sabato 24 dicembre 2011

Supernatural activity - Capitolo 35 - Vuoi scartare il mio pacco?

Riassunto delle puntate precedenti:

Belle è molto contenta dei suoi emoderivati e li ha premiati con diversi gadget e una sorpresa. La sorpresa però è piaciuta solo a Jean-Claude: una serata libera con rappresentazione, nel suo vecchio teatro, di una delle sue tragedie preferite, L'Otello. Il "suo" Otello invece, infastidito dalle attenzioni che la troupe giovvine e bbella aveva riservato al boss in disgrazia se ne era tornato a casa senza partecipare ai festeggiamenti post recita. Poco male. Quando Jean-Claude era tornato nel tugurio gli aveva fatto la festa lui. Pure con gli extra!!! Una volta tanto il nostro Asher ha gradito...


Last Christmas - Wham


Asher aprì lentamente gli occhi…”QI formica…Gaaahhhh! Pompinooooo!”
Si era svegliato stranamente eccitato dal sonno diurno e grato che ai vampiri fosse risparmiato l’alito pesante perché si sentiva di averne combinate di cotte e di crude. Lo sentiva sulla sua pelle, calda come un wurstel appena rosolato, come un bratwurst con la pelle tesa fino a scoppiare, come un turgido wienerwurst, come -oddio, ma perché le uniche metafore che aveva in mente riguardavano wurstel? Doveva entrarci in qualche modo Jean-Claude, certamente dove c’era il suo zampino le salsicce piovevano come all’oktoberfest…
Il vampiro digrignò le zanne con tanta rabbia da rischiare la spuntatura: il pensiero di Jean aveva dato un senso a tutti gli indizi, pompino, notte brava, febbre suina, wurstel, come uno schema a punti unisci dall’1 al 27; il risultato, neanche a dirlo, fu un’incazzatura formato famiglia, soprattutto perché il posto letto accanto al suo era desolatamente vuoto e quindi quell’inondazione di collera non potè sfogarsi subito a suon di cazzotti e sganassoni e se erano sinonimi chi cazzo se ne fregava.
Non fece neanche in tempo a discuterne un po’ col suo alter ego immaginario, o a fare a coriandoli le lenzuola per stemperare un po’ l’astio, che la regina dei wurstel, cioè Jean-Claude, gli si catapultò in grembo riempiendogli le guance di bacetti umidi e le orecchie di gridolini inconsulti in cui Asher riuscì a discernere solo qualche parola: cose tipo fine, prigionia, Belle, culo. Oramai era bravo nelle sciarade e la vasta esperienza acquisita in quei …giorni…ehm…mesi? di prigionia gli consentirono di riempire i vuoti e ricostruire il discorso dell’amico: Belle avrebbe posto fine alla loro reclusione purché loro continuassero a dare via il culo. E non c’era bisogno di chiedere a chi!!!!
“Hai l’ardire di guardarmi in faccia ed essere felice?”
L’allegria di Jean-Claude non si smontò immediatamente.“Ma non hai capito quel che ti ho detto? Belle ha detto che presto saremo liberi!!!!” Del resto agli sguardi gelidi e al tono astioso ci si assuefa rapidamente.
“Certo che ho capito, e io ti ripeto: come osi venirmi a dire che devo continuare a farmi stuprare dai tuoi amichetti pervertiti con quel sorriso a 32 zanne?”
Stavolta la rabbia di Asher, solida e compatta come un muro di gomma, cominciò a smorzargli l’entusiasmo. “Bè, non è come se avessimo una scelta…e poi potrebbero tranquillamente continuare a violentarci in questa stanza! Se permetti preferisco essere stuprato con tutte le comodità.”
Asher lo fissò con sguardo gelido e anche un po’ schifato e anche un po’ attizzato. “Non cambierai mai, non è vero?”
“Certo che no!” Rispose l’altro abbracciandolo e facendogli i grattini. “E’ una parodia questa, mica James Joyce!!!”
Non gli disse però che i suoi monologhi stavano diventando più pesi di uno stream of consciousness.
E quel periodo, indubbiamente, fu palloso più dell’Ulysses: si stavano avvicinando al Natale, periodo nefasto per entrambi; si sa che gli emo durante le feste si suicidano e poi Jean-Claude doveva fare ancora tutti i regali e che cazzo non poteva ridursi all’ultimo momento! Ma soprattutto…Natale era la festa preferita della loro compianta Juli e questa era la prima volta che lo passavano insieme da quando era morta.
Il ricordo della donna era nell’aria, in ogni cosa che facevano e che pensavano: ah le risate quando avevano appeso insieme gli ornamenti sull’abete e questo si era incendiato perché aveva comprato delle croci…ah quando Belle si lamentava perché puzzavano dello zenzero e del panpepato con cui la loro piccola Julianne riempiva ogni angolo della casa…ah quando…oddio quegli orrori di berretti e sciarpe che si ostinava a sferruzzare non li rimpiangeva per nulla! Pungevano da matti e lo facevano sembrare un barbone…e se li doveva mettere per forza perché sennò la stronza teneva il muso e non gliela dava!!!!
Pensava a tutte queste cose, il nostro Jean-Claude, in una notte di fine novembre con la dura pioggia del tardi martedì che ticchettava insistente sul tetto, mentre Asher frignava come un disperato su una pagina della favola preferita della sua fu-serva umana: La principessa sul pisello.
“Lo so, Asher, lo so. Credi che io non ci pensi? Credi che non mi manchi?” In realtà stava praticamente parlando da solo in quanto l’amico non lo stava cagando di striscio.
“Allegria! E’ arrivata l’anima della festa!” La porta si era spalancata per rivelare il bel faccino blu del suo animale da chiamare. A dispetto delle parole scherzose, però, l’espressione su quel viso era più adatta a un corteo funebre.
“Oh Dori! Si può sapere che è successo? Vieni qui che ti tiro su il morale.” Lo chiamò Jean-Claude accogliendolo tra le sue braccia.
Asher lasciò cadere il libro e si voltò verso i due. Non potè fare a meno di notare quanto fossero simili. Certo, uno era blu e l’altro no, uno era alto e grosso e l’altro no, uno era liscio piastrato e l’altro no, uno era etero e l’altro…no? I due, dall’abbraccio affettuoso, erano passati agli slinguamenti profondi. Forse…dopotutto erano davvero simili e il blu della pelle di Dori faceva meravigliosamente pendant con gli occhi di Jean-Claude. Proprio vero che gli animali somigliavano al padrone.
“Buongiorno anche a te Dorino.”
“Oh ciao Asher! Vorrei poter slinguare anche te ma ultimamente ho già dato e la mia ipocrisia di eterosessuale omofobico ha ripreso il sopravvento.”
“Sopravvivrò. Che ci fai da queste parti?”
“Puoi cercare di convincermi se vuoi..."
Jean-Claude cominciò a sbuffare. "Si può sapere cosa c'è?"
"Sono qui per annunciarvi che Belle vi attende nei suoi appartamenti: adesso.”

