sabato 17 dicembre 2011

Supernatural Activity - Capitolo 34 - Non c’è cazzo senza spine!

Riassunto delle puntate precedenti:
I nostri emovampiri si avvicinano faticosamente alla fine delle loro avventure in un processo che ovviamente abbonda di lacrime e sanguinaccio. Ma forse Belle ha in serbo una sorpresa per loro. Gli piacerà? Voi che dite?

Who are you – The Who

Il Viaggiatore era tornato soddisfatto nella sua suite, la prova settimanale era stata superata e il budget di cui i nostri vampirelli potevano disporre si era ulteriormente incrementato: fiori, cuscini, profumi, tutti gli almanacchi di Topolino con i gadget di Paperinik e delle Giovani Marmotte, creme idratanti di lusso, qualche camicia di seta per Jean-Claude e manette d’argento per Asher! Oramai il tugurio si era trasformato in un luogo accogliente non fosse per le dimensioni. Purtroppo però, perché c’è sempre un purtroppo, i due non erano nello stato d’animo migliore per approfittare di cotanta generosità. La prova settimanale aveva lasciato Asher estremamente provato: oramai vedeva la presenza del viaggiatore ovunque e dovunque. Jean-Claude era costantemente sul chi vive: ogni sua parola o gesto appena fuori dall’ordinario provocavano nel compagno una vera e propria crisi isterica.

“Oddio il Viaggiatore!” Strillava Asher arrampicandosi sulla tenda. ”Lo so che sei lui, non mi freghi stavolta!”

“Ma Ashy! Mi prudeva il culo!”

Per di più Asher non toccava l’amico neanche col dito mignolo per paura di vendette o ritorsioni da parte del Consigliere: niente più frustate a lume di candela, niente più romantici sganassoni, niente più calci e mazze ferrate. Il povero vampiro aveva il terrore che il Viaggi gli rendesse le sue attenzioni con gli interessi.

La cosa per Jean-Claude si era fatta davvero irritante, oramai sentiva il bisogno quasi fisico di essere maltrattato! Stava addirittura pensando di andare nel confessionale a sbeffeggiare Belle o di vandalizzare le videocamere o di mostrare il culo a Musette. Tutto per una punizione!!!

Questo stava pensando quella mezzanotte di un tardi martedì dopo la dura prova settimanale, e Dio se era stata dura, mentre se ne stava a mollo nella tinozza ad occhi chiusi. Era stranamente solo. In realtà era entrato nella vasca senza chiamare Asher pensando di farlo incazzare ed ora ne sentiva la mancanza. Se l’avesse chiamato avrebbe pensato che fosse il Viaggiatore? Forse poteva spruzzare ardeurormoni nell’aria per richiamare il maschio o forse poteva alzarsi e gonfiare il collo come una strolaga o forse…sentendosi osservato alzò lo sguardo e i suoi occhi blublublublu di Paul Newman incontrarono altri occhi blublublublu di Marmaduck il Siberian husky.

C’era un balloon sulla testa di Asher: “Posso entrare a farti compagnia?”

Jean-Claude era terrorizzato che qualsiasi sua risposta potesse essere fraintesa come l’ennesima prova della presenza del Viaggi, quindi optò per un semplice mimo. Alzò la mano, una parola, due lettere e poi annuì. Asher comprese e si sedette nel suo solito posto, sopra il suo cazzo, strusciandosi adeguatamente ed emettendo sospiri e mugolii soddisfatti.

“Cos’è che ti tormenta?”

Jean-Claude ci pensò un attimo, poi alzò la mano, due parole, la prim-“E che cazzo!” Sbottò Asher. “L’ho capito che non sei il Viaggiatore!” Poi più cauto. “Vero?”

Jean-Claude lo attirò a se e baciò ogni millimetro della sua pelle a portata di bocca. Gli divorò le labbra come se non ci fosse un domani e lasciò scie di fuoco sulla sua guancia fino all’orecchio. “Gli ascolti sono alle stelle” sussurrò. “La prova settimanale è superata, Belle è al settimo cielo e ho il sentore che la nostra reclusione stia per finire. Quando usciremo di qui saremo solo io e te.” Mordicchiò il lobo dell’orecchio di Asher e continuò a bisbigliare. “Chiunque si metterà tra noi, i consiglieri, Belle, la regina d’Inghilterra, non mi interessa: saremo comunque e sempre solo noi.”

“Ti avevo chiesto cosa ti tormentasse.”

“E io ti ho risposto.”

Asher meditò se sbattergli ripetutamente la testa contro il muro, si voltò più e più volte per controllare che il Viaggiatore non fosse nascosto in una bolla di sapone o in una pianta grassa e poi rivoltò il suo amante come una cotoletta e lo baciò a più riprese, dorandolo a puntino. E che il Viaggiatore si vendicasse se voleva. Tanto lo sapeva che il Viaggi era come Pretty woman: tutto ma non i baci, pliiiisss. Anche i perversi hanno uno standard!

