mercoledì 7 dicembre 2011

Supernatural activity - Capitolo 33 - Noooooooooooooooo! Il Viaggi nooooooooooooo!

Riassunto delle puntate precedenti:
Bastaaaaaaaaaa! Non se ne può più! Ma che devo riassumere? Due porci vogliono scopare ma siccome sono disadattati non ci riescono. Punto.


Tapparella - Elio e le storie tese

Questa stanza è tranqui, questa corte è Funky, perchè io in galera ci vado con i guanti.
Slega i legamenti, se mi senti piangere ti accendi, dei vibratori segui i movimenti. Zanne sorridenti e beviamoci un licantropo, poi scendi giù in vasca, se non ti piace il ritmo Hasta la vista, vai in bara via, è Belle l'animatore che sta sulla regia, Jc è l'intrattenitore che viene dal podere, Ashy muovi il tuo sedere e fammi fare il mio coniugal dovere.
Sai che Tranqui significa tranquillo, e su questo Funky mi masturbo e non strillo come il Parmaculo: Accattativillo, dimmi sai il mio nome? SI. E allora dillo: JAAAY CIIIII! E tranqui Funky è il nome del mio porno.
Scopami tranqui Funky, slega i sentimenti col tranqui Funky, segui gli ordinamenti tranqui Funky e le vibrazioni del tranqui Funky. Quattro zampe e poi respira, ogni nota è l'atmosfera, e questa sera è un pò speciale, se lo vuoi, trenino tranqui Funky con noi.
Mi ricordo i tempi in cui eravamo in venti a morderci col Funky, oggi siamo in tanti e domani saremo: SEMPRE DI PIU'!
E adesso succhia un po’ me, alla frusta c’è Muset, butta su il pisello che siamo al grande fratello ambientato in un bordello, come sempre rigorosamente in francese, scacchinelculo, oggi sangue cinese. BA BUDUBUBA BA Baciami piccino sulla PUDUPUPO DIPIDIDIPIDI punta, piccolino.
Muoviti arrapato tipo playmate di Playvamp, okey?, tutto fila liscio se scopi Casadei. Hey, ci sei, ci siamo, andiamo, sono pagato niente ma vi amo. Ci amiaaaamo! Basta che poi ci decidiamo!
Di voglia di parlare ne ho mooolta, ma è inutile parlare se Asher non ascooolta. Dunque io ringrazio tutti quanti, specie la mia mamma che mi ha abbandonato così funky. A me piace scopare quando trasmette sentimenti, dire le mie cose con i complimenti: bere sangue, fare l’alba e, accidenti, ballare con i tipi con i vari strusciamenti.
Sono in posizione, portare l’ardeur nella mia nazione è la mia missione, se vuoi darmi una botta fatti avanti, guardami in tv tranqui e ballati 'sto funky!
Questa è la traduzione di una lunga descrizione di ere ed eoni in cui anche alla morte veniva voglia di morire. La tensione rimase… blabla… sfide a “scacchi”… intimità limitata… blabla.. sottese provocazioni reciproche a base di pose ambigue, strusciamenti sospetti e sfoggio impudico di nudità.
Ndr: Morgana71, ma come cazzo stai? Parla come mangi, per dio!
In realtà Jean Claude non reggeva molto bene la tensione, e stava uscendo di testa peggio del solito, che non è poco. Negli X mesi di cui stiamo parlando, infatti, possiamo elencare questi suoi comportamenti:
1- Si parte con l’infoiamento da panico pa-panico pa-panico pauuuura che er Piotta je fa ‘e pippe, e Tony Manero non è abbastanza ggiovane pe’ ffasse ‘na bira e un calippo. Un urlo e un lampo ed è sul palco: ardeur, maestro, vai cor disco, niente fiaschi, mi faccio le piste e Belle non è più triste e mi passa i mangianastri a palla, i pantaloni a zampa e la giacca della Goth-Standa.
Supervampone eccolo qua, Jc è il suo nome ‘un lo scordà, move la mano di qua e de là, fammelo vede non te fermà, e diamoci col ballo del Quaqua.
2- Poi il dj s’ammollava, e di corsa alla banca del seme per scoprire se Amanda Lear è una femmina o un maschio, o se Cinzia lo amava ancora, o se i gatti erano in amore sui tetti di Parigi o altra merda emo, tipo se votare Moana per cambiare la società o tagliarsi. Jean Claude frignava per ore che gli mancavano Belle, e il teatro, e i lupi, e gli amanti, e Dorino, e i prati, e le capre ecc ecc…
Si sa che Asher in tanga eccita la banda, e in attesa che il Viaggiatore scendesse in branda a farsi un sei all’enalotto si sprecavano le discussioni filosofico-pratiche su comm’èbbello far l’amore come Califano ingroppato dalla Carrà, e sulle stelle dell’hard di Vampirella 2000, mentre di chiavare sul serio se ne parlava poco per via delle solite menate tipo moncorbò che si deprime o moncanarin che s’annoia da solo.
