra?” Lo guardò negli occhi: sperava che fosse pentito, ma qualcosa gli diceva di no.
“Oh, sicuro, se glielo chiedevo mi diceva di sì come niente. Ma se quel represso fa sembrare l’inquisizione moralmente e storicamente avanzata, cazzo! Adesso, non vorrei essere politicamente scorretto, eh, che poi poverino ti traumatizzi e Morgana71 mi tiene una lezione su perchè il comunismo in teoria funziona, però sì, ci sono culture superiori e inferiori. E una razza che vive sugli alberi con le scimmie e infila gli spinotti nel culo di rinoceronti mannari e bufali è inferiore a una che ha l’elettricità e le capre. A me piace il bidet dopo una bella scopata bisessuale fuori dal matrimonio, thankyouverymuch.”
Jean Claude si sedette sulla poltrona senza mai staccare lo sguardo dal suo sguardo gelido; e poi all‟improvviso, crollò con la testa tra le mani. Asher si sentì montare l’incazzatura e si alzò per dargli una sberla, ma poi vide quanto l’altro era triste e in paranoia, e gli tirò solo leggermente le orecchie, preso dal labbruzzo tremulo con occhioni lucidi della migliore espressione viscida Jc inc, prima di prenderlo cavallerescamente tra le braccia, rendendosi conto che una reazione così assurda era eccessiva persino per il suo emovampirino. Cioè, adesso, sul serio, di che cazzo stavamo a parlare? Di una meladisangue che gode nutrendo un vamp di Bellemorte? Sai che colpo di scena, che tristezza… mai successo da Caino in poi eh? E dire che qualche zuzzurellone pensava addirittura che fosse normale e richiesto. Stolti!
Ma Jean Claude uggiolava misero, e Asher diede fondo alle sue inesistenti risorse di pazienza per fargli un paio di coccole e palparlo con nonchalance. Così cominciò a sussurrargli dolci minacce, chiedendogli perchè era così geloso di un servo blu con le misure sballate e una chiavetta usb, assicurando che era stata solo una cena e non aveva motivo di compararsi a ciò che per lui aveva lo stesso valore di un piatto di polenta e fagioli, e che bisognava pur mangiare per poi fare sesso.
Jean Claude lo circondò con le braccia sprofondando il volto tra i suoi capelli. “Perché lui?” Mormorò. “Perché non un altro, uno qualsiasi...”
Asher levò gli occhi al cielo ma rispose sospirando: “Perchè è l’unico che Belle ci manda e se non mi nutrissi dovrei andare in torpore?”
Jean Claude lo guardò male. “Non fare lo gnorri, mica sempre ti scopi il suo corpo, la sua mente e la sua anima, oltre alle sue credenze e ai suoi desideri, e i suoi sentimenti ecc…”
“Vuoi saperlo veramente? Okkey. Perché lui è tuo, Jean Claude. E’ questo che volevi sentirti dire?” Percepì il cuore dell‟altro prendere a battere furiosamente, ma prima che potesse reagire scostò il viso e lo sollevò verso il suo. “Aveva il tuo sapore” ammise alla fine “il suo odore, il suo sangue... era come se fossi tu.”
“Umpf, è impossibile, non ti credo. Noi ci eravamo appena appena fatti un lavoretto di mano”.
“E non credi che possa bastare?” Rimarcò. “Tu ancora non ti rendi conto di quanto grande sia ormai il tuo potere, piccolo Jean. E‟ il tuo animale e hai fatto ben più che nutrirti, ammettilo almeno per una volta che non sono solo io Er cazzone mascherato.” Lo incitò quasi con rabbia. “Io so cosa ho sentito, so cosa ho provato. Non sono mica vergine. IO.” Incollò gli occhi sui suoi supplicando che gli credesse, che vedesse la verità nelle sue parole e suonando un violino per sottolineare il romanticismo della situazione. “Ma comunque mi piaci di più tu, te lo giuro. Me ne sono solo approfittato un po’ per mettermi in mezzo tra voi e levare la scopa dal culo a lui”.
Jean Claude continuava a fissare l’altro vampiro e si sentiva diventare più emo di attimo in attimo.
“Ecco, lo sapevo che era colpa mia. Oddio diventerò un mostro anch’io…” pianse.
“Colpa, adesso, esageriamo… diciamo opportunità” Cos‟altro poteva dirgli? Certo che era colpa sua, del suo dannato Ardeur e della carica sessuale delle anime afflitte che ormai impregnava quella stanza come vernice indelebile. Probabilmente anche il copione ormai iniziava a stufarsi dell’assenza di una bella lemon descrittiva un po’ dark.