Dopo un po’ aveva lasciato un attizzatissimo Jean-Claude a macerarsi nella tinozza ed era andato in camera ad asciugarsi i capelli. Meglio non svegliare il can che dorme e niente sesso siamo inglesi.

“Fermo così! Non ti muovere! No, un po’ più a destra…un po’ più a sinistra…”

“Cazzo Musette!” Sbuffò Asher annoiato alla vista della siniscalco. “Se avevo voglia di imparare il tip-tap andavo a ballando con le stelle, ti pare?”

“ Uffa! E’ che dall’angolazione giusta mi facevi venir voglia di scopare.”

“Ah.”

Musette agitò minacciosamente la ramazza che stringeva tra le mani. “E’ che sono stufa di spazzare topi di lana, quello stronzo del tuo compare perde capelli a tutta birra! Non lo puoi rapare a zero?”

Asher scrollò le spalle. “Tanto gli ricrescono…comunque se hai bisogno delle figurine per farti venire la voglia il compare sta facendo il bagno. Scommetto che è disponibile.”

“Sì Musette, vieni qua, dai!” Urlò Jean-Claude dalla stanza da bagno. “Puoi darmi la scopa sul groppone se ti va!”

“Gesù che puttana…” Mormorò Musette portandosi una manina alla fronte. “Ma gliene ho date così tante che non c’è più gusto…invece sono qui per un altro motivo.”

“Credevo fossi qui per scopare i topi di lana.”

“No, i topi di lana sono il mio animale da chiamare, in realtà sono qui perché Sua magnificenza è mooolto contenta di voi.”

Asher inarcò un sopracciglio e mise su l’espressione gnegne.“E allora perché ci ha mandato te?”

“Cretino!”

“Tu sei cretina mille volte più di me.” Ribattè il vampiro facendole la linguaccia.

“Specchio riflesso, specchio riflesso!” Urlò Musette tirando fuori lo specchietto da borsetta che subito andò in mille pezzi. “Oh. Si è rotto.”

Asher sorrise compiaciuto. “Essere un cesso serve ancora a qualcosa…”

“Insomma!” Sbuffò la siniscalco, non stava andando per nulla come previsto. “Io sono qui per darvi una sorpresa, siate sorpresi!”

“Sorpresa?” Ripetè Asher.

“Sorpresa?” Echeggiò Jean-Claude uscito dal bagno.

“Ho detto sorpresi, non sordi. O forse l’acqua vi ha gonfiato il cerume che avete nelle orecchie?”

Dal soffitto calò un enorme schermo a cristalli liquidi su cui campeggiava un altrettanto enorme palcoscenico. Il tendaggio di velluto scarlatto era chiuso.

Musette si rivolse a Jean-Claude. “Lo riconosci?”

“Il mio teatro! Squeeeeeeeeeeeeee!”

“Sì, è il tuo teatro e sta per andare in scena una delle tue opere preferite.”

“Mamma mia?” Chiese Asher.

“Priscilla, la regina del deserto?” Continuò Jean speranzoso.

“No. L’Otello.”

“Ohhhhhh!” Tubò il vampiro occhi al cielo e mani giunte. “Adoro l’Otello! Mi ricorda così tanto il mio Ashy…”

Il suo Ashy lo guardò in gelido cagnesco. “Ma se l’è un negher!!!”

Musette agitò minacciosamente la scopa. “Santa Polenta protettrice dei razzisti, aiutami tu! Lo spettacolo sta per iniziare e la mia Badrona vi ha riservato due posti in prima fila.”

Gli occhi di Asher erano ridotti a una fessura da cui trapelavano gelidi spifferi. “Hai cancellato Frocio chi si siede?”

“No” Scrollò le spalle Musette.” Mi pareva indicato.”

“Oh Asher, sbrigati e andiamo!” Cinguettò Jean-Claude spingendo l’amico verso l’armadio.”Non vedo l’ora, sarà bellissimissimissimo!”

“Ci saranno tutti i tuoi attori manzi…”

“Sìììììììììì!”

“E Cinzia….”

“Sììììììììììì!”

Asher sospirò rassegnato. “Occhei. Aspetta che mi spalmo in faccia un po’ di lucido da scarpe e vengo subito.”

“Mbah?”

Qualche tempo dopo erano comodamente sistemati nei loro posti e seguivano estasiati lo svolgimento della tragedia, scortati da Musette. Diciamo che tra tutti e tre il più estasiato era Jean-Claude, giusto un filino…

“Oh Ashy! Guarda Cinzia, non è una splendida Desdemona? E’ così femminile!”

