mercoledì 24 giugno 2009

Capitolo 28

*Anita è impegnata a discutere con Edward dell’organizzazione della giornata*
Anita: *Sospirando di sollievo* Adesso che sei qui mi sento davvero al sicuro, strano, vero?
T-Ed: E’ perché siamo compagni d’anima Anita.
Anita: Sto cominciando a pensare che la mia anima sia un condominio, ma parliamo piuttosto di aspetti pratici. Chi ti sei portato come backup? Non li ho ancora visti.
T-Ed: *Cominciando a guardarsi intorno* Ehm…non vuoi andare a controllare Richard?
Anita: Sì, poi ci vado. Stavamo parlando del backup, allora?
T-Ed: *Indossando il cappello texano e sfoderando il suo miglior sorriso da Ted* Ho sentito dire a Lilian che Richard è molto provato. Io ci andrei subito dal peloso terminale, tanto il succhiasangue è fuori servizio.
Anita: Ho capito, ma stavamo- *Diventando sospettosa* Senti un po’. Questa manfrina da Ted l’amicone non mi incanta. Non è che hai portato qualcuno che non approverei?
T-Ed: Chi, io?
Anita: E allora?
T-Ed: Ok. * Ritornando al modello Armani assassino* Ho portato Olfmmmnm.
Anita: Eh?
T-Ed: Ho detto Olfmmmnm.
Anita: Ehhhh?
T-Ed: *Dandole una pacca sulle ginocchia* Lo shock ti ha danneggiato l’udito Anita, vado a chiamare la Dott.ssa Topa.
Anita: *Tirando fuori la Browning mentre Ed estrae la sua Sig* Vogliamo vedere chi è il più bravo?
T-Ed: Ti ricordo che sei a letto convalescente.
Anita: Ti ricordo che senza di me l’arlecchino se ne torna a casa.
T-Ed: Uffa.* Pestando i piedi indispettito* Non è giusto che tu abbia sempre i giocattoli più belli.
Anita: E quindi?
T-Ed: Ho portato Olaf.
Anita: *Ad occhi sgranati* Olaf? L’Olaf serial-killer? L’Olaf che ha una cotta per me? L’Olaf che oltre al reggiseno vorrebbe togliermi anche la pelle?
T-Ed: Ehi! *Soddisfatto* Vedo che ti ha fatto un’ottima impressione!
Anita: Sì, certo. Non vedo l’ora di presentarlo a papà. Si può sapere cosa ti sei fumato per portarlo qui da me?
T-Ed: Bè Donna mi aveva fatto provare un pejote, ma non è questo il punto.
Anita: Già. *Incazzata* Il punto è che hai portato a farmi da guardia del corpo uno che il mio corpo, più che guardarlo, vorrebbe smembrarlo.
T-Ed: Ma mi ha dato la sua parola!
Anita: EDWARD!
T-Ed: Ma è la sua parola di assassino! Se venisse meno non potrebbe tenere il discorso di chiusura alla cena annuale della Gilda!
Anita: Olaf nella Gilda degli assassini?
T-Ed: L’avevano chiesto a me, ma ho rifiutato. *Con freddissimi occhi 50 gradi sottozero* Lo sai che non sono per gli impegni mondani.
Anita: *Incrociando le braccia* Me ne frego della sua parola. Non lo voglio vicino a me.
T-Ed: Ok. Non vicino. Vicinino? Dieci metri? Venti?
Anita: Lo voglio ad almeno tre stati di distanza!!!
T-Ed: Senti Anita, la verità è che non ho avuto scelta: o lo facevo venire con me con la promessa che si sarebbe comportato bene o veniva da solo e in quel caso…bè…lo sai…
Anita: Ma non lavorava per lo Stato?
T-Ed: *Sospirando* Sì, ma si è tenuto libero per te.
Anita: Sono proprio fortunata. Spero che l’altro backup compensi questa brutta sorpresa.
T-Ed: Ehm…a questo punto andrei proprio da Richard. Non senti? Credo ti stia chiamando!
Anita: Io non sento niente.
T-Ed: Ma no, ascolta bene. * Mettendosi una mano davanti alla bocca* Anitaaaa, Anitaaaa!
Anita: Non dovevi incenerire Brachetti prima di farti fare un corso da ventriloquo. Chi cazzo hai portato? Chi può essere peggio di Olaf? Hannibal the cannibal? Gargamella?
T-Ed: E va bene.*Indossando un grembiule con su scritto “Becca e Peter sono i gioielli di papà”* Ho portato Peter.
Anita: Peter Parker? Ma lui non ha grandi responsabilità?
T-Ed: Non Peter Parker. Peter Parnell.
Anita: E’ del tuo giro? Non lo conosco. *Grattandosi la testa* Che buffo, ha lo stesso nome di tuo figlio!
T-Ed: *Stringendosi nelle spalle* Non solo quello.
Anita: Vuoi dire che…
T-Ed: *Annuendo* Già.
Anita: Quindi le mie guardie del corpo sarebbero un serial killer e un bimbominchia?
T-Ed: Lo so che detto così suona un po’ male, ma ti assicuro che sono altamente qualificati!!!
Anita: Ma Ed! Peter ha sedici anni! Non puoi pensare seriamente di metterlo contro l’arlecchino.
T-Ed: Ma vedere il carnevale è sempre stato il suo sogno!
Anita: Non posso accettare. Rimandalo a casa.
T-Ed: Non posso Anita, tu non capisci.
Anita: Spiegami allora.
T-Ed: Peter è rimasto un po’ segnato da quello stupro da cui tu l’hai tratto in salvo.
Anita: E’ normale, chi non lo sarebbe? E poi le aveva distrutto la faccia a colpi di pistola…direi che come vendetta non c’è male.
T-Ed: Non è finita lì però. Nell’ultimo anno ha avuto un paio di ragazze.
Anita: *Guardandolo di sottecchi senza capire* Buon per lui.
T-Ed: E’ stato denunciato due volte.
Anita: Perché?
T-Ed: Le ragazze balbettavano qualcosa su as hard and fast as he could.
Anita: DAVVERO?
T-Ed: Sbaglio o ho visto una scintilla di interesse nei tuoi occhi?
Anita: Sbagli. Dopo vampiri, lupi, nani e ballerine, topi e paperi ho deciso di fermarmi: niente sotto i 18 anni. Una ragazza deve avere degli standard.
T-Ed: Però vacci piano, se lo rimandi a casa gli spezzeresti il cuore. Tu l’hai salvato! Sei il suo unico legame con l’idea di un mondo migliore! Sei la sua unica speranza per non trasformarsi a sua volta in uno stupratore! Sei la sua eroina!!!
Anita: *Facendo cenno di no con l’indice* Eroina? Mi basta essere quella di London, grazie.
T-Ed: Mbah?

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