“Asher.” Pronunciò il suo nome con severità e dolcezza, e Asher spese un altro willpower per non staccargli la testa. “Guardami in faccia e dimmi che non l‟hai fatto per strapparlo via da me. Dimmi che non è stata soltanto la tua folle gelosia.”
“Punto primo: io sono geloso di qualunque cosa si muova intorno a te. E anche se non si muove. E gradirei che la cosa fosse reciproca. Punto secondo: una volta eri figo, i triangoli ti piacevano. Punto terzo: sei tu che l’hai messo tra noi. Punto quarto: non ti lusinga che io voglia farmi il tuo nuovo a.d.c? Punto quinto: vabbè che abbiamo tempo, ma veramente te ne frega qualcosa di continuare questa conversazione? Cioè, è Dorino, mica Gesù. Punto sesto: E’ lui che ha un problema con il suo pene, gli ho solo fatto un favore” Ammise senza esitare. “Sai che paura se Dorino mi odia…”
“Noooo Ashy, io ti amoooo!!!” I loro occhi si girarono pigramente verso la porta, ed entrambi faticarono a trattenere l’irritazione per l’ennesimo cliffanger appena prima di un’appassionata riconciliazione.
“Lupino! Cazzo ci fai qua?”
“Io sto bene eh, le convulsioni da orgasmo sono passate e non ho riportato danni neurologici eccessivi, grazie, e voi?” In effetti l’entrata nello stato adulto donava a Dorino, e abbiamo ora altre dieci righe di descrizione di un figo standard negro blu con labbra da pompinaro, capellone, nasone e pisellone.
Schioccò (o forse scoccò, chi può dirlo?) un‟occhiata al vampiro rimasto immobile alle spalle di Jean Claude. “E tu, non mi chiedi niente? Ciao biondo!” Lo esortò insolitamente sexy e affamato.
Asher si sentì gelare il sangue, e si allargò il colletto della camicia. “Ehm, stasera mi sono già nutrito, scusa”.
Dorino mise il broncio, mentre arretrava fin oltre la porta, voltandosi alla sua destra; poi fece un cenno e si levò finalmente da in mezzo ai piedi, mentre tre dei suoi lupi facevano capolino trascinando altrettanti scatoloni impolverati da trasloco di famigliola numerosa non abbastanza ricca da comprare una ditta di trasporti.
E in men che non si dica, l‟intera libreria venne riempita da giornali porno, fan fiction sadomaso e giochi erotici di vario genere, dai vibratori alle palline anali.
Fu questione di pochi minuti, e i tre rimasero nuovamente da soli; mentre Asher e Jean Claude controllavano uno per uno i titoli delle opere, Dorino aspettava con la lingua di fuori, prendendoli in giro di tanto in tanto su quanto fossero pervertiti come bambini e cercando di attirare la loro attenzione.
“Sei stato tu?” Chiese a un tratto Asher rivolgendosi a lui.
“Veramente sei stato tu. Belle ha deciso di dare una svolta alla vostra permanenza.” Spiegò. “Consideratelo come un gesto di approvazione da parte sua: perché pare che, qualunque cosa voi due mostri mi abbiate fatto l‟altra notte, sia riuscito a risvegliare in lei un certo interesse, una frenesia che non le vedevo da tempo, oltre che in me… avete capito, no?”
Il sorriso del licantropo si allargò di fronte ai volti sempre più compiaciuti dei due vampiri. “Mi aspettava al varco. Quando ho lasciato questa stanza, mi ha chiamato e, nonostante non fossi in condizioni proprio... dignitose, sono andato da lei: e lei ha capito.” Si adagiò sui gomiti con un‟aria insolente che non gli apparteneva fino a poco prima, e lanciò un‟occhiata ad Asher. “Avete circuito il suo animale più represso” proseguì sorridendo “cosa che lei non aveva mai osato fare... perché non poteva.”
“E perchè non poteva?”
“Perchè sono un alfa fortissimo?”
“Coff.. coff”
“Perchè ero talmente vergine che aveva paura di prendere brutte malattie da selvaggio?”
“Sì?”
“Okey, perchè ero così frocio che non riuscivo a farmelo drizzare?”
“Santo cielo, Dorino... Fermati, mi dai il voltastomaco” Jean Claude deglutì “e poi che è successo?”
“Niente.” Rispose placidamente. “A parte che questo è il primo giorno in cui posso andare in giro senza rischiare un orgasmo fulminante. Penso di averla decisamente spompata, sono fico eh? Certo, ho imparato dai migliori *ammicco ammicco* E non avete idea del balzo che ha fatto l’audience! Tutta la corte non fa più nulla se non fissare le vostre avventure sbavando”.