“Oh sì” Ridacchiò Musette ciucciando pop-corn e sputandolo a terra. “Quel cobra le dà proprio quel tocco in più. Ops! Volevo dire boa…”

“Già.” Sbuffò Asher. “Forse se le avessero messo una gonna invece che una calzamaglia col conchiglione…”

“Ma questa è un’attualizzazione dell’opera, non capite?”

“Ma dai, non capisci?” Motteggiò Musette dando di gomito al biondo.

“E guarda Jago! E’ il bel Coso, Vito, Truzzo…” Continuò Jean-Claude completamente perso nel suo paese dei balocchi.

La voce di Asher risuonò come una campana di bronzo. A morto però. “E’ il bell’Andrè.”

“Grazie, non ci sono proprio per i nomi…comunque non è bravo? Con quei baffetti da sparvieroooo!”

“Ma se sono finti!” Brontolò Asher.

Musette si spanciava ad ogni commento di Jean-Claude, Asher mandava fumo dagli occhi e il pop-corn finì insieme alla tragedia. Quella sul palco. L’altra, tra i sedili, aspettava giusto le ultime mosse…

E precisamente, fatti gli inchini, consumati gli applausi, gettati i fiori, tutta la compagnia aveva circondato il boss redivivo all’inno di “Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!” E chi lo tirava per la giacca, e chi lo tirava per i capelli, e chi lo tirava per il cazzo…

“Giovani, carini e disinibiti. Vero?” Disse Musette con una voce carica di edulcorante cariogeno e cancerogeno.

“Da morire…” Replicò Asher sibilando tra le zanne.

“Ci sta bene il tuo Jean lì in mezzo, non trovi?” Ridacchiò la vampira prima di eclissarsi.

Asher restò lì, impietrito come una statua di sale, indeciso se mettersi a frignare indecorosamente, sgozzare tutti compreso il suo Jean o tornarsene nel tugurio con le pive nel sacco.

“Ashyyyyyy! Vieni dai!” Urlò il suo Jean tra la folla.

I guitti balestrati e bisunti d’olio si girarono tutti dalla sua parte continuando a cantare “Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!”

Asher trasse un gran respiro, salutò educatamente tutta la compagnia, diede un bacino al suo Jean raccomandandosi di divertirsi anche per lui e di indossare la maglia di lana. Poi prese il volo e se ne andò.

Qualche ora dopo il nostro era alle prese con un solitario. Ma che andate a pensare? Di carte, maliziosi, di carte!!! Uno stronzissimo hearts che non ne voleva sapere di venire, giusto per non farci mancare neanche un doppio senso. Improvvisamente un tre di bastoni cadde a terra…Asher alzò la testa, annusando l’aria: l’atmosfera si era fatta pesante, calda, umida… le mani del vampiro cominciarono a tremare.

La porta si aprì di botto, spalancata da una folata di un vento caldo di potere e poi fece la sua comparsa Jean-Claude: sorridente, muscolare, pelosissimo, gli occhi fosforescenti di magia che parevano truccati con l’uniposca.

“Mo te dai ae carte? Meno male, che pensavo de trovarte alla finestra, co' qua'a vestagliaccia che m'aspettavii…

Asher cadde in ginocchio, gli occhi sgranati per la sorpresa. “Mbah?”

“Famo er pokerino piuttosto.” L’altro rimase in silenzio, ancora a bocca aperta. ”Che fai, te caghi sotto? Ma vedi d'annattene, va'che te prendo a selciate…"

Al povero Asher ci vollero tre tentativi prima di riuscire ad articolare una risposta. “Hai bevuto.”

“Po’ esse.” Sogghignò Jean-Claude, estremamente compiaciuto di se stesso.

“Sei sbronzo come una capra.”

“Ma li amichetti miei insistevano! A’ Cinzia alla vodka, o’ cespuglio all’assenzio, o’ coso al red bbull…”

“Red Bull?”

“Red Bbull ti mette le ali e ‘un volevo tornà a casa en tassi.”

“Che vuoi da me?”

Jean-Claude fece un passo avanti e cominciò a sbottonarsi la camicia. “O’ sai…”

Asher, ancora in ginocchio, fissò ammaliato l’amante mentre avanzava ancheggiando verso di lui si apriva la patta dei pantaloni e gli sbatteva il pene in faccia. Il vampiro alzò il viso e incontrò gli occhi alieni dell’altro. C’era una sola cosa da dire.

“Peroperunpompinoperò soloperunpompinoperò!”

1 commento:

il monticiano ha detto...

Riccioli Neri una blogger esplosiva!
Quanto m'ha attizzato 'sto post per non parlare dell'invocazione "Santa Polenta protettrice dei razzisti" che non ha bisogno di essere tradotta