Il volto di Asher si rabbuiò. “E se dicessi no grazie?”
“Non credo che un no sia previsto.” Sospirò Dorino. “Secondo me vi vuole invitare alla festa di Natale.”
Gli occhi di Jean-Claude cominciarono a luccicare come quelli di un bambino davanti a un cesto di gormiti. “Festa di Natale?”
“Già. Io sono obbligato a partecipare e solo Manitù sa quanto spesso mi si veda alle feste di voi pervertiti parvenu. Dovrò turarmi il naso e sforzarmi.”
Asher represse a fatica un sogghigno. “Più che turarti il naso ti consiglio di turarti altri orifizi, decisamente più in pericolo.”
“Ma è una festa di Natale!!!!”
“Appunto!” Continuò Asher. “Belle trova particolarmente eccitante scopare a Natale.”
Jean-Claude cominciò a ricordare i bei vecchi tempi con occhi sognanti. “Scartare cazzi sotto l’albero…”
“Squarciare gole davanti al caminetto acceso…”continuò Asher.
“Accendere candele profumate e infilarle in-“
Dorino aveva gli occhi sgranati per la sorpresa. “Mi state dicendo che trasformerà il tradizionale cenone di Natale in un orgia?”
“Proprio così.” Dissero in coro i due vampiri.
Dorino rimase in silenzio, poi scrollò le spalle. “Chissà…magari è comunque meglio che strafogarsi di piatti bisunti comprati alla gastronomia dell’esselunga e giocare a tombola coi fagioli…”
“Bravo!” Si complimentò Jean-Claude dandogli una pacca sul sedere. “Pensa positivo.”
Asher invece incrociò le braccia. “Comunque io non ci vado da Belle.”
“Ma si incazzerà!” Si lamentò l’altro.
“Digli che sono ancora svenuto per l’ardeur…magari ti ci scappa pure una sveltina…”
“Occhei.” Il vampiro gli prese il viso tra le mani e lo baciò al sangue tre minuti per lato. “Ahrrrrrrrrr!” Ruggì all’amico rimasto senza respiro. “Vado, faccio sfracelli e torno.” Poi si voltò e se ne andò, subito seguito dal mannaro.
Rimasto solo, Asher tornò a sedersi in poltrona. “Dov’ero rimasto? Ah sì!” Si disse il vampiro ricominciando a leggere. “…la mattina dopo le chiesero come aveva dormito. "Malissimo!", si lamentò la fanciulla, "non ho praticamente chiuso occhio per tutta la notte! Chissà cosa c'era in quel letto…” a quel punto chiuse nuovamente il libro, mentre una lacrima solcava sanguigna la sua guancia pallida. Rimase così, a fissare il vuoto, il tempo che scivolava via come sabbia portata dal vento. Quello era il pezzo preferito di Juli! Quante risate quando, tutti nel lettone, andava alla ricerca del pisello…
“ E ne trovava sempre uno!”
Asher si voltò al suono della voce Jean-Claude che gli accarezzava le orecchie. “Già fatto?”
L’amico si strinse nelle spalle. “Niente sveltina.”
“E allora cosa voleva Belle?”
Jean-Claude sprofondò il viso sul suo collo e sospirò, quasi infastidito. “Aveva ragione Dori: ci vuole al ricevimento della notte di Natale; sarà una notte speciale, ha detto, non una delle sue solite feste: pare che stavolta il palazzo sarà stracolmo di vampiri, licantropi e umani.”
“E che c’è di diverso dal solito?”
“Mio dio, Asher, trasformerà la notte più sacra dell’anno nella più grandiosa e oscena delle orge!”
“E che c’è di diverso dal solito?”
Jean-Claude sbuffò. “Oh, e che ne so! Forse parteciperà anche il papa stavolta…purchè non invitino Bocelli a cantare!!!” Poi indicò gli sfarzosi vestiti sul letto. “Ci ha persino fatto confezionare degli abiti apposta per l’occasione.”
Asher diede un’occhiata alle sete posate sulla coperta e sospirò.
“Rassegnati mon chardonnoret. Perchè noi pacatamente, serenamente, ci saremo.”
Gli occhi gelidi dell’altro mandarono un lampo. “Col cazzo!”
Jean-Claude fissò perplesso l’amico. “E con cosa sennò?”

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