Quella ammissione diede i sensi di colpa a Jean Claude, e fece spuntare ad Asher un sorriso così compiaciuto da tagliargli la faccia a metà, oltre a gonfiargli il petto come un upupa.
“Dorino, sei sicuro che va tutto bene?” chiese Jean Claude con una vocina pigolante e pronto alla fuga.
“Non ci sono colpe e non avete fatto niente che anch‟io non volessi, lo sappiamo tutti. L‟atmosfera era già incandescente prima ancora che tu ti svegliassi, Asher, il seguito era soltanto inevitabile. E se devo essere sincero non mi dispiace di essermi liberato di questa ingombrante verginità nè di aver scoperto il mio corpo”.
Parentesi: immaginatevi questa discussione lagnosa da telenovela di ultima categoria su TeleLombardia punteggiata da tre figoni che si accarezzano i… uhm… capelli a vicenda con… gentilezza! Ecco, sì, si accarezzano con gentilezza.
“Eccoooo!!! E’ colpa miaaaa!” Ululò Jean Claude disperato.
“No, Jean Claude, master, padrone, amore mio, è solo colpa mia, prendimi, godimi senza remore, da solo o con altri, sono la tua preda!” esclamò il lupo. “Non dovete avere scrupoli, ora ho visto la luce. Ho anche trovato un trattato di antropologia culturale e sociologia delle popolazioni preistoriche che spiega con dovizia di particolari certe cerimonie in onore della Madre Terra che… anzi, a proposito, volevo chiedervi cosa ne pensate della posizione del mammuth della conoscenza dell’ammmore dei Pigmei occidentali”.
“Eh… bella quella” sospirò Asher.
“Quindi sei sicuro che non sia stato il lavaggio del cervello?” ripetè jean Claude.
“Sì, sicuro”.
“Sicuro sicuro?”
“Sì”.
“Sicuro sicuro sicuro?”
“Sì… SICURO, adesso smettila. E solo adesso capisco cosa vuole Belle da voi e perché vi ha rinchiusi qui, insieme. Voi due insieme siete pericolosi” gli fece l’occhiolino.
“Non lasciarmi per paura di qualcosa di diverso”.
“Non lasciarlo, stare insieme non è tempo perso”
“Non lasciarmi anche se sono una troia e ti ho detto una bugia”
“Non lascialo, scopiamo un po’, suvviiia”.
“Sìììì, cazzo, ho capito, mi piace, mi piace che mi piaccia, è tutto troppo giusto, viva la figaaa! Che ne dite di un abbraccio di gruppo?”
“Ma… mi ami? Ma quanto mi ami? E mi pensi? Ma quanto mi pensi? E mi vuoi? Ma…”
SDOOONG. Jean Claude si accasciò sul letto contando le stelle e gli uccellini, e Dorino riappoggiò il pesante vaso di stagno sbalzato.
“Oohhh, scusa Asher, io lo amo ma mi stava facendo venire la pecòla”.
“Che cosa?”
“La pel dal cù c’la sa scòla” (La pelle del culo che si scolla, ndt).
“Ah, sì, ti capisco. E quindi ora siamo soli… scopiamo?”
“Volentieri. Però volevo anche chiederti qualche consiglio sui corsi da seguire con Belle, chi più di te mi può dare le indicazioni su misura? Secondo te è meglio Atletica delle posizioni, Cortigianeria, Storia della seduzione, Demonologia spiritica o…”
I due si godettero una piacevolissima e accaldata discussione sulle nuove possibilità di carriera del licantropo, accordandosi su una lista di esperimenti da fare con il sesso e il potere in modo da inserirsi meglio nei famigerati festini ora che ne aveva compreso più profondamente la funzione sia personale sia globale, evitando magari i decomposti e i gigapervertitoni hardcore, che in effetti avrebbero potuto diminuire la bellezza dell’esperienza.
Dopo un po’ Jean Claude si svegliò di soprassalto. “Dorino...”
“Fammi finire, stiamo parlando di sesso.”
Una improvvisa scarica elettrica si propagò nell‟aria intorno a loro, mentre Asher e Jean Claude si scambiavano l‟ennesima occhiata allarmata. Quando entrambi gli si avvicinarono, Dorino sentì il sangue accelerare improvvisamente, ma non si mosse.
“Quando saremo liberi, nessuno oserà neanche guardarti, se non lo vorrai. Una bella scazzottata ogni tanto con uno dei tanti nostri amici stronzi mette sempre appetito…” Gli bisbigliò Asher sfiorando la sua gola con un bacio lievissimo.
Jean Claude invece sembrava avesse perso la lingua. “Tu sei il mio Master, Jean Claude, nessun altro. Forse un po’ anche Asher, sai, per la comunione dei beni.” Lo rassicurò con dolcezza. “Sono un lupo Alfa e non ho mai risposto a nessuno, né a Belle, né al Consiglio, e nemmeno al Master della città da cui provengo. So’ fico, so’ bello, so’ fotomodello, ero vergine ed etero e tu mi hai vinto alla pesca di beneficienza del canile.”
“Ceeeerto, Dorino, chissà cosa ci fai allora a casa di Belle nella capitale del Consiglio a fare da meladisangue e vibratore per la regina del pompino?” chiese Asher.
Jean Claude lo interruppe in fretta “Se stai cercando di farmi stare meglio, non funziona. Mi sento come se ti avessi depredato: ti ho tolto la libertà, ti ho trascinato col mio potere in qualcosa che non avresti mai voluto se...”
“Ashy, ma fa sempre così? Miiiiiii, ma veramente anch’io ero così fino a ieri? Non so, sarò drogato e su di giri ma mi sembra che questo capitolo sia più angosciante e ripetitivo del solito. Spero di non tornare lagnoso in futuro”.
“Io sono il tuo master, guarda me. Quindi mi giuri sull’albero sacro delle pisciatine che non ti dispiace e non hai paura di diventare una puttana o di dare il tuo sangue ai vampiri dalla moralità grigiastra e che non sei sotto la maledizione Imperius. Dica Lo giuro”.
“Sì, capo, lo giuro. Ora scopiamo?”
Dorino bloccò quel monologo deprimente che si agitava nel petto o nel torace del suo canarino con un bacio che lo colse di sorpresa. Lo travolse con una passione impulsiva e inaspettata, incurante dei canini che gli tagliavano la lingua, del sangue suo e di Jean Claude che impregnava le loro fauci animalesche e del desiderio che già agitava il suo corpo.
Sobbalzando come colpito da un piccolo taser invisibile alla fine si distaccò con uno sforzo immenso, e arretrò fulmineo fino alla porta.
“Cazzo cazzissimo, devo andare, Belle mi aspetta, sapete com’è… E poi ha detto che vuole tenermi come spada di Damocle per farvi rimettere assieme più in fretta.” Girò appena la testa verso Asher rivolgendogli un sorriso e un inchino, poi guardò Jean Claude. “Sbrigati a riprendertelo, che dobbiamo fare roba.” Disse prima di svanire oltre la porta.
Il vampiro sembrava un gargoyle. Aveva tutte le intenzioni di cedere alla crisi emo da bambino a cui è morto il cane, voleva tagliarsi e leggere una poesia di Requiem, non gli importava di rendersi ridicolo in eurovisione. Ma inaspettatamente, percepì un calore inconsueto, due braccia che lo cingevano da dietro, e sentì Asher che affondava il viso tra i suoi capelli per poi congiungere la guancia con la sua e piazzargli una mano sul culo. “Non può essere... non può succedere di nuovo.”
Chissà di cosa diavolo stava parlando. Ma doverosamente Asher rispose: “Non accadrà Jean Claude. Faremo in modo che non accada, anche stavolta.”
Si volse appena solo per sfiorare la sua pelle con le labbra, ma Jean Claude si voltò e gli prese la testa tra le mani attirandolo sulla sua bocca. Asher ricambiò senza esitare; lo strinse tra le braccia spingendolo contro di sé, lo sollevò e lo condusse fino al letto in modo iperfrocio. Le loro labbra rimasero incollate, le loro mani non smisero un istante di infilarsi, ma non fu nient‟altro che un lungo e intenso scambio di emozioni, di calore e conforto. Un semplice abbraccio che racchiudeva tutta l‟intimità, i ricordi e la complicità che, dopo più di trecento anni (perchè a noi piacciono le cifre a caso), ancora li teneva insieme, in un modo o nell‟altro (più o meno, ogni tanto, quando non cercavano di ammazzarsi, o si facevano altre centinaia di tipi ecc).
Ndr: sì, nell’originale questa è la traduzione di “Ti schiaffo la lingua nell’esofago palpandoti come un adolescente in ormonella”. Non chiedetevi perchè, potreste scoprire che siamo in una songfic het introspettiva post-war AU.
No, Morgana71 non è ricoverata alla neurodeliri e non è mormone, però le piace Tuailait.
E questo vi ricordi che a pensare male si fa peccato, porcelloni! Ci voleva proprio un capitolo Romantico…

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