Ogni tanto, preso da vero bisogno, Jean Claude si convinceva a palparsi un po’ Asher, ma solo mentre il vampiro era ancora morto per il giorno, dato che dopo la prima volta che si era fatto beccare a solleticargli il risveglio, il biondo gli aveva lanciato uno sguardo gelido e si era rifiutato di picchiarlo.
“Ahh, bella vita co’ sti maschioni” o “Che pezza! La voce si sparge dalle Alpi alle Ande, JC sei grande: ignorante con l’abbronzante e abbondante tra le mutande!” erano però i sospiri generali di tutte le checche di Francia che arricchivano Belle guardandosi fiumi di pubblicità spazzatura. D’altra parte nessuno ha mai sostenuto che il pubblico abituale del Grande fratello sia la crème intellettuale di una nazione.
Il Viaggiatore nel mentre studiava registrazioni scelte come un’invasato, talmente drogato dalla telenovela che non aveva ancora pensato ad andare in carne ed ossa a cento all’ora per trovar le anime sue, a illuminare il loro vano motore con una candela di cera. Al contrario li spiava nella forma incorporea del fantasma formaggino: aveva infatti deciso che i nostri due erano perfetti nei ruoli dell’inglese e del francese delle barzellette, mentre Balto poteva fare l’italiano che se li spalma sul panino (d’altra parte si sa che reputazione ha l’amore all’italiana secondo i francesi rinascimentali, ed era proprio quello che serviva in questo caso). E l’importante era che in sostanza l’italiano vincesse, e che se un Morte d’amour ti dice “Italiano pizza spaghetti mandolino mamma lo sai chi c’è? E’ arrivato El Merendero”, tu non arrossire e non abbassare il capo ma digli: primo tu non prendi parte neanche ad un’orgetta, due ehehehe, treno dell’amore portami con te, qua trovi la gioia, cinchiavardiamo al letto…
Il consigliere era spesso preso in simili elucubrazioni, a suo dire per aumentarsi l’appetito: stava cercando il momento giusto. Che arrivò quando dovette assistere a questa scena raccapricciante:
“Dimmelo di nuovo Asher: perché siamo ancora qui?” Allora il vampiro lo cingeva tra le braccia e il suo cuore si fermava.
“Perché non puoi vivere senza di me, ma mi ami troppo per trasformarmi in un tuo schiavo.” Rispondeva ogni volta. (Originale).
In quel momento l’anziano vampiro capì che era giunta l’ora della riscossa: bisognava dare una svolta più sana a quel programma demenziale, e dare un esempio dell’arguzia che gli permetteva di spopolare nelle barzellette.
Fu così che Asher fu svegliato un bel giorno da un Jean Claude con gli occhi neri che pronunciò le fatidiche parole: “Sono il fantasma formaggino, e ora ti spalmo sul panino”.
“Impossibile” disse il biondo. “Lo sanno tutti che sei un passivo irrimediabile”.
“Evidentemente no, se no non sarei qui. Ti spalmerò ancora e già pregusto il tuo sapore sul panino”.
“No noo non mi spalmerai, perchè del coltello buon uso non fai. Per mano di Baltazar punito verrai, per… mano di Asher stavolta cadrai. Permani pure della tua opinione ma con quel corpicino non mi spalmerai”.
“Ne sei proprio sicuro? Allora non ti dispiacerà se mi scopo Jean Claude?”
“Prego, meglio lui che me”.
“Allora non ti spaventerai se chiamo un attimo Beeeeellleeee? Non so se lei potrà soprassedere a questo vizio di forma”
“NOOO!! Zitto. Ti prego sii accondiscendente e concedimi l’amnistia. Va bene, faccio tutto quello che vuoi”. Il suo cuore batteva furioso nel petto oppure nel torace come un canarino infilzato da spilli. In effetti nessuno sarebbe rimasto impassibile davanti agli occhi di fuoco e al ghigno da pazzo e alle labbra che si sporgevano a cuore per sbaciucchiargli luoghi innominabili.
“Ora sì che si ragiona, bel demonione mio.” Smoooch slurrrp…
“Ehm… sì, certo, ma prima dimmi cosa ne pensi dello spread italo-tedesco?”
“Perchè tu non mi parli del tuo pene?”
“Va bene, dimmi almeno come sta Jean Claude!” Sussurrò debolmente.
“Ohhhh come siete kariiiiniiiii!!!!!! Hihihihihi! L’avevo capito che tutti i vostri bisticci erano più finti di una Drarry scritta kon le k da una dodicenne perversa. Comunque il tuo ganzo sta bene, non vede l’ora di una bella cavalcata con te, se lo conosco almeno un goccio, anche se ha un po’ paura delle tue reazioni successive. Lo sai che tieni un broncio adorabile, micione? E’ solo Jean Claude che non ti capisce.”
Asher rabbrividì, mentre il potere del Viaggiatore si sprigionava dal corpo nudo e visibilmente eccitato di Jean Claude: solo che non era lui ad accarezzare la sua pelle, a scostare i suoi capelli dal viso e a palparlo con avidità. Non era Jean Claude che ora gli stava sfilando i pantaloni, che lasciava scorrere le sue mani su ogni centimetro del suo corpo ormai nudo, che lo avvolgeva in un abbraccio osceno mentre la sua lingua si infilava impunemente e/o impudentemente ovunque ne avesse voglia.
“Lo so che mi vuoi, mio divino”. Mormorò. Poi, con un gesto fulmineo, lo rivoltò sullo stomaco. “E‟ stato così eccitante guardarvi tutti questi giorni” continuò sbattendo le ciglia “eccitante e istruttivo”.
Asher stava iniziando a prendersi bene a farsi fare un pigiamino di saliva, anche se era leggermente perplesso sui file di Jean Claude sul Viaggiatore: si ricordava infatti un “così frocio che tra poco finisce il giro e diventa etero”, un “pompino: dieci minuti di silenzio” e un “più passivo e masochista di me”.
Quando il Viaggiatore cominciò a leccargli il collo, la schiena e le natiche con sempre maggior irruenza, gli sorse il dubbio se in quegli anni le sue abitudini si fossero modificate. Ma la risposta gli arrivò puntuale, e spero di non dover spiegare di preciso cosa intendiamo.
“Immagino benissimo cosa ti abbia raccontato quella stronzetta di Jc… sono sempre stato geloso di come lui e il mio amato master Balto andassero d’accordo. Troie”. Gli tirò i codini cercando di staccargli la testa.
“Ahia, cazzo fai, pirla?”
“Ohhh parlami sporco baby, vieni da papi. Assomigli tanto a Balto, domani porto anche lui, ora sta solo filmando perchè devo studiare la performance dei miei pettorali sinistri.”
“Sìsì, certo mia cara Jane” sbadigliò Asher.
“Hey, che infame, ti stai addormentando?”
“No, Viaggiatore, è una citazione della madre sottomessa e terrorizzata di David Copperfield”.
“Divertente. Ora però voglio rifare la scena dove tu stupri Jc alla sua festa di complemorte del 1830 ma voglio sembrare più figo di lui.”
“Nessuno è più figo di Jc, è il mio coprotagonista”.
“Ma io sono più vecchio, ecco! Guarda che ti faccio gridare”.
“Certo. Vuoi più un urlo tipo “Ommioddio i biglietti gratis per il concerto di Madonna” o “Dio Yvette mi fai vomitare”? Perchè non credo tu possa farmi urlare di piacere.”
Asher trasalì. Sentì le morbide mani del suo Jean Claude afferrarlo con una forza innaturale, mentre l‟immenso potere del consigliere paralizzava il suo corpo e la sua mente, pur lasciandola vigile e perfettamente cosciente.
“Non so, Ashy, tesoro. Dipende da come ti senti riguardo ai preservativi di Hello Kitty… Mi ringrazierai quando vedrai che non ti ho attaccato le pustole verdi vampiriche, mon cardelìn.”
Il resto fu solo un‟infinita sequenza di urla e gemiti.
Non sappiamo in realtà il perchè di questo suo particolare rifiuto, dato che senza un’ascia o una saldatrice non crediamo che Asher possa trovare veramente sgradevole del sesso con un corpo non decomposto e il cui pene non sia ricoperto di filo spinato, figuriamoci rimming e vibratore vivente. Dobbiamo quindi supporre qualche sottinteso terrificante ma non descritto, come Platinette che si accoppia con Berlusconi al sabato sera con commento di Gad Lerner. O forse solo l’essere sbattuto da qualcuno più checca di lui lo rende isterico. Mah.
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Il Viaggiatore abbandonò il corpo di Jean Claude lasciandolo sfiancato sull‟altro, che giaceva sullo stomaco, con gli occhi chiusi e l’aria completamente sfatta. Non appena fu in grado di muoversi, Jean Claude fece un balzo belluino riparandosi dietro al letto, tremando pigolante.
“Ashy, sei… sei tanto arrabbiato?”
Asher si stiracchiò, si rotolò e si accese una sigaretta e gli tese la mano.
“Dai, vieni a letto, pistola. Lo so che non è colpa tua.” Sospirò con un filo di voce.
“Mi dispiace da morire.” Salì tentativamente sul letto, avvicinandosi un po’ quando l’altro non gli diede fuoco con uno sguardo gelido.
“Ahem, anche a me, anche a me, ma certo.” Chissà cosa aveva partorito ora il cervellino nevrotico del suo corvò, e poi dicono dei biondi.
Dopo un lungo silenzio, Jean Claude si arrischiò a fargli una carezza, pronto a saltare via di nuovo in caso di pericolo, e lo fissò con Puppy eyes numerò 5. “Ora mi picchierai?”
“Sicuramente non prima di un bagno, un massaggio rilassante e una bella tazza di sangue”.
“Non era così che lo avevo immaginato” bisbigliò a un certo punto uno dei due a caso.
“Dai, almeno la prima volta ce la siamo consumata con il nostro piccolo stupro amichevole”.
“Va bè… Ma ora quando replichiamo